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Storielle ponzