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Una sola ‘linea’

di Giuseppe Mazzella

Linea di Osvaldo Cavandoli [1]

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Uno degli “sport” preferiti da noi Ponzesi è quello di servirsi di altri per “togliersi i sassolini dalle scarpe”.
Uno “sport” che, probabilmente, affonda le sue radici nei duri anni della colonizzazione e nei decenni successivi, quando uno Stato forte e severo, gestito a volte da persone corrotte, non dava ai poveri coloni alcuna possibilità di difesa.

Sono passati secoli, ma questa abitudine sembra essere rimasta.
O ricorrendo alle lettere anonime indirizzate alle Autorità preposte o cavalcando a chiacchiere il don Chisciotte di turno ovviamente in privato, salvo poi sconfessarlo in pubblico.

Questo capita un po’ anche al nostro sito. Che è continuamente strattonato per fargli dire questo o quello.
È bene che su questo punto si faccia ancora una volta chiarezza.

Ponza racconta è e deve restare una opportunità per tutti, una piazza in cui ognuno liberamente e civilmente possa esprimere la propria opinione – laudativa o critica – nei confronti delle gravi questioni che sono sul tappeto.
Siamo sempre stati aperti al confronto, perché solo dal confronto e non dal “silenzio dei non innocenti” può venire del bene alla nostra isola.

Ponza racconta è nata per salvaguardare la nostra identità, valorizzarla, farla conoscere e se possibile amare.
Non emaniamo dogmi, non pensiamo di conoscere le soluzioni ideali per la nostra piccola realtà.
Vogliamo cercarle assieme, fidandoci esclusivamente del buon senso e della buona volontà di tutti.

Ponza racconta – e in questa sta la novità forse sconvolgente per qualcuno – non si pone come obiettivo “la presa del potere”, ma più modestamente invita ad interrogarci sulla nostra storia e le nostre tradizioni, per trovare idee costruttive da promuovere.

Il successo di un’impresa si crea conquistando credibilità.
E la credibilità è dimostrare nei fatti di dire e fare la stessa cosa e non di pensare ad altro, perseguendo fini diversi.

Quando ci viene rimproverato di non avere una linea editoriale, quasi fossimo un “potere”, ci viene rimproverato in effetti di non essere al servizio di una parte. Noi siamo, invece, al servizio dei nostri concittadini senza mete segrete o altre.
La nostra linea editoriale è la civile espressione delle diverse visioni, cercando di trovare tutti assieme quella condivisa.

Ponza racconta non è un’arma impropria per tutelare interessi di parte o spingere gli isolani in una certa direzione.
Restiamo attenti e critici, convinti che le idee buone alla lunga daranno buoni frutti.

 

Un organo di informazione è veramente tale, nel senso più nobile del termine, quando è libero da condizionamenti diretti, economici e politici.
Ripeto: noi non abbiamo dogmi da imporre a nessuno. Seguiamo l’attualità cercando di individuare le possibili scelte giuste da offrire ai nostri lettori.
Noi vogliamo sollecitare le coscienze per un cambiamento di mentalità, non abbiamo l’ardire e l’arroganza di educarle.

Nonostante le oggettive difficoltà del momento, ho fiducia nella intelligenza dei Ponzesi che sapranno trovare la via giusta per risolvere i tanti problemi di cui soffriamo.
A noi di Ponza racconta l’orgoglio di poter contribuire a questo processo virtuoso.

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Nota
In copertina, vignette da ‘La Linea’ di Osvaldo Cavandoli (1920-2007)