Attualità

Buona pesca, Capitano!

di Martina Carannante
Antonio Mazzella by Salvo Galano.

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Che scherzi tira il destino! Tiene in serbo per noi le cose più assurde; a te poi ha riservato la peggiore. È inutile cercare di capire, perché niente serve per potersi fare una ragione… E’ così e basta.
Oggi non riesco proprio a smettere di pensare e maledirlo, quel destino.

Poi così, all’improvviso mi compare, proprio sotto una tua foto, una massima di Charlie Chaplin: un giorno senza un sorriso è un giorno perso!
Tu l’avevi capito. Sorridevi sempre, anche se magari quella non era la tua giornata migliore.

Durante la settimana, a meno che non fosse brutto tempo davvero, in giro non ti facevi vedere; ligio al lavoro… mica ti abbiamo chiamato Capitano per nulla! Tu non eri capitano né di una crociera, nè di una nave, ma della paranza che sbarca i migliori gamberi in circolazione!
…Eri fiero di questo.
Poi il venerdì e il sabato sera, o nei giorni festivi, uscivi a divertirti come tutti i ragazzi.
All’Onda Marina e al Winspeare eri di casa, e ora sarà veramente difficile non vederti più lì.

Tutti ti conoscevano e ti volevano bene per quello che eri: spontaneo, chiacchierone, amante di tutte le donne e “cumpagnone”.
Ogni volta che ci vedevamo, dopo le solite chiacchiere sul più e sul meno e i tanti complimenti che mi facevi, mettevi la “buona parola per Carmine” e io ti ringraziavo.
Ma per tutti avevi una parola buona, e ogni chiacchierata finiva sempre con “ti voglio bene”.
Grande tifoso della Juventus, sulla tua barchetta bianca tirata sulla spiaggia di Santa Maria avevi dipinto tante stelle quanti sono stati gli scudetti.

Di te, nel ricordo mio come di tutti gli amici, rimarranno i tuoi occhi, grandi e furbi quasi a dire: “guarda che ti frego!” …Ma poi non fregavi proprio nessuno perché eri buono come il pane, e il tuo era uno splendido sorriso.
Capitano, sicuramente navigherai per mari fantastici e continuerai a pescare …e a sorridere a chiunque incontrerai!

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La foto di Antonio è tratta dal libro fotografico di Salvo Galano: “L’isola – Ponza 1986-2002”; Peliti Associati Ed.; 2002

2 Comments

2 Comments

  1. Sandro Russo

    6 Maggio 2014 at 07:51

    Chissà perchè la morte di un giovane sconcerta e disorienta, anche se, quel giovane, lo si conosce appena…
    E’ come se ci fosse stato un attentato alla vita ‘in generale’, a quello che dovrebbe rappresentare la vita tutta, con le sue speranze e le sue aspettative folli… come se quella morte riuscisse a troncare ogni alba, ogni risveglio gioioso, pur sapendo che, sempre, ogni giorno nasconde centinaia di morti nel mondo, ad ogni nostro risveglio…
    Come se li rappresentasse tutti e tutti insieme…
    Sembra molto strano, conoscerlo solo ora che è morto. E proprio perchè è morto si vorrebbe saperne di più, della sua storia…
    Per mantenere il ricordo

  2. vincenzo

    6 Maggio 2014 at 09:45

    L’ho conosciuto e ho apprezzato la sua mite voglia di esistere e di farsi comprendere.

    Sulle ciglia ti cadono le foglie.
    Sopra la tomba il cielo s’addormenta,
    e in questo mite abbandono d’acque
    il suono alato dei tuoi passi
    ritorna, come allora, nelle siepi.

    (di Roberto Roversi)

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