Lamonica Silverio

Flavia. La fanciulla delle isole

di Silverio Lamonica
Donato Cuono. Flavia

.

Silverio Mazzella (al Brigantino) da vero Indiana Jones delle isole, ha scoperto un’altra rarità del nostro già ricco patrimonio culturale.

Si tratta di un romanzo del maestro elementare Donato Cuono scritto agli inizi  degli anni ’30 del secolo scorso, edito da Raffaele Colacione in Napoli nel 1933.

Di Donato Cuono purtroppo non conosciamo la biografia; alcuni suoi parenti, con lo stesso cognome o con cognomi acquisiti (Migliaccio) vivono tuttora a Ponza, altri addirittura negli U.S.A. Sarebbe interessante che qualcuno di loro ci fornisse notizie più approfondite di questo insegnante che nei primi anni del secolo scorso giunse a Ponza da Napoli, almeno così m’è stato riferito.

La vicenda che si svolge nel sec. XIII tra l’anno di grazia 1217 e il 1240 circa, ha come scenari Ponza, Napoli e l’Egitto. Flavia è una bellissima ragazza ponzese, sedicenne, figlia del pescatore Silverio. Gente molto umile, semplice ed ospitale fino all’eccesso, come il nostro sottolinea fin dalle prime pagine del libro: “E’ un difetto di tutti gli abitanti delle isole, è un fatto veramente inesplicabile di sentirsi, non sappiamo perché, inferiori dinanzi al forestiere, ricercarne ad ogni costo l’amicizia, ascoltarli, subirne le imposizioni quando sa farle, ritenere per tanti oracoli le sue parole, comportarsi insomma come servi verso padroni e pur di ottenere da essi un sorriso sono capaci di tutto questi figli del mare: di aprire loro le case, di cedere il tetto, la mensa, l’animo, il cuore.
Sono anime fatte così, non c’è che fare; lo sa Dio quando si correggeranno.”

Proprio su questa eccessiva disponibilità fa leva il corsaro Noradino, il quale con uno stratagemma rapisce la giovane Flavia e con la nave, ancorata nella baia di Diva Luna, la porta  lontano.

Il romanzo è farcito di “robusti precetti morali” alla maniera del “Libro Cuore” di De Amicis, ma non mancano descrizioni di avvenimenti drammatici: la tempesta che fa naufragare la nave di Noradin sulle coste laziali, dopo la fuga da Ponza,  di ambienti esotici come la corte del Sultano d’Egitto, alla maniera di Salgari, mentre lo stile “aulico” e alquanto ridondante, rimanda a D’Annunzio.

Giotto di Bondone. La legenda di S. Francesco. 11. San Francesco davanti al Sultano. La prova del fuoco. Tra il 1297 e il 1300

Giotto di Bondone. La legenda di S. Francesco. 11. San Francesco davanti al Sultano. La prova del fuoco. Tra il 1297 e il 1300

Nel romanzo ha un ruolo rilevante San Francesco d’Assisi il quale, “Il giorno si San Giovanni dell’anno di grazia 1219” s’imbarca ad Ancona su una nave per raggiungere l’Egitto e poi i “Luoghi Santi” (la Quinta Crociata). Lascio al lettore scoprire il motivo di questa “sacra” partecipazione al racconto, nel corso del quale l’autore coglie ogni occasione per magnificare “la grandezza dei figli d’Italia” dal Santo di Assisi a Dante e via via fino a Virgilio, Scipione l’Africano e tanti altri “dell’illustre schiera”.
Come pure appare evidente il rammarico per la “Patria divisa” (siamo appunto nel Medio Evo) e l’auspicio dell’arrivo di un “duce” che sappia tenere unita e salda la Patria.

L’autore risente – senza dubbio – l’atmosfera di quell’epoca in cui venivano esaltati i valori di “supremazia” e di “potenza” dell’Italia rispetto ad altri popoli e ad altre fedi, l’ebraica e soprattutto la musulmana.

Ma al di là di tali evidenti esagerazioni, più che forzature, c’è qualche affermazione ancora oggi attuale, come la situazione dei carcerati nel medioevo, costretti in celle buie e maleodoranti (sotto tale aspetto oggi la situazione è diversa): – “La società si può migliorare col rendere bene per male, al delitto, invece della scure, offrire un lavoro continuo, giacché col lavoro, muta preghiera d’espiazione, tanti tapini guadagnerebbero quel pane che senza sudore non dovrebbero mangiare”.

Il romanzo, di 425 pagine, è disponibile presso la libreria “Al Brigantino” Corso Pisacane – Ponza.

1 Comment

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  1. Ciro Cuono

    1 Gennaio 2014 at 08:03

    Sono Ciro Cuono dagli Stati Uniti. Sono il pro pro nipote di Donato Cuono. Egli nacque nel Cilento e fu esiliato sull’isola di Ponza. Il Donato di cui si si referisce era un nipote di Donato Cuono dal Cilento.
    Mio Nonno Bismarck Donato Cuono era un cugino del Donato Cuono il maestro.
    Vi posso dare più informazione su di lui; devo chiedere al mio padre e zie.
    Saluti,
    Ing. Ciro Cuono

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