Carannante Martina

“Tre pecore viziose”, di Scarpetta, nella messa in scena del Nuovo Teatro Ponzese

foto 2 (2)di Martina Carannante

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Ieri sera, intorno alle 21:00 nel salone dell’ex scuola media, il Nuovo Teatro Ponzese, tornava sul palcoscenico, dopo un fermo di due anni, con la prima della commedia di Eduardo Scarpetta: “Tre pecore viziose”.

Eduardo Scarpetta, nato a Napoli nel 1853, fu attore e commediografo italiano; il più importante attore e autore del teatro napoletano tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Creò il teatro dialettale moderno, che ancora oggi si usa e si specializzò nell’adattare la lingua napoletana in moltissime pochade francesi; la sua commedia più celebre, Miseria e nobiltà, fu però una creazione originale del suo repertorio [Fonte Wikipedia].

Che sarebbe stato un gran successo già lo si percepiva da giorni, Ponza e i ponzesi erano tutti in fermento per questo evento perché, qui, non capita tutti i giorni andare a teatro!
La sala era piena già un’ora prima dell’inizio della commedia, la maggior parte sono giovani dai 16 ai 30 anni, tutti in fermento quasi fosse la prima di un concertone all’Arena di Verona.

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Lo spettacolo inizia con un intervento di Antonio De Luca, sull’importanza del teatro e su come i ponzesi fanno e vivono il teatro, anche con tutte le difficoltà che si possono riscontrare per la mancanza di luoghi adatti e fondi. Spende ottime considerazioni su tutti gli attori della compagnia, sia veterani che new entry. Fa un excursus sul teatro dall’antica Grecia al moderno e ricorda due figure importanti ponzesi del teatro italiano e mondiale: Francesco Cordella e Silvestri.

La trama della commedia. “Le pecore viziose” sono Fortunato, Camillo e Felice che, a dispetto della loro situazione familiare, se la spassano con tre giovani donne alle quali lasciano credere di avere serie intenzioni di sposarle. Ma dovranno fare i conti con Beatrice, figura imponente e autoritaria, moglie di Fortunato, sorella di Camillo e zia di Felice, la quale tiene le redini di tutta la famiglia, essendo la ricca proprietaria che amministra tutte le sostanze di casa”.

La commedia consta di tre atti e dura circa due ore. Da ridere dall’inizio alla fine.
I complimenti vanno a tutta la compagnia che con impegno, sacrificio e amore per l’arte hanno portato in scena un capolavoro teatrale tutto napoletano.

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1 Comment

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  1. polina ambrosino

    4 Gennaio 2014 at 03:08

    Ringrazio Martina, anche da parte dell’intera compagnia, per l’articolo scritto. La passione per il teatro, grazie a Dio, non si è affievolita negli anni, e ogni volta che mettiamo in scena una nuova opera, è come se fosse sempre la prima volta. Certo, negli anni, qualcuno di noi, per motivi di lavoro o d famiglia, non ha più potuto dedicarsi alla messa in scena degli spettacoli, ma nel nostro ricordo e nel nostro cuore, nessuno manca! Quest’anno abbiamo voluto esporre le locandine di tutti gli spettacoli rappresentati negli anni dal Nuovo Teatro Ponzese, e, a parte le prime tre, messe in scena negli ormai lontanissimi anni 84-85-86, e un paio di cui le locandine sono andate perse, ci sono tutte…e rivederle è stato un pò come rivedere noi stessi passare dall’adolescenza all’età adulta. Quest’anno, finalmente, abbiamo accolto nella compagnia nuovi elementi davvero soprendenti e positivi con cui abbiamo trascorso mesi di lavoro, di risate, di confidenze, di amicizia. A Ponza, da sempre, fare teatro è stato soprattutto questo: creare aggregazione, amicizia, collaborazione attraverso la cultura. Poiché è facile fare aggregazione nello sballo, di cui, però, non resta nulla di positivo. Mentre attività come questa ,oltre a migliorare noi stessi nell’impegno per la preparazione, danno soddisfazioni immense al momento della realizzazione finale. L’adrenalina che c’è dietro le quinte, prima di salire in scena, gli ‘in bocca al lupo’, la solidarietà quando si sbaglia, poichè sbagliare è umano, sono la parte migliore della messa in opera di uno spettacolo. Auguro a tutti i giovani, soprattutto, di avere passioni come quella per il teatro: vivere e realizzare le cose passione dà senso alla vita.

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