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I dissalatori fantasma delle isole

a cura della Redazione

Dissalatore.1

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A ideale seguito dell’articolo “L’acqua di Ponza” pubblicato solo pochi giorni orsono su questo sito (leggi qui), aggiungiamo altri tasselli all’intricata vicenda dei dissalatori, come viene ricostruita da un articolo sull’edizione odierna del quotidiano Latina Oggi.
l. R.

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ACQUALATINA
La spesa rinviata

I retroscena dei dissalatori per le due isole
Costeranno 15 milioni, dovevano essere consegnati nel 2006

Emergono ulteriori incongruenze nella vicenda della costruzione dei dissalatori per l’acqua potabile sulle due isole e soprattutto nel calcoli e nel ruolo della Regione Lazio oltre che di quello di Acqualatina spa.
Secondo il protocollo che sta per essere firmato tra la Pisana e il gestore del servizio idrico, i dissalatori saranno pronti per il 2018 ma questo termine cozza con un altro stabilito sempre dalla Regione Lazio in una sua delibera del gennaio del 2005 (dunque di nove anni fa); in quel provvedimento c’era scritto che i due dissalatori sarebbero stati consegnati inderogabilmente entro giugno del 2006 per Ventotene e entro dicembre dello stesso anno per Ponza. Entrambe le strutture dovevano essere finanziate tramite la tariffa, due milioni di euro l’anno dal 2002 al 2006, dopo di che quei soldi invece che per i dissalatori sono stati «spostati» sulla voce energia e la realizzazione degli impianti è slittata negli anni.

Nel frattempo la Regione ha continuato a pagare il trasporto, costato complessivamente tra il 2003 e il 2012 venti milioni di euro pagati ai privati che forniscono e trasportano l’acqua a Ponza e Ventotene.
Nella delibera di giunta regionale del 2005 c’era scritto che la Regione si impegnava a pagare il trasporto fino al 2006, ossia fino alla entrata in funzione degli impianti di dissalazione, dopo di che, a prescindere dai motivi per i quali non sarebbero stati realizzati, il trasporto di acqua per le due isole doveva essere svolto «da Acqualatina spa con oneri a carico della tariffa del servizio idrico».
Adesso a otto anni di distanza dalla scadenza di quel termine si sta firmando un nuovo protocollo d’intesa che fa slittare l’entrata in funzione dei dissalatori al 2018 e a pagarli sarà in gran parte la stessa Regione per un impegno di spesa complessivo pari a 15,2 milioni di euro. E la giustificazione è che negli ultimi anni i soldi necessari per le isole sono stati spesi per depuratori e dearsenizzazione, ossia per voci che erano comunque già note nel 2002 e non emerse all’improvviso.

 

Scarica qui il file .pdf dell’articolo di Latina OggiLatina Oggi. 14.02.2014. p. 4. Dissalatori

 

1 Comment

1 Comment

  1. arturogallia

    15 Febbraio 2014 at 23:31

    Sarebbe interessante sapere:
    – quanta acqua dovrebbero produrre?
    – quanta acqua effettivamente serve?
    – quali opere accessorie serviranno? (Cisterne, collettori, stazioni di pompaggio)
    – dove sarà/saranno ubicato/i?
    – quale impatto ambientale e paesaggistico?
    – come sarebbero alimentati energicamente?

    Le tecnologie in merito sono aumentate incredibilmente, rendendo queste opere altamente efficienti. Ad Itaca, isola greca, utilizzano 4 dissalatori per una popolazione residente di circa 3000 abitanti che triplicano d’estate. Le 4 unità sono ubicate in 3 luoghi diversi (2+1+1) ma interconnessi tra loro da una rete idrica che trasporta l’acqua dissalata in grandi serbatoi di stoccaggio (d’inverno viene prodotta acqua in eccesso e messa da parte per l’estate) e poi distribuita alle utenze (ogni abitazione ha ancora una cisterna per lo stoccaggio individuale).
    Le 4 unità dei dissalatori sono in realtà 4 container al cui interno è posto l’impianto. Hanno un impatto risibile, un costo di installazione banale e un costo, be’ impensabile per la politica italiana: 500mila euro a unità (tot. 2 milioni di euro).

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