Ambiente e Natura

I pesci dei fondali sabbiosi (2)

di Adriano Madonna

rombo

per la prima parte (leggi qui)


Una storia misteriosa

Rombi, sogliole, linguattole sono tutti pesci che durante le nostre immersioni subacquee e nel corso delle nostre pratiche di snorkeling possiamo vedere con facilità, ma a volte, come accade spesso in zoologia, si colgono informazioni discordanti o si può pensare che certi fenomeni siano influenzati anche da condizioni ambientali diverse di luoghi geograficamente vicini. Ad esempio, per quanto riguarda i periodi di riproduzione, di stesse specie a volte si citano momenti diversi dell’anno. Del rombo liscio si dice che il periodo riproduttivo vada dall’inverno alla primavera, ma personalmente sono dell’opinione che, forse anche in ragione del progressivo riscaldamento del Mediterraneo, esso si sia ampliato. Mi accade, infatti, da un paio d’anni, di vedere spesso, in piena stagione estiva, dei rombi uno accanto all’altro in atteggiamenti che non possono essere che preliminari riproduttivi. Proprio la scorsa estate, ad esempio, li vidi sollevarsi e sfiorarsi. A mio avviso, questi sono certamente segnali che anticipano l’emissione dei gameti.

A qualcosa di veramente straordinario, comunque, assistetti qualche anno fa: qualcosa a cui non saprei dare una spiegazione. Ecco, dunque, cosa vidi e vissi.

Era una di quelle giornate di settembre in cui l’acqua è talmente limpida che in immersione sembra di essere sospesi nel vuoto. Ero a Gaeta, nei pressi di quello scoglio conosciuto come La Nave di Serapo. Grazie a quell’acqua straordinariamente tersa, i miei occhi riuscivano a spaziare su un raggio lunghissimo: davanti a me, infatti, non avevo meno di 40 metri di orizzonte chiaro. Sulla mia verticale c’era un grosso rombo immobile sulla sabbia. A un certo punto vidi una sorta di razzo provenire da una quarantina di metri di distanza lasciando un solco dritto sulla sabbia: con rotta perfettamente rettilinea, infatti, era giunto un altro rombo della stessa grandezza di quello che stazionava sotto di me e gli si fermò accanto, dopo di che cominciò a girargli attorno con strane mosse. Ciò che da quel momento mi sono chiesto e mi chiedo spesso è quale tipo di segnale possa essere scattato tra i due pesci a quaranta metri di distanza e quale tipo di bussola il secondo rombo abbia avuto per percorrere una traiettoria perfettamente rettilinea fino al suo obiettivo, che probabilmente era un rombo femmina.

 

I trachinidi

Le tracine costituiscono un discorso serio, perché sono dotate di una ittiotossina dagli effetti dolorifici molto forti, ma nei casi più disgraziati accade che questo veleno possa entrare in circolo e dare complicazioni da non sottovalutare: addirittura complicanze cardiache.

È un po’ opinione comune che la tracina punga solo quando si ha la disavventura di metterci accidentalmente un piede sopra, ma quelle sono le piccole tracine che vivono a pochi metri dalla battigia e la vittima di solito è il bagnante. Le grandi tracine, invece (sono stati osservati esemplari di tracina raggiata lunghi oltre 40 cm, anche se la media normalmente si aggira intorno alla lunghezza di un buon palmo e oltre), a volte possono essere aggressive: quando, ad esempio, il sub si immerge e le va troppo da presso, non è escluso che la tracina lo aggredisca e lo punga, là dove capita.

Il sacco velenifero è collegato non solo con le prime cinque-sei spine dorsali, tra loro unite da una membrana scura, ma anche con due robusti aculei che il pesce porta sugli opercoli e che potrebbero passare inosservati poiché a volte sono semitrasparenti.

La famiglia dei trachinidi (ordine dei perciformi) è costituita da pesci bentonici, che, al pari dei pleuronettiformi, vivono sui fondali sedimentosi, in particolare al largo delle spiagge. La tracina ha una colorazione giallastra con marezzature o macchie scure in funzione della specie. Nel Mediterraneo ne contiamo quattro: tracina drago (Trachinus draco), tracina ragno (Trachinus araneus), tracina raggiata (Trachinus radiatus) e tracina vipera (Trachinus vipera).

Tracina drago(tracina drago)

Tracina ragno (tracina ragno)

tracina raggiata

(tracina raggiata)

tracina vipera

(tracina vipera)

Questo pesce è compresso lateralmente, in modo da riuscire a insabbiarsi con una leggera ondulazione del corpo e nella maggior parte dei casi lascia scoperta solo la piccola porzione del capo comprendente gli occhi. La bocca è situata nella parte alta, per afferrare al volo (la tracina è in grado di scatti fulminei) eventuali prede che le passino sopra.

Nella stagione degli amori (i mesi caldi) è facile vedere diverse tracine in una piccola area di fondale. Si è osservato che in questo delicato momento di riproduzione le tracine possono essere più aggressive e che l’ittiotossina è più reattiva.

In ogni caso, si sappia che il veleno, di origine proteica, è termolabile, cioè tende a perdere effetto con il caldo. È quindi consigliabile immergere subito la parte colpita in acqua molto calda oppure sotto la sabbia bollente. In caso di malore, il ricovero in ospedale deve essere immediato.

 [I pesci dei fondali sabbiosi – fine]

 

Bibliografia

C. Motta, Organismi marini, Università di Napoli Federico II;
L.G. Mitchell, J.A. Mutchmor, W.D. Dolphin, Zoologia, Zanichelli;
E. Padòa, Manuale di anatomia comparata dei vertebrati, Feltrinelli;
Beccari, Anatomia comparata dei vertebrati, Sansoni;
A. Madonna, Il mare in tasca, Ireco;
A. Madonna, Giocomare, Federazione Italiana Attività Subacquee;
C. Agnisola – Lezioni di fisiologia degli organismi marini – Università di Napoli Federico II;
G. Ciarcia e G. Guerriero, Lezioni di zoologia, Università di Napoli Federico II;
A. Poli, Fisiologia degli animali, Zanichelli;
P. Louisy, Guida all’identificazione dei pesci Marini d’Europa e del Mediterraneo, Il Castello.

 

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