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Viaggio in Mali con l’amico Leo Lombardi, geologo (1)
Il racconto di questo viaggio in Mali non ha niente a che fare con la storia di Ponza ma credo sia interessante per gettare uno sguardo alla storia passata del genere umano. Molti sono stati i viaggi in giro per il mondo ma uno in particolare mi ha colpito, per avere una dimensione in più: è quando sono stato in Mali con Leonardo Lombardi. Lombardi, Leo per gli amici, è quello che ha scritto il libro sugli acquedotti e le cisterne romane presenti a Ponza; è sempre lui che ha scoperto la diga romana di Giancos, a suo dire la migliore e meglio conservata d’Europa [Per gli articoli di Lombardi, sul sito, cerca nell’indice per Autori – NdR]. Raccontando dei numerosi viaggi che Leo aveva fatto nel corso della sua carriera di geologo, mi parlò anche dell’Africa e compresi che non coincideva con quella che avevo in testa, senza averla mai vista: – Se vuoi scoprirla veramente vieni con me. Te la mostrerò volentieri; ci devo andare per controllare dei lavori fatti nei villaggi della savana. La terapia antimalarica fu d’obbligo e fastidiosissima: si componeva di un numero imprecisato di pillole contrassegnate da una lettera, da ingerire prima, durante e dopo il viaggio… Durante il tragitto verso la casa che ci avrebbe ospitato e dove Leo alloggiava insieme alla sua squadra, vidi ai lati della strada tante bottiglie di varie misure poggiate su dei bidoni. Non capivo a cosa servissero ma presto Leo rispose alla mia curiosità con la prima notizia fuor dagli schemi: erano i locali distributori di benzina! Arrivati a Bamako mi apparve ad una svolta una grande discarica a cielo aperto, somigliante a’ngopp’a munnezza” di Ponza, di qualche tempo fa (pale meccaniche, cingolati, macchine rotte e merce varia). Pensai che quando avevano chiuso ’a munnezza , anch’io avevo perso il mio negozio preferito, dove per di più si prendeva la roba gratis! Lì ho sempre trovato quello che cercavo, da un pezzo per la lavatrice ad un pezzo di antiquariato. Con Emanuela ci siamo fatti subito un giro per quel grande “negozio en plein air” e abbiamo comprato di tutto: cucchiaini e mestoli da cucina fatti a mano dalla fusione delle parti di alluminio; dei modellini di auto fatti con le lattine delle Coca Cola; attaccapanni sempre di lamiera, vera arte povera da pezzi riciclati e un paradiso di genialità. Il guardiano della casa ci ha salutato dicendoci in francese: – Come va? Tutto bene? E la mamma? E tuo padre? E la famiglia? E il genero? …E il frigorifero? Passeggiando per la capitale Bamako abbiamo incontrato un altro bianco che Leo conosceva e dopo i saluti di rito chiese a Leo come si arrivava a un determinato posto perché aveva perso l’orientamento. Assurdo, pensai fra me, i soldi che si spendono per cose inutili con la scusa di apportare dei miglioramenti: i Tuareg sono famosi per sapersi orientare e da secoli attraversano il deserto in lungo e in largo; arriva il bianco e si mette a fare il professore! Dopo un giorno di riposo e acclimatazione, partimmo per una prima escursione:
Per trovare il villaggio si usava la bussola e quando si cominciava a vedere qualche traccia umana (buste di plastica, pezzi di carta ) voleva dire che ci stavamo avvicinando…
. [Viaggio in Mali con l’amico Leo Lombardi, geologo. (1) – Continua] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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