Ambiente e Natura

La Grotta del Serpente a Ponza (1)

a cura di Martina Carannante

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E’ stata recentemente ripulita (parzialmente liberata dai rovi e dai detriti che si erano accumulati) su iniziativa della Pro-loco, la Grotta del Serpente sita in località Santa Maria a Ponza.
Ne proponiamo una breve memoria di Martina, alcune foto (della stessa Autrice) e la legenda dal tabellone della Sovraintendenza ai Beni Archeologici, una lodevole iniziativa che durante la precedente amministrazione (negli anni 2008-2009) ha sistematicamente catalogato e apposto cartelli segnaletici / esplicativi sulle maggiori strutture di interesse archeologico dell’isola.

Un problema cruciale, a Ponza, è che i beni archeologici sono spesso di proprietà privata. Senza nascondersi dietro un dito o vuote parole, auspicheremmo una presa di posizione da parte dei pubblici poteri al fine di contemperare le ragioni della proprietà e quelle della fruizione comune del bene.
Chi può aiutarci a fare chiarezza, in questo campo?

La Redazione

1. Accesso fronte strada

“Ad occidente del descritto peterro vi è questa spelonca, lunga palmi 200 e larga 150, incavata nella dura roccia, e la volta sorretta da altissimi piloni. La prima terza parte è tutta di fabrica reticulata ed intrigata di corridoj e celle, che indicano un serraglio di animali o di uomini. Non à molto che vi si è tolto un lungo e grosso condotto di piombo, da vastissima vasca d’acqua sottoposta. Un’antichissima tradizione nel modo indicato fa chiamarla”. Questo scrive il Tricoli, nella sua opera “Monografia per le isole del gruppo ponziamo” (1855), nelle prime pagine descrive ciò che lui stesso ha visto in arrivo a Ponza e le parole arcaiche precise si riferiscono al sito della Grotta del Serpente.

La Grotta del serpente è una cisterna romana sita nella parte superiore della zona chiamata “mare ’i coppa” (mare di sopra).
Ponza, in epoca romana aveva il porto situato a Santa Maria (ricordiamo che quello di oggi è borbonico); l’entrata al porto era lunga e stretta, per poi allargarsi più avanti in  una zona rettangolare dove poter ormeggiare le navi.
Il porto, come mi spiega Domenico Musco, era fatto così per permettere un maggior controllo; nel canale le barche potevano entrare una alla volta e quindi essere controllate e eventualmente attaccate con facilità.

2. Grotta serpente.1. Accesso

È stata chiamata grotta del serpente perché piena di bisce che trovavano quel luogo ideale per la sopravvivenza. Un’ altra spiegazione di tale nome l’ho trovata sul mensile Ponza mia (rivista del 1965-66, mese di aprile itinerario n° 5) che lo lega ad una legenda: si narra che in tale luogo vivesse un serpente lunghissimo che intimoriva i passanti.
Nel relativo “itinerario turistico” su Santa Maria e i Conti trovo altri riferimenti alla cisterna romana: “L’immensa cisterna del serpente si incontra intatta sulla Via Nuova da Le Forna, dopo la casa di Ciro Mazzella. È la maggiore alimentatrice della villa romana pochi metri più in basso. Appena arrivati al sito restiamo colpiti dagli archi a tutto sesto e muri reticolati di epoca romana. La cisterna, in ordine di grandezza è la seconda in tutta l’isola, ma architettonicamente è la più perfetta. L’antro è profondo circa 40 m in lungo e in largo si estende con cinque navate larghe di 2 metri, intervallate da colonne della stessa ampiezza “.

3. Grotta serpente. Fronte dell'accesso dalla str. Provinciale

Analizzando la postazione della cisterna ci rendiamo conto che è posta a ridosso di una collina; le acque scendevano lungo essa e tramite dei canali scendeva fino a cadere nella cisterna tramite un foro dall’alto (ancora visibile). Nel suo percorso, l’acqua trascinava con sé detriti di ogni tipo: ramoscelli, paglia e materiale pietroso. Una volta caduta nella prima vasca (di decantazione), l’acqua progressivamente scendeva nella successiva e il materiale di scarto veniva eliminato dagli schiavi. La grotta del serpente è ricca di cunicoli in modo tale da permettere l’ossigenazione dell’acqua.

