Ambiente e Natura

Progetti di messa in sicurezza sull’Arcipelago Ponziano: ecco l’auspicio di “Restauratori Senza Frontiere”

proposto dalla Redazione
RSF. Apollo e Dafne

 

Testo dell’intervento letto il 22 maggio da Alessandra Morelli di “Restauratori senza Frontiere”, in apertura lavori, al Convegno dell’Ordine dei Geologi del Lazio in svolgimento in questi giorni a Ponza (leggi qui).

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Restauratori Senza Frontiere Italia Onlus (RSF) ha come fine istituzionale quello di dare un contributo concreto alla Cultura del Restauro, alla Tutela e alla Valorizzazione dei Beni Culturali in Italia e nel mondo, inseriti nel contesto geologico, naturalistico e paesaggistico. Non a caso RSF, oltre a restauratori, architetti, biologi, chimici, storici dell’arte, nel suo comitato scientifico si avvale della collaborazione anche di geologi.

In questo contesto è innegabile come le Isole Ponziane costituiscano un bene paesaggistico e naturale di inestimabile valore: pertanto è naturale che RSF si occupi anche della loro salvaguardia e conservazione.

La Regione Lazio, in seguito all’evento franoso avvenuto a Ventotene nel 2010 che provocò due giovani vittime, ha provveduto a redigere un Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Arcipelago Ponziano, propedeutico alla realizzazione di una serie di interventi per la messa in sicurezza di alcuni speroni rocciosi delle isole pontine.

E’ dunque di grande interesse anche per RSF, il Corso di Formazione “La geologia di Ponza: risorsa e rischio”, organizzato dall’Ordine dei Geologi del Lazio che si sta svolgendo a Ponza in questi giorni.

Il Corso è finalizzato, oltre che ad illustrare la geologia dell’isola e dell’evoluzione del paesaggio, alla trattazione degli interventi di consolidamento e dei lavori di mitigazione del rischio, anche con sopralluoghi e visita in cantiere.

“Restauratori Senza Frontiere”, avendo visionato gli elaborati di alcuni progetti che verranno illustrati durante il corso, auspica che gli interventi previsti vengano realizzati, come d’altro canto più volte descritto negli elaborati progettuali, oltre che con l’impiego delle tecnologie più efficaci a contrastare gli eventi franosi, anche nel massimo rispetto dei vincoli e delle peculiarità paesaggistiche delle differenti porzioni del litorale pontino. Dunque il criterio generale da adottare per gli interventi, dovrebbe basarsi sul requisito della massima efficacia e della minima invasivita’.

Inoltre si ritiene fondamentale che venga previsto un costante controllo, monitoraggio e direzione dei lavori con tecnici specializzati, in modo che si mantenga una “viva” percezione dell’evoluzione delle coste in oggetto e che si preveda una procedura snella ed efficiente per realizzare velocemente ed in maniera adeguata gli eventuali interventi correttivi futuri, nel rispetto del paesaggio ma soprattutto delle persone che ne dovranno usufruire in sicurezza.

RSF auspica infine che si possa iniziare una proficua e efficacie collaborazione con l’Ordine dei Geologi del Lazio, prevedendo in futuro un primo evento che tratti di casi nei quali la geologia e restauro sono in evidente simbiosi.
Prof. Marisa Laurenzi Tabasso
Presidente del Comitato Scientifico di RSF

Dott. Riccardo Ginanni Corradini
Geologo, membro del Comitato Scientifico di RSF Italia Onlus

 

Roma 21 maggio 2014

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    24 Maggio 2014 at 10:21

    Non riesco a capire il senso di questa lettera: ci si presenta ad un convegno e si auspica che gli interventi non siano invasivi ma rispettosi dell’ambiente naturale ecc.

    Ma a Ponza, che si dice essere un patrimonio, siamo di fronte a interventi esecutivi, per quanto riguarda Chiaia Di Luna già realizzati con risultati a dir poco sconvolgenti. A Frontone c’è un progetto in via di realizzazione, dove si conoscono i tempi tecnici, i materiali e le aspettative dell’opera, per cui si sperava che le conoscenze tecniche e culturali di Restauratori senza frontiere, potessero illuminare il dibattito indicando i rischi o i vantaggi dell’opera da realizzare. Probabilmente, in quel Convegno, non avevano una delega per affrontare nel dettaglio l’analisi dell’opera proposta, ma sarebbe sicuramente di interesse pubblico un loro intervento in questa direzione.

  2. Alessandra Morelli

    25 Maggio 2014 at 23:33

    Esatto Vincenzo, siamo venuti a Ponza per assistere al corso di aggiornamento dedicato ai geologi, per meglio comprendere il piano di mitigazione del rischio idrogeologico programmato sull’isola. Non avevamo delega per dire la nostra sull’argomento, allora abbiamo letto il nostro comunicato chiedendo la preventiva autorizzazione all’Ordine professionale.
    Nei tre giorni che si sono susseguiti abbiamo quindi ascoltato, ci siamo confrontati e abbiamo dibattuto con i geologi. Abbiamo compreso che da parte di chi ha progettato il piano, sicuramente c’è stata sensibilità e competenza, poichè si è deciso di intervenire solamente nelle situazioni ritenute indispensabili e con sistemi ritenuti meno impattanti dal punto di vista ambientale. Ma il problema è un altro ed è decisamente più a monte: per quale motivo ci si affanna a mettere in sicurezza l’arcipelago ponziano, meta estiva di appassionati del mare con la M maiuscola e non si fa altrettanto sulle tanto amate Dolomiti dove per problematiche simili si lasciano morire centinaia persone l’anno?? Abbiamo concluso che la risposta è una sola, in Italia non esiste una normativa nazionale che regola le responsabilità di chi amministra i territori. A Ventotene un sindaco viene condannato per un fatto accaduto quando lui non era più in carica, nel Sud Tirolo chi rischia di morire in montagna si prende la sua responsabilità e la famiglia della vittima non va a chiedere ammenda a chi amministra quel territori.
    La battaglia va quindi iniziata su due fronti, certamente attraverso il controllo di chi metterà in opera i lavori progettati a Ponza dai professionisti, ma ancora più importante sarà la rivoluzione culturale che in Italia andrà avviata, per portare ad una evoluzione le normative che regolano la responsabilità di ognuno di noi quando fruisce dell’ambiente naturale.
    In ogni modo, lo scambio di opinioni e il dibattito che si è sviluppato in questi giorni con i geologi certamente porterà i suoi frutti, è probabile che nel prossimo futuro si arriverà ad un evento sull’argomento dell’interazione tra ambiente geologico e del patrimonio storico artistico.

    Alessandra Morelli
    Vice Presidente di RSF Italia Onlus

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