Attualità

Che peccato!

di Michele Rispoli
Porto. Anno 1963

 .

Ieri sono venuto a conoscenza di una decisione che mi ha rattristato . Le ultime “cianciole”, zaccalene, lampare di Ponza, come si suole chiamarle, saranno rottamate.
I proprietari hanno deciso di chiudere l’attività.

Il pensiero mi porta indietro di qualche decennio, quando il porto di Ponza era zeppo di zaccalene: Apollo, Pola, Fratelli Feola, Michelangelo, Astori S. Silverio, Giosuè, Geppino, Angelina o Commarella, la barca dell’amico Mutariello (non ricordo il nome).
Oltre a quelle citate, c’erano le barche per la pesca al pesce spada. Un’altra quindicina.

Ponza era ricca, il turismo era una risorsa minima e per pochi. Tutte queste barche assicuravano  un reddito a centinaia di famiglie.
Ricordo un diverbio presso uno studio commercialista, tra un marinaio ed il capo barca padrone che aveva consegnato il modello 101 al marinaio dove veniva riportato un reddito di circa 28.000.000 di lire ed il marinaio si lamentava perché tale reddito non gli permetteva di prendere i diritti di disoccupazione.
Oggi è l’esatto contrario, gli ultimi pescatori forse sopravvivono con la disoccupazione.

Perchè la decisione di rottamare le barche.
Una barca come l’Apollo 12  che per costruirla occorrono due milioni di euro, oggi si accontentano di rottamarla per forse € 300.000,00…

Oggi, a Ponza, non ci sono più le condizioni di esercitare tale pesca.

Le banchine sono destinate al turismo, lì è possibile fare qualsiasi tipo di attività, ma non riparare le reti e depositarle per due mesi invernali. Sono costretti a portarle in campagna dove i topi provocano solo danni.

Non è stato mai fatta una politica per la pesca: capannoni dove ricoverare e riparare le reti.
Prima le autorità marittime permettevano di poggiare le reti temporaneamente sulla banchina Nuova o al molo Musco, oggi non è possibile.
I pescatori sono operai di serie zeta mentre, gli operatori turistici sono i fortunati.
Esempio lampante: abbiamo due nuove barche a Ponza, ristrutturazione di vecchie barche da pesca con regolare licenza; ebbene, le nuove barche sono mesi che attendono i documenti: copiare le vecchie licenze è difficile.
Abbiamo gli uffici marittimi d’Italia zeppi di personale, abbiamo centinaia di computer, ebbene… le licenze non arrivano e questi pescatori non possono andare a lavorare.
Chi sta in ufficio mangia e beve e quanta più burocrazia c’è, più sono importanti.

Tutti abbiamo letto i disagi che incontra il Presidente dell’Associazione Sportiva Ponza Calcio.
È mai possibile una cosa del genere?

Evidentemente Ponza deve continuare a morire. Già siamo morti, ci riesumano e ci riseppelliscono ogni volta.

I ragazzi di “Ponza c’è” durante la passata amministrazione scrissero una richiesta al Sindaco affinchè li aiutasse. Bene, questi ragazzi sanno e conoscono la richiesta.

…Fatelo!

 

Immagine di copertina: il porticciolo di Ponza nel ’63

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