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Natale di un ponzese in Sardegna. “Notte de chelu” – Notte di cielo

di Salvatore Di Monaco
Gregge di pecore al mare. Sardegna [1]

 .

Nella folla di ricordi che in questo periodo si fanno largo nella mia mente mi è venuto il desiderio di riandare ai  primi Natali che ho passato in Sardegna dove la mia famiglia si era trasferita per le esigenze di lavoro di mio padre e, precisamente, a Terranova Pausania – ora Olbia – ricreando così l’atmosfera del Natale dei miei primi anni di scuola.

Il Natale, tanti anni fa, si svolgeva nel calore della famiglia… la mamma affaccendata in cucina, le noci, le mandorle al forno, i mandarini, i fichi secchi, le castagne…
E un tocco di Ponza, immancabile: gli struffoli e le zeppole.

In fondo alla stanza il presepe fatto con tanto amore: con le statuine di gesso e la capanna di sughero che odorava di  muschio, mirto e lentischio; la nonna paterna, lì vicino, che declamava la ninna nanna a Gesù bambino.

Preparazione presepio 2012 002 [2]

Il momento più emozionante per noi ragazzini era la posa della letterina di Natale che mettevamo sotto il piatto del babbo al pranzo del giorno di Natale. Quella letterina comprata con i nostri piccoli risparmi, ornata d’oro e sormontata dall’immagine del Presepe.
L’avevamo compilata con grande attenzione sotto lo sguardo vigile della maestra.
Iniziava sempre con le stesse parole: “In questo Santo Giorno…” e finiva immancabilmente con: “…prometto di essere buono, di stare più attento a scuola e dare a voi, cari genitori, tante soddisfazioni”.
Il babbo armeggiava ad arte col piatto sotto il quale avevamo messo la nostra letterina… quindi, prese le lettere, le leggeva ad alta voce, e sempre, un luccicone compariva nei suoi occhi. Quindi si metteva la mano in tasca e regalava cinque lire – allora erano d’argento! – a ciascuno, che venivano regolarmente “sequestrate” da mamma Maria con la promessa di comprarci ‘lei’ tante belle cose.
Noi ragazzini eravamo al centro dell’attenzione… Ora bisognava declamare la Poesia che la nostra maestra ci aveva insegnato con tanti sforzi e, qualche volta… perché no.. con una leggera bacchettata sulle mani per attivare di più il nostro impegno.
La poesia era bellissima: “La Notte Santa” di Guido Gozzano… ricordate?
Consolati Maria del tuo pellegrinare…
il campanile scocca lentamente… ecc. ecc…

Natale, allora… in Sardegna. Le greggi belanti, i campi verdi immensi, le notti silenziose…

Greggi imbrunire [3]

Quale scenario più appropriato al grande evento… Un suono di canna (launeddas)… il pastore sogna… il Bambino nella mangiatoia, Maria e Giuseppe, la Stella cometa… Andemus a sa grutta de lughe totta allutta… – Andiamo alla grotta inondata di luce…

Launeddas [4]

…Tutto mi è rimasto nel cuore!

Sereno Natale
da Salvatore Di Monaco

 

…Altre strofe da:  “La Notte Santa” (1914), di Guido Gozzano

 

…   …   …

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

    …   …   …