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Ribi. Negli occhi dei pesci lacrime

segnalato da Luisa Guarino

Karmen Corak_Ribi27 copia [1]

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La primavera se ne va / gli uccelli gridano / negli occhi dei pesci lacrime.
[Un  haiku di Matsuo Bashō]

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FOTOGRAFIA — Festival Internazionale di Roma

VACATIO
XII edizione
5 ottobre – 8 dicembre 2013

KARMEN CORAK
RIBI. Negli occhi dei pesci lacrime.
a cura Manuela De Leonardis

Vuoto e pieno si alternano nella serie Ribi. Negli occhi dei pesci lacrime realizzata da Karmen Corak tra il 1996 e il 2011 e presentata per la prima volta in occasione della XII edizione di Fotografia – Festival Internazionale di Roma che indaga sul tema “Vacatio. Sospensione e assenza nella fotografia”.

Iconograficamente i pesci hanno una forte valenza simbolica, sia nel mondo occidentale di area cristiana che in Estremo Oriente, dove uno degli otto simboli del Buddha è rappresentato proprio da un paio di pesci.
La parola “ribi”, che nella lingua slovena significa “due pesci” è quindi l’esemplificazione della dualità: due correnti energetiche, due realtà complementari che insieme riconducono all’unità. Quanto all’adattabilità e all’identificazione con il flusso della vita, appartiene indifferentemente a tutte le culture.

“Negli occhi dei pesci lacrime” è, invece, il frammento di un haiku di Matsuo Bashō: “La primavera se ne va / gli uccelli piangono / negli occhi dei pesci lacrime.

Per la fotografa è il tentativo di cogliere l’attimo del passaggio, una mobilità cristallizzata del flusso vitale. La sospensione e l’assenza come una texture fitta che non lascia respiro all’interno dell’inquadratura, in cui affiora il ricordo del guizzo dietro/dentro lo strato di ghiaccio che congela il soggetto fisicamente e metaforicamente.

Nel 2011 Corak segue a Roma il workshop di Rinko Kawauchi, fotografa giapponese che ha costruito la sua poetica intorno alle piccole cose della vita, al fluire continuo di emozioni palpitanti tra percezioni e descrizioni.

Ma il riferimento al Giappone, che considera la sua patria elettiva, risale a molti anni prima: a quel viaggio nel 1996 durante il quale, per la prima volta, a Tokyo ha visitato anche lo Tsukiji, il mercato del pesce più grande del mondo.
Forse è attratta dalle forme quasi scultoree dei pesci, dall’ordine compositivo, dai contrasti cromatici, dal senso di transitorietà in cui si percepisce il palpito dell’attesa nell’incontro con l’altrove.
Ma ad affascinarla è soprattutto il gelo che avvolge e protegge le forme dei pesci, dei molluschi e dei crostacei. Quella stratificazione che viene da lontano, cristallizza, opacizza la frenesia e gli affanni portando con sé un intervallo silente.

5 ottobre – 8 novembre 2013
Inaugurazione alla presenza dell’artista sabato 5 ottobre 2013 – ore 18,30

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Karmen Corak (Slovenia 1959, vive e lavora a Roma) ha studiato Arti Grafiche a Zagabria in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta, a Roma in Austria e Giappone. Dal 1985 svolge l’attività professionale di restauratore/conservatore di opere su carta e di fotografie. In occasione di numerosi viaggi di studio in Cina e Giappone ha realizzato lavori fotografici sulle tecniche tradizionali della fabbricazione della carta e di opere d’arte. Nel corso della sua conferenza sulla carta “Washi, arte e conservazione”, tenuta a Roma presso l’Istituto Giapponese di Cultura nel 2006, ha presentato i lavori fotografici eseguiti in Oriente.  Le sue fotografie sono state pubblicate presso quotidiani e periodici, come la rivista slovena Art Words e sono presenti nelle collezioni private, tra le quali il Centro Urasenke di Roma e Awagami Washi Collection a Tokushima, Giappone.

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ACTA INTERNATIONAL

direzione : Giovanna Pennacchi
via Panisperna, 82-83 – 00184 Roma
dal martedì al sabato ore16.00 – 19.30
Tel 064742005

[email protected]  www.actainternational.it

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