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Finalmente il ‘Turistico’ a Ponza!

 di Vincenzo Ambrosino

cambiamento [1] .

Finalmente il ‘Turistico’ a Ponza! – così esulta il Consigliere Delegato all’Istruzione del Comune di Ponza:
“Da oggi  è ufficiale, grazie al grande aiuto della Provincia di Latina, all’impegno del Provveditorato agli Studi di Latina e al Comune di Ponza, dal prossimo anno ci saranno due grandi cambiamenti/miglioramenti per quanto riguarda la scuola:
– autonomia piena con preside e segreteria dedicati solo alle scuole di Ponza, nessuna reggenza;
– cambiamento storico dell’indirizzo dall’attuale ITC a Istituto Tecnico per il Turismo, naturalmente solo per i nuovi iscritti”.

Voglio ricordare alla Consigliera del Comune un vecchio proverbio: “Quando fai bere tuo figlio alla sorgente ricordati sempre di chi l’ha conservata fino ad oggi”.

La lotta per la conservazione dell’autonomia scolastica è stata fatta negli anni da studenti e professori, personale ATA che hanno cercato e trovato il consenso di politici sensibili e delle famiglie isolane, contro anche  Presidi e Presidenti, contro i numeri, contro la mancanza di finanziamenti e contro le riforme dell’istruzione volute da governi di destra.
Conservare in vita ancora la scuola a Ponza è stato merito di professori, famiglie e studenti che hanno scelto di  lavorare e vivere con continuità in quest’isola, malgrado tutto.
Detto questo andiamo all’attualità.

Questa scelta del “Turistico” è stata fatta dall’amministrazione senza coinvolgere il personale della scuola e gli utenti, ma poco importa, perché siamo in una democrazia della delega in bianco, quindi l’importante adesso è il beneficio concreto che si spera apporterà all’isola questa novità.

Adesso tutto cambierà!?
Uno dei motivi ispiratori che ha spinto a  cambiare l’indirizzo della superiore era di invertire l’esodo invernale legato alla scelta di formazione scolastica quindi dobbiamo dedurre che adesso con il “turistico”:

Consiglio da subito al Sindaco e alla stessa Consigliera di contattare la Scuola Media e verificare quanti studenti hanno l’intenzione di iscriversi alla superiore di Ponza perché le notizie che mi giungono non sono incoraggianti.

Un altro motivo ispiratore era l’ambizione di dare all’isola nuove professionalità coerenti al sistema economico di base del territorio?

Se devo parlare dell’isola che ho sotto a miei occhi dico che non serve alcuna nuova professionalità visto che il turismo è improvvisato e in mano ad organizzazioni familiari che gestiscono le loro attività con competenze tramandate da padre in figlio.
Ma qualcuno mi potrà dire che è appunto questo sistema familistico che va superato!
Certo che sì, per esempio i nuovi diplomati conosceranno oltre all’inglese e il francese, un’altra lingua il tedesco e queste competenze potranno essere impiegate per una offerta turistica che si vuole allungata e quindi servire gli stranieri, sempre più numerosi.
Ma la scuola è solo una sovrastruttura in un sistema economico che ruota intorno al turismo che rimane balneare, per cui il nuovo va tutto strutturato con idee, finanziamenti, impegno politico per  creare la nuova organizzazione.
Ecco la vera politica da mettere in campo!

Un’amministrazione impegnata nel creare le condizioni strutturali e organizzative per allungare la stagione turistica.

Solo su questo aspetto ci sarebbe da parlare a lungo: l’amministrazione impegnata capillarmente nel coinvolgere associazioni ambientali, culturali, sociali, imprenditori e operatori economici a trovare la strada della cooperazione per garantire standard qualitativi e quantitativi e far fronte alle nuove offerte turistiche e ai relativi costi di gestione adatti alla bassa stagione.

Rivoluzione culturale!
“Non più un turismo che insegue la domanda ma un’isola che sceglie di investire in una sua offerta turistica compatibile con le risorse ambientali e storico-paesistiche, quindi investire su una residenza stabile e continuativa solo in questa ottica la scuola diventa la fabbrica che sforna le nuove conoscenze, le nuove professionalità per garantire tale offerta”

Tutto questo non l’ho sentito dire; per questo io rimango ancora freddo agli annunci e come quel filosofo francese osservo l’esistente: “Il cambiamento non è quello che facciamo, ma quello che ci succede”; in altre parole: “i governi, la politica, non determinano più un progetto, lo accompagnano semplicemente” perché sono le circostanze, le opportunità, le discontinuità, magari le inchieste della Magistratura che creano le realtà che ci condannano a vivere nel mondo in cui viviamo!