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Comunicato

Riceviamo in redazione dal Comitato Ponza nel Cuore, e pubblichiamo

pne2 [1].

Egregia Redazione,
è nostra intenzione sottolineare le gravi inesattezze volutamente apportate dall’ufficio stampa del Comune di Ponza, in riferimento al progetto ‘PFU Zero nelle Isole Minori’, che prevede il recupero a terra e sui fondali dei Pneumatici Fuori Uso abbandonati

Alcuni ponzesi di ritorno da Formia hanno notato stranamente che a bordo della nave Quirino era presente un mezzo articolato che recava a bordo pneumatici usati. La cosa ha destato immediatamente scalpore e curiosità, perchè di solito gli stessi automezzi raggiungono la terraferma per raggiungere la discarica e non il contrario. Molti ponzesi si sono chiesti il motivo della presenza a Ponza di un camion pieno di pneumatici usati, provenienti verosimilmente da Formia.

Ad avvalorare la tesi che si stava compiendo un qualcosa di molto strano c’è il fatto che, poco dopo, lo stesso automezzo scaricava gli pneumatici che aveva nel proprio cassone sulla banchina Molo Musco.

“Chissà – avranno esclamato gli abitanti di Ponza – che si stia promuovendo un’altra fiction?”

Purtroppo, vorremmo rispondere di no! O magari … proprio sì!
Infatti l’automezzo in parola era giunto da Formia carico di pneumatici e, come si vedrà,  stava procedendo a scaricare gli stessi in località Molo Musco.
Il tutto dovrebbe dimostrare il risultato della giornata ecologica, facendo credere che gli stessi sono stati recuperati in mare.
La cosa  irrita molto per due motivi: in primis, atteso che chi domani leggerà il comunicato stampa penserà che nei mari ponza c’era tutta quella “monnezza”, automaticamente diventerà pubblicità negativa per l’isola; in secundis, con questa sceneggiata, hanno preso in giro i bambini delle scuole, nonché le Istituzioni.

Pertanto mi auguro che i promotori forniscano una giustifica e ci mettano la faccia o eventualmente ci dicano dove andare a prendere l’anello da metterci al naso.

N.B. – Le foto in allegato mostrano quanto da noi asserito con l’aggravante che gli stessi pneumatici non erano minimamente bagnati e non presentavano altresì i classici segni della permanenza in mare (erba, denti di cane, molluschi)