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La scelta di Ike. I miei viaggi. (4). In Europa

di Ike Brokoph

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Ike ci ha preso gusto! Con questa e altre due puntate sui viaggi, scritte in completa autonomia, Ponza racconta perde un’intervistata e guadagna una collaboratrice stabile, con un’attenzione e una sensibilità elettive per gli aspetti artistici e culturali.
Benvenuta Ike!
S. R. & Redazione 

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Per i precedenti articoli della serie, digita: – Ike – , nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio
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Riguardo ai viaggi, sì, mi potrei definire ‘viaggiatrice’ ma più che altro ‘ricercatrice’.

È solo un limite economico che non mi ha permesso di fare altri viaggi finora.
Mi piace scoprire altri ambienti naturali ed i popoli che ci vivono, le loro usanze, la loro lingua, insomma, altre culture e magari stare in un ambiente che non sia un albergo ma una famiglia o una struttura più vicina alle persone del luogo.

Prima di partire mi preparo sul paese che andrò a visitare, provo di imparare un po’ della sua lingua; poi la prevenzione minima necessaria per mantenere la salute (vaccinazioni, informazioni sulle norme igieniche), e poi parto… di solito aperta a quello che viene, a quello che mi offre ogni giorno nuovo in un ambiente sconosciuto.

Torno arricchita e piena di stimoli nuovi per lavorare; o semplicemente con un diverso punto di vista su cose che prima non riuscivo a comprendere.
Al ritorno mi rimane la soddisfazione di  aver visto un altro ambiente o lo stimolo a voler tornare, per approfondire la conoscenza del posto scoperto e della sua gente.

Preferisco scoprire un posto nuovo da sola, senza lasciar distrarre la mia attenzione dalle varie esigenze che richiede la partecipazione ad un gruppo; così riesco in pieno di percepire la prima impressione che un posto mi dà e mi tuffo completamente nella novità, entrando in contatto con la realtà in cui mi trovo… sarà per qualche istinto animale rimasto che vuole, prima di allargare i contatti, annusare l’ambiente nuovo…

Dopo questa prima fase, molto personale, mi diverto aanche a dividere le cose scoperte con altre persone e/o a continuare le scoperte in compagnia.

 

A parte la Danimarca della mia infanzia, e anche l’Austria e Venezia, di cui abbiamo già parlato, ho cominciato a viaggiare  negli anni dell’università.

Con il mio fidanzato siamo andati la prima volta in Francia a Bordeaux e Lacaneau. Siamo andati in macchina e mi ricordo che a Parigi ci siamo persi, prendendo così l’occasione di visitarla, che non era nel programma.

Francia. Bordeaux e Lacanau [1]

 

Lacanau France. Spiaggia sul'Atlantico [2]

Lacanau (France): spiaggia sull’Atlantico

A causa di un campeggio che discriminava i Tedeschi, preferendo ospiti di tutte le altre nazionalità, abbiamo pernottato nel frutteto di una signora anziana molto carina, che con la sua dolcezza e le sue coccole (café au lait e baguette fresca con burro e marmellata fatta in casa e formaggio fresco… tutto di propria produzione) ci ha tolto l’amarezza dell’accaduto e siamo anche tornati a salutarla.
Dopo è andato tutto liscio e abbiamo avuto tre settimane stupende. Sulla via del ritorno ci siamo fermati per la notte a Parigi, questa volta senza perderci.

Solo anni dopo, di maggio, sono arrivata per lavoro un’altra volta a Parigi. Dovevamo misurare l’obelisco di Ramsete II a Place della Concorde. Il viaggio l’abbiamo fatto da Monaco in aereo… Che avventura! …Era il mio primo volo, pensavo sarebbe stato anche l’ultimo!
L’aereo non riuscì ad atterrare a Parigi perché una delle ruote del carrello si era bloccata. Allora fece tanti giri sopra la città e tutto questo durante un temporale.
Dopo quel viaggio ero diventata immune alle turbolenze e alle vertigini, tanto da poter arrivare,  sotto un diluvio e con una sorta di gru traballante a 35 metri di altezza sulla punta dell’obelisco Parigi ci ha poi ricompensati – eravamo un gruppo di quattro colleghi – con un bel tour serale della città.

