Ambiente e Natura

Ai cacciatori di Ponza

di Rosanna Conte
Cacciatore al tramonto

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E’ dal 15 settembre che si è aperta la stagione della caccia e, su H24notizie, troviamo la notizia che lo scorso 16 ottobre i carabinieri di Ponza hanno denunciato un ponzese che stava cacciando col suo fucile in località Tre Venti mentre c’è il periodo di fermo.

Cacciare un uccello con un fucile – o anche prenderlo con le trappole – non è un’attività encomiabile, vista la disparità fra l’uomo con fucile e il piccolo pennuto, e, dal mio punto di vista, considerare la caccia uno sport è fra le più grandi ipocrisie umane, come considerare la guerra necessaria (sul tema, leggi qui).

L’esercizio sportivo serve allo sviluppo e al mantenimento di alcune abilità del corpo e della mente, ed i cacciatori adducono  queste motivazioni a supporto della loro passione. Ma le abilità che la caccia sviluppava nell’uomo del paleolitico erano necessarie per la sopravvivenza allora, non oggi, tanto più che la caccia odierna si fa in maniera completamente diversa da quella di millenni fa. Basti pensare alle armi usate.

Intanto, è dal neolitico (circa 10 mila anni fa), che l’uomo, con la scoperta dell’agricoltura ha potuto far fronte alla sua fame anche non cacciando in maniera intensiva, ed è dal mesolitico (circa 6-7mila anni fa), con l’inizio dell’allevamento, che la caccia ha potuto anche essere messa da parte perché la carne necessaria alla propria alimentazione era di facile reperimento.

E’ sopravvissuta, però, nei millenni perché simboleggia il potere dell’uomo sulla natura, evidenzia la sua forza e, assecondando un istinto arcaico lento ad estinguersi, l’uomo prova soddisfazione nel cibarsi delle sue prede. Da non tacere è anche l’assimilazione del grande cacciatore all’immagine del ‘maschio’, infatti tra i ‘cacciatori’ non si annoverano donne. Diverse sono pertanto le motivazioni del suo perdurare nel tempo, ma  certamente vanno esclusi gli aspetti “sportivi”.

Nell’attesa che questa passione tramonti, come sono tramontate tante abitudini dell’uomo paleolitico e neolitico, è bene che ci siano delle leggi a regolamentare l’attività venatoria e che siano rispettate.
E’ per questo che la notizia riportata da H24notizie mi è dispiaciuta.

Per capacitarmi sono andata a leggere il calendario venatorio del Lazio ed ho scoperto che il 16 ottobre non è di per sé una giornata di fermo e potrebbe tranquillamente essere il secondo giorno su tre per settimana nei quali il cacciatore è autorizzato a sparare. Potrebbero esserci problemi per l’orario, visto che la caccia in questo periodo va dalle 6,30 alle 18,15 e, solo per la beccaccia, dalle 8.00 alle 17.45; inoltre, la preparazione dell’appostamento (escluso per la beccaccia per cui è vietato) non può essere fatta prima delle 3,30.

Insomma, non sono riuscita a trovare il punto di incontro della notizia con le linee generali che regolamentano la caccia nel Lazio.
Credo che fra i lettori di Ponza racconta ci siano molti cacciatori: potrebbero fornirci delucidazioni in merito.

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