Attualità

A Ponza non si può più neanche morire

di Martina Carannante
Dal Cimitero. Vista Zannone.JPG

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Vivere su un’isola comporta gioie e dolori, e tutti i suoi abitanti “stanziali” lo sanno bene: accettano le condizioni e amano viverci lo stesso e nonostante tutto.
La nave non viaggia: ci deve stare, con il mare forte non si scherza. I professori mancano: può capitare, se la nave non parte e non ci sono professori sufficienti in loco. La posta non arriva: purtroppo le Poste Italiane non sono in buone acque e anche a Ponza se ne registrano le conseguenze.
…Ma addirittura non poter celebrare un funerale per mancanza di parroco, proprio non si può accettare.

Non ricordo bene chi, un po’ di tempo fa, mi raccontò di un funerale svoltosi in piena estate: la popolazione era impegnata nelle attività estive e non si accorse di cosa stava succedendo. Questa persona mi disse: – In estate non si può morire a Ponza, perché tutti pensano ai fatti loro e nessuno pensa al dolore, meglio morire d’inverno.

Il 29 gennaio scorso è venuta a mancare la signora Anna, nella frazione di Le Forna. Secondo la teoria siamo “nella stagione giusta”, Anna avrebbe dovuto essere accompagnata, nel suo ultimo viaggio, nella maniera più dignitosa possibile. Invece così non è stato.

Sull’isola mancavano entrambi i parroci perché impegnati in un ritiro spirituale a Roma; ovviamente la diocesi non ha provveduto a mandare alcun sostituto, non tanto per un’eventuale funzione straordinaria (funerale, estrema unzione), quanto per la normale celebrazione eucaristica quotidiana.
Che il vescovo si sia un po’ dimenticato delle “pecorelle” ponzesi, al di là delle celebrazioni patronali, ce n’eravamo accorti da tempo; non più di un mese fa è venuta a mancare la mamma del parroco di Le Forna. Egli ovviamente, raggiunti i suoi cari per i funerali, aveva lasciato la sua chiesa scoperta. Anche allora la diocesi non ha mandato alcun sostituto e si è rischiato di non poter celebrare la funzione religiosa domenicale a le Forna. Fortunatamente il parroco reggente la parrocchia della SS. Trinità ha rinunciato alla celebrazione nella zona porto per soddisfare i fedeli della Chiesa dell’Assunta.
Questa volta, a giocare un ulteriore scacco, è stata la nave, che ferma nel porto di Formia dalla mattina del 30 non ha fatto pervenire nessun parroco sull’isola.
Le condizioni meteo-marine continuano a peggiorare e ciò fa intuire che prima di domani mattina nessun mezzo raggiungerà Ponza; intanto la salma è stata portata al cimitero, ma ulteriori problemi si presentano: il cimitero non ha posti sufficienti e la salma deve essere tumulata il prima possibile.
Oltre al dolore, tanta è la rabbia dei familiari.

A Ponza, che sia estate o inverno, non si può neanche più morire.

Cimitero. Ingresso

 

7 Comments

7 Comments

  1. Antonino Di Stefano

    31 Gennaio 2014 at 19:01

    E non siete contenti ? Siete tanto ansiosi di morire a Ponza ?

    • Luigi Vitiello

      31 Gennaio 2014 at 21:32

      Caro Antonino, noi non siamo ansiosi di morire ma vorremmo solo farlo con dignità.

  2. Gennaro Di Fazio

    31 Gennaio 2014 at 22:28

    Non credo che il dolore della morte meriti commenti di questo genere; non credo che le difficoltà di una comunità debbano essere canzonati da una battuta al limite se non addirittura oltre la volgarità. La denuncia di Martina Carannante merita rispetto così come tutte le gravi condizioni che stanno vivendo gli abitanti dell’isola di Ponza. Su questi tipi di articoli lasciamo i commenti a chi ha la sensibilità a comprenderli.

  3. Antonino Di Stefano

    1 Febbraio 2014 at 09:36

    Eh! Ma come siete suscettibili! Per me morire con dignità significa altro che le parole di un prete che non si prende manco la briga di sapere chi fosse il morto e svolge burocraticamente la pratica. Morire con dignità per me significa soprattutto poter scegliere quando morire e che a parlare di me siano amici e parenti e non un prete a fare da garante per l’eternità.

  4. Giovanni Conte di Silvano

    1 Febbraio 2014 at 10:36

    “Caro” Antonino, qui si va oltre le parole. Tralasciando il caso in questione, per noi ponzesi morire è un vero problema, il Cimitero è in parte inutilizzabile perché pericolante e quindi c’è carenza di posti; poi morire, specialmente fuori dall’isola, lo si deve fare “con tempismo”. L’anno scorso una signora morta in ospedale a Roma, a causa del mare grosso, è stata sballottata tra Roma, Terracina e Formia per quattro giorni, prima di arrivare a degna sepoltura, quindi…
    La morte non è una scelta… come diceva Totò, è una cosa seria e va rispettata, perciò per me i tuoi commenti sono decisamente fuori luogo

  5. Antonino Di Stefano

    1 Febbraio 2014 at 14:54

    La mia battuta era riferita al titolo: “A Ponza non si può manco morire”. Purtroppo si muore anche a Ponza, la burocrazia ed i preti gambe lunghe, sono un altro discorso…

  6. Giovanni Conte di Silvano

    1 Febbraio 2014 at 18:03

    Una battuta fuori luogo

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