Ambiente e Natura

Il lato oscuro dello stracquo

di Sandro Russo
Plastic-bag-on-water

 

Nella ricerca sulle isole galleggianti di rifiuti – Pacific trash vortex (leggi qui) -, mi sono imbattuto in una serie di informazioni e foto che ho ritenuto di partecipare ai lettori di Ponza racconta.

In sintesi: oltre 200 milioni di tonnellate di plastica sono prodotte annualmente nel mondo. A causa del suo basso costo la plastica viene gettata con facilità, mentre la sua lunga vita ne determina la persistenza nell’ambiente per tempi molti lunghi. Le comuni borse di plastica della spesa possono durare fino a un migliaio di anni (!) se interrate nelle discariche.
Si ritiene che la plastica costituisca più del 90% di tutti i rifiuti galleggianti negli oceani, dove è causa di morte di qualche milione di uccelli marini ogni anno e di centinaia di migliaia di mammiferi marini.

Anche il suolo è negativamente interessato dalla polluzione da plastica perché gli oggetti di plastica non si degradano completamente e rimangono nel terreno alterando i processi di assorbimento dell’acqua e dell’ossigeno; i residui di plastica bloccano anche l’insolazione, alterando il riscaldamento del suolo (fonte delle notizie: http://www.geograph.org.uk/)

Spiaggia di plastica. Mongabay.com

Plastic beach. Mongabay.com

Ma la Natura è molto concreta: nel suo procedere utilizza quel che ha a disposizione; non ha remore ‘ideologiche’…

Così un mio amico mi ha detto di aver trovato delle inclusioni di polistirolo nel guscio delle uova delle sue galline. E sul web trovo la conferma che le galline volentieri becchettano le palline (leggerissime) portate dal vento.

Altra notizia riguarda le api, che sembra siano in grado di metabolizzare il polistirolo: pare che le cellette a base di polistirolo anzichè cera siano abbastanza facili da trovare (dal web, in http://it.hobby.giardinaggio.narkive.com/2W68J8HZ/polistirolo )

E che dire di questi paguri, che hanno scelto quel che avevano a disposizione al momento?

Paguro bottiglia
Paguro lampadina

Chi non ha scelto sono stati questi uccelli,  verosimilmente venuti a morte per una occlusione, a qualche livello dell’intestino, da corpi estranei; è impressionante che alcuni di questi scheletri siano di piccoli di gabbiano (foto qui sotto), ‘amorevolmente’ nutriti  dai genitori a pezzetti di plastica e piccole batterie.

Plastic albatros. Mongabay

Nello stomaco di un gabbiano morto

Chi non sceglie sono altri animali marini, soffocati da buste di plastica e altre diavolerie dell’uomo, leggiadramente fluttuanti nella corrente e mollemente adagiare sui fondali.

La tartaruga con i sacchetti della spesa

AVISO OCEAN10

Fondali marini.2

Fondali marini.1

Penso che il mondo che ci si sta apparecchiando (ci stiamo apparecchiando) non mi piacerà per niente; certo è diverso da quello che abbiamo conosciuto e amato

 

Notizie utili

1. «I rifiuti di plastica in mare sono molto più di un problema estetico – scrive il team dell’Istituto Ucla dell’ambiente e della sostenibilità in uno studio pubblicato sul Pritzker Environmental Law and Policy Briefs dell’Ucla UCLA (University of California, Los Angeles) – Con l’aumento dei danni alla fauna marina e l’aumento dei costi economici bisogna fornire un enorme incentivo per affrontare il problema mondiale dei rifiuti di plastica nel mare in maniera più aggressiva».
Un altro trattato internazionale che il team propone vieterebbe alcuni dei tipi più comuni e dannosi tipi di inquinamento plastico, come i sacchetti di plastica monouso, contenitori per alimenti in schiuma di polistirolo e palline di plastica delle dimensioni di un uovo di pesce utilizzate per scopi di produzione (per la fonte, leggi qui)

2. In alcune delle foto mostrate nel presente articolo portavano la dicitura Mongabay . Per curiosità sono andato a cercare dove fosse questo posto inquinatissimo con le spiagge coperte di rifiuti, dove gli uccelli vanno a morire di plastica.
Ho scoperto che Mongabay è un sito web  – http://www.mongabay.com – che pubblica notizie su scienza ambientali, su energie alternatice e progetti per il verde; inoltre informazioni su vari tipi di inquinamento, incluso quello dell’ambiente marino e sulla deforestazione in atto nel mondo.
Nell’aprile 2008 la rivista Time l’ha incluso tra i quinndici siti di maggior impatto sulla conservazione dell’ambiente, dedicando al tema una copertina (N.d.A.)

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