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Le croci di Ponza (1)

di Mimma Califano

La cappelletta della Salita Croce. Panorama [1]

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Qualcuno avrà certo notato che a Ponza ci sono diverse cappelle votive con la Croce.
Viene da chiedersi come mai…
Poi… chiacchierando, chiacchierando con un’amica – Civita De Luca, che non solo ha parecchi anni dei suoi, ma spesso alla propria memoria diretta, somma anche i ricordi trasmessi da genitori e a volta nonni – ho scoperto il perché.

Un bel po’ di tempo fa, più o meno a partire dagli inizi del Novecento – con qualche interruzione; sicuramente nell’intervallo tra le due guerre, e poi con regolarità fino circa agli anni ’60 – ogni due o tre anni arrivavano sull’isola dei Padri Passionisti  (ancora oggi ogni tanto vengono, ma le modalità sono un po’ diverse).

In genere arrivavano in tre e si fermavano per pochissimi giorni.
Appena si diffondeva la voce del loro arrivo, tra i fedeli più praticanti si poneva un primo interrogativo. Come fare per sfamare anche loro?
Oggi può sembrare ridicolo disporre di un piatto di minestra in più. Ma a quei tempi la questione poteva diventare seria.
Se le condizioni di tempo consentivano di andare a pesca, allora ’na vrancat’i pisce (una manciata di pesci) anche per loro non era difficile da racimolare. Un po’ più complicato era trovare una mezza pagnotta di pane e una “cotta” di legumi, quando la fame a Ponza era davvero nera.
Comunque i fedeli, in qualche modo – o rinunciando ad una parte del loro già esiguo pasto quotidiani o attingendo alle riserve di casa –  riuscivano ad assicurare un pasto anche ai Padri Passionisti,  peraltro abituati ad accontentarsi veramente di poco.

Al loro arrivo, i Padri si dividevano i compiti.
Uno andava casa per casa a confortare e pregare, un altro lo faceva dal pulpito della Chiesa e qualcun altro andava a cercare un luogo dove poter piantare la Croce che avevano portato.
Già… i Padri Passionisti arrivavano con una Croce, ecco perché ne troviamo tante a Ponza!

Viva impressione suscitavano le prediche in Chiesa, e non solo per le parole forti che utilizzavano, ma anche perché non era raro che mentre dal pulpito un Padre predicava, i suoi compagni si flagellavano. Con una corda che alla sua estremità ne aveva altre più piccole e/o dei nodi. La chiamavano “la disciplina”: i vecchi ancora ricordano l’atmosfera da Giudizio Universale che si creava in chiesa e ne erano – allora erano bambini essi stessi – impauriti e attratti

In una queste occasioni, in una fredda e tempestosa sera d’inverno, finita la predica mentre i fedeli ‘mazzuliati’ si apprestavano mestamente ad uscire sentono ancora un ammonimento dal predicatore: – Nel fare ritorno alle vostre dimore, sentirete i rintocchi delle campane ‘a morto’. A chi per strada vi chiederà: cosa succede? Chi è morto? Dovete rispondere: Sono per te, peccatore, che non sei neppure venuto in Chiesa!
I primi a farne le spese furono i pochi avventori dell’unico locale all’epoca presente in piazza.

L'interno della cappella della salita Croce [2]

Una di queste Croci fu posta sull’angolo di un giardino della via Quagliara, nella zona sopra il tunnel che va verso Giancos; la via all’epoca prendeva il nome dalla presenza di reti per la cattura delle quaglie.
Con il tempo, gli abitanti del quartiere intorno a quella Croce hanno costruito una cappella e la strada si è chiamata Salita Croce.
Anche in altre zone sono state edificate delle cappelle votive di protezione e di culto per le Croci lasciate dai padri Passionisti.

Croce. Particolare [3]
Proporremo le prossime volte le altre cappelle e croci sparse per Ponza, con la spiegazione dei simboli rappresentati.

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Nota
La Congregazione della Passione di Gesù Cristo (Congregatio Passionis Iesu Christi) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio, fondato da San Paolo della Croce (1694-1775). I membri di questa congregazione clericale, di voti semplici, detti popolarmente Passionisti, pospongono al loro nome la sigla C.P..San Paolo della Croce (nato Paolo Francesco Dànei; 1694 – 1775) mise per iscritto la prima bozza di regola della Congregazione nel dicembre del 1720. Egli la chiamò, all’inizio, I Poveri di Gesù (detta poi dal 1741 dei Chierici scalzi della Santissima Croce e Passione di N. S. Gesù Cristo).
Nel 1725 papa Benedetto XIII concesse a Paolo il permesso di radunare compagni.

Passionisti Emblema [4]

L’emblema della congregazione consiste in un cuore di nero, bordato d’argento e sormontato da una croce pure d’argento; nel campo l’iscrizione: JESU XPI PASSIO (La Passione di Gesù Cristo; XPI, in lettere latine, sono le iniziali di Cristo in greco); in punta i tre chiodi della crocifissione. Il cuore è sostenuto da un ramo d’olivo simboleggiante la pace e uno d’alloro, simbolo di immortalità.

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