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L’odore del tempo che fugge

di Gabriella Nardacci
VENEZIA [1]

 .

L’odore del tempo che fugge


Mi basta sentire l’odore di un pergolato e del vino nei tini,

l’odore delle cantine e della legna,

l’odore della mentuccia dopo averci camminato sopra…

L’odore dei frantoi che lavorano le olive e l’odore del pane avanzato pregno d’olio.

Mi basta sentire l’odore del fumo dei camini,

l’odore di un libro nuovo,

l’odore dei miei figli e di mia madre,

l’odore della pioggia,

della terra smossa,

della nebbia,

l’odore della cera delle candele

e l’odore del mare…


E forse, sento l’odore della nostalgia e del tempo che fugge

portandosi sempre più lontano,

tutto il tempo trascorso tra ninnoli e risate,

tra ricordi operosi e sogni,

tra le carezze del giorno e le lacrime della sera,

quando non si vedeva nel cielo una sola stella

e si aveva voglia di camminare scalzi…

.

Foglie sull'acqua. Riflessi [2]

Per una breve monografia sugli “odori” leggi anche i più recenti articoli pubblicati sul sito: qui [3]e qui [4]