Interno.1

 

Interno.2

Ancora oggi si confonde la grotta del serpente con l’acquedotto romano, il quale aveva le sue cisterne terminali di raccolta a Santa Maria, sull’attuale via Loggia.
Dal momento che i romani non avevano l’elettricità e l’acqua non può risalire, l’acquedotto e la Grotta del serpente non hanno collegamenti.
Per maggiori informazioni sulll’acquedotto romano consultare l’opera di Leonardo Lombardi in “Impianti idraulici romani” (in 11 puntate! CERCA NEL SITO).

È quindi l’acquedotto romano che collegava per via sotterranea Santa Maria e il Frontone – fino ad alcuni anni fa esplorabile in questa parte – e non la Grotta del Serpente ad essere stato interessato da una frana che impedisce il passaggio proprio sotto la Chiesa di S. Giuseppe.

Dai romani fino alla prima colonizzazione sono passati secoli, il territorio fu ampiamente mutato e la grotta del serpente subì dei cambiamenti, tanto da essere parzialmente riempita di terra e ricoperta di vegetazione, canneti e arbusti vari. A lungo rimase così, anzi quella era una zona che veniva evitata in quanto sentendosi strani rumori si credeva nella presenza di spiriti maligni, “munacielli” e quant’altro. Uno speleologo, giunto sul luogo e incuriosito da questi racconti, iniziò a studiare la zona per farsi un’idea. Si rese conto che proprio sotto i suoi piedi c’era il vuoto, iniziò a scavare e  si aprì un cunicolo, si calò al suo interno e “scoprì” l’opera romana.

Grotta serpente.3

 

Grotta Serpente.4

Ci sono vari racconti legati alla grotta del serpente, uno dei quali vide come protagonista mio nonno Aldo e alcuni dei suoi amici, in periodo fascista. I ragazzi erano seduti su un muretto, poco distanti dal sito in questione, giocavano e si divertivano. Passò di lì la milizia fascista e uno dei ragazzi, ingenuamente parlò. I militari presero il gesto come ingiurioso e irrispettoso e promisero una punizione. Spaventati, per non farsi prendere dai militi scapparono nella Grotta del serpente.
I fascisti, non conoscendo il territorio e né tantomeno la grotta, furono costretti alla “resa” e i ragazzi scamparono alla punizione.

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[La Grotta del Serpente a Ponza (1) – Continua qui]

3 Comments

3 Comments

  1. vincenzo

    26 Settembre 2014 at 17:34

    Molto si è scritto e discusso sulla pulizia della grotta del serpente e sulla possibilità di poterla finalmente aprire al pubblico, purtroppo invece ho notato che è stata recintata la zona e si notano cartelli su scritto ‘proprietà privata’.

    Non avevamo dubbi che quelle pulizie di volontari, fatti anche in anni diversi erano frutto appunto di azioni spontanee ma quella azione, ultima spontanea e dal mio punto di vista generosa ha indotto il proprietario a decidere di chiudere il sito.

    Ora spetta all’amministrazione comunale con la sovrintendenza ai beni archeologici fare la giusta azione nei confronti del privato.
    Questo è un caso esemplificativo in cui si contrappongono due interessi quello privato e quello pubblico, di solito a Ponza prevale quello privato, staremo a vedere se la regola vincente continuerà a prevalere.

  2. silverio lamonica1

    26 Settembre 2014 at 19:10

    Se non sbaglio, la proprietà privata interessa il terreno antistante: pochi metri quadrati. Se è così, facciamo una colletta, compriamo il terreno donandolo al Comune e si risolve il problema. Comunque la Soprintendenza ai Monumenti e altri organi competenti potrebbero suggerire un esproprio per pubblica utilità.

  3. Biagio Vitiello

    26 Settembre 2014 at 20:53

    Sarebbe opportuno sapere di chi è la proprietà, e poi chiedere al proprietario di aprirla al pubblico; oppure, se non è in grado anche di mantenerla, darla in affitto al Comune.
    “Esproprio” è una parola di altri tempi!

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