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La politica nelle isole minori. (2)

di Vincenzo Ambrosino
Alba-sulle-Ponziane [1]

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Per  la prima parte dell’articolo, leggi qui [2]

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Sono molto d’accordo con Rosanna che ha fatto una sintesi perfetta della situazione: stiamo alla frutta perché non c’è una proposta politica per creare uno sviluppo sostenibile per cui siamo destinati ad assistere inermi al percorso che ci condurrà all’abbandono dell’isola ed ad una seconda colonizzazione che vedrà l’isola trasformarsi in un villaggio turistico estivo.
Non sono d’accordo con Gennaro Di Fazio e Enzo Di Giovanni perché non ho mai parlato di “Riserva indiana”, semmai ho parlato di “resistenza isolana per la rinascita”.

Quando c’è una falla in una barca la prima cosa da fare è otturarla non certo mettersi a filosofare sulla disgrazia.
Detto questo a Ponza c’è gente che continua ancora ad andare via e così sarà per gli anni a venire.

Chi va via da Ponza? Tutti quelli che hanno una scusa o una necessità: basta poco!
Perché basta poco? Perché non conviene  stare a Ponza: i servizi non sono adeguati per viverci d’inverno!

Ma allora chi andrà più a scuola? Chi organizzerà per i ragazzi magari la banda musicale e il ping-pong? Chi si occuperà di tenere un bar aperto per far giocare a carte i vecchi? Per chi costruire un porto? Per chi avere una doppia corsa delle navi d’inverno?

Ma prima che sia troppo tardi qualcuno grida il suo dolore!
E chi dovrebbe raccoglierlo questo grido di dolore?

A mio avviso dovrebbero raccoglierlo i rappresentati diretti di questi ultimi isolani, cioè gli amministratori del comune di Ponza.
Non ci crediamo? Non ci credete? Questi pensano ad altro?

D’altra parte questi isolani, se hanno un problema, non possono che rivolgersi agli amministratori, non ci sono altri interlocutori, politici, economici, sociali che hanno l’interesse di ascoltare questo “grido di dolore”.
Quotidianamente i cittadini di Ponza fanno delle richieste ai loro amministratori ma io vado oltre e dico a questi amministratori: – Cari amici, abbiamo una falla da otturare, datevi da fare altrimenti, governerete un cimitero e non certo una comunità viva!

Eppure  c’è gente che si sbatte per fare, che vuole esistere, che cerca di far vedere il suo valore, che è pronta a mettersi in gioco, che lancia mille messaggi aspettando che qualcuno li raccolga (in un prossimo articolo parlerò di questi residenti invernali volenterosi, capaci e disponibili ad operare).

Ci sono decine di associazione composte da volontari pronti a rimboccarsi le maniche e mettersi all’opera per ricostruire quel tessuto sociale, culturale ed ambientale: questi uomini e donne residenti d’inverno a Ponza, hanno dimostrato di saper fare ma devono essere coordinati, valorizzati, finanziati, strutturati affinché il loro impegno individuale diventi forza propulsiva.

Ci sono tante strutture da far funzionare: il museo, l’ex scuola media, la tenso-struttura, le stesse scuole. Per allungare la stagione turistica abbiamo bisogno di una nuova offerta turistica che va tutta pensata e questo si fa con chi ha voglia di fare e bisogna che queste iniziative si promuovano d’inverno senza aspettare l’estate.

Ci sono o non ci sono i delegati al Turismo, alla Cultura, alla Istruzione sul Comune di Ponza? Cari Amministratori sicuramente ci sono gli interlocutori nella cittadinanza invernale per potere far partire queste cose.

Per prima fermare e poi invertire l’esodo bisogna che i ponzesi che rimangono si sentano finalmente protetti e curati dagli amministratori: non solo i preti devono andare casa per casa a benedire ma anche gli amministratori devono farlo per comprendere quali sono realmente le situazioni di crisi che investono le famiglie. Ponza non è una metropoli, Ponza è un isola, dove d’inverno le case sono tutte vuote: non deve essere molto complicato farsi il giro delle famiglie residenti invernali e raccogliere le giuste istanze.

 

Questa (visita) ha una valenza psicologica: il Sindaco non è il burocrate che si mette in poltrona a fare le leggi e aumentare le tasse, il Sindaco è il Primo Cittadino che deve conoscere e comprendere i problemi della sua comunità e per questo si accolla i pregi e i difetti cercando di migliorare i difetti e valorizzare i pregi della sua comunità.

Non possiamo più permetterci di parlare dei problemi dell’isola di Ponza, isola minore, in termini astratti ma dobbiamo sempre riferirli alla popolazione residente invernale

Tutti gli atti amministrativi devono essere a dimensione di residente invernale, devono mirare a migliorare la condizione di vita dei cittadini residenti: non si può pensare a costruire strutture che non siano utilizzabili dai residenti  invernali e che non siano fatte per migliorarne la qualità della vita. Quando si pensa di istituire un appalto pubblico questi deve essere pensato per ampliare le possibilità di lavoro dei residenti. Quando si pensa di attuare piani particolareggiati, piani di utilizzo arenile, piani regolatori… questi devono essere politicamente pensati alla salvaguardia della residenza.

Ecco l’importanza di ideare una corsia preferenziale in tutti gli atti amministrativi per garantire ai residenti di poter raggiungere gli obiettivi: la sopravvivenza sull’isola per tutto l’anno.

Mi rivolgo a questa amministrazione e non a generiche forme organizzative perché l’amministrazione per me è l’interlocutore dei cittadini e quindi deve essere garante del benessere dei cittadini residenti.

E’ l’Amministrazione, per esempio, che decide:

1. come e quando spostare la Centrale Elettrica e la relativa politica energetica intesa anche come risparmio nella bolletta;

2. quali e quante infrastrutture costruire;

3. se andare alla BIT o al contrario puntare prima a costruire le basi interne per una nuova offerta turistica;

4. se fare o non fare la variante al piano regolatore;

5. se a Cala Feola si farà la zona balneare o portuale;

6. se privilegiare gli operatori della nautica o quelli dell’ombrellone;

7. se fare una politica di recupero archeologico e del mattone;

8. se privilegiare il turismo delle famiglie o quello della movida;

9. se puntare sulle associazioni locali o quelle esterne per creare un calendario annuale degli eventi culturali, sociali e ambientali;

10. se puntare a investire in strutture essenzialmente turistiche estive o utili per tutto l’anno;

11. se puntare attraverso il dialogo continuo con i residenti a trovare le soluzioni legali per traghettare il vecchio modo di operare nel nuovo.

 

Si potrebbe continuare all’infinito per far comprendere l’importanza delle scelte amministrative per la comunità governata, ma penso che chi doveva capire ha capito!