Parigi. Obelisco di Ramses II [3]

Parigi. Obelisco di Ramses II a Place de la Concorde

In un’altra occasione, come viaggio per conto dell’università, siamo andati con l’autobus in Olanda per dei progetti di restauro. Dovevamo studiare alcune tipiche case antiche di campagna, prendendo poi le misure per il restauro. In quell’occasione ho potuto vedere Leer e Groeningen e ho imparato che il vero tè frisone in Olanda si beve con panna fresca e tanto zucchero a cristalli grossi (se no, rimane amarissimo…) che scricchiolano quando cadono nel liquido caldo.

Groningen [4]

Groeningen: case e canali

Venimmo anche avvertiti di non guardare nelle finestre delle case, perché lì non usavano tende, anche se le finestre sono molto basse. È un’usanza che risale al periodo puritano nel quale avere delle tende avrebbe significato aver qualcosa da nascondere davanti alla comunità…).
Tornando, sempre col pullman in Germania, dovevamo fare una relazione e un esame su quel viaggio.

Anni dopo, quando già vivevo in Italia, sono stata anche ad Amsterdam, che mi è piaciuta molto con tutta la gente mista, tranquilla per strada, musica di strada dappertutto e le case belle colorate. Assomiglia un poco alle città in Danimarca. Quella volta ho viaggiato in aereo, comodo, perché l’aeroporto è al centro della città.

Amsterdam. Canali e case [5]

Veduta ad Amsterdam

In Grecia , nel ’91, sono arrivata in aereo da Berlino. La prima tappa era Salonicco, la famiglia del mio fidanzato. Ho vissuto la Grecia in famiglia e attraverso lui ero già abituata ad usanze e lingua.

I ritmi sono più lenti dell’Italia e mi sentivo più vicina alla gente del posto che a lui, che aveva perso tante qualità  del suo popolo, diventando troppo razionale, calcolatore  e frettoloso… Insomma adatto alla sua professione e al mercato che lo richiedeva…

La famiglia mi ha accolto con tanto calore e semplicità, mostrandomi anche alcuni ‘trucchi’ in cucina.
Poi siamo partiti per Atene, che tutti mi avevano descritto come sporca e caotica… ma poiché già conoscevo il traffico al Sud, non mi impressionava per niente e mi sono divertita a girare con altri amici del posto per la città.
Da Atene partiva un traghetto per le isole: Naxos, Paros ed Antiparos, che se mi ricordo bene proseguiva per Thaxos. Su quel traghetto immenso per la prima volta in vita mia ho sofferto il mal di mare, cosa che non è mai più successa.

Arrivando a Naxos, che sin dal primo impatto mi piaceva e che è ben più grande di Ponza, prendevamo una macchina in affitto e ci indirizzammo verso il nostro alloggio, un appartamentino in una struttura a due piani (piano terra e primo piano) con un balcone sul mare.
Ancora ho sulla lingua il ricordo della mia colazione preferita…una coppa immensa di yogurt greco fresco con pezzi di cocomero o con miele e noci. Il cibo greco a Naxos assomiglia al nostro qua e si usa molto la carne di capra e il pesce, ma anche patate lesse.

Naxos. Spiaggia.1 [6]

 

Naxos. Spiaggia.2 [7]

Spiagge a Naxos

I giorni passavano con le trattative per il terreno comprato, le misurazioni, il geometra ecc. andavamo ad osservare il terreno e scoprii che includeva anche una chiesetta antica, molto pittoresca, con la variazione  greca del mio cognome… Rimasi stupita.
La burocrazia in Grecia è ancora più scocciante di qua, ma quando c’era tempo, andavamo in giro per l’isola in esplorazione e ho avuto alcuni momenti di deja vu, vedendo delle case di campagna in pietra, come si trovano anche nell’Italia del Sud.

Quel che mi è piaciuto anche molto è, che Naxos ha un centro di ricerca biologica importante, che con tutta questa natura intorno è una struttura molto utile. Magari si realizzasse anche qui da noi (a Ponza, intendo) una struttura simile! Le nostre isole non hanno niente da invidiare a quelle greche, al confronto!
Mi trovavo molto bene con la gente dell’isola, ma quando siamo partiti col traghetto per Thaxos, poi per Salonicco e da lì per Berlino… purtroppo mi ero resa conto che con il mio fidanzato non sarei mai più tornata a Naxos.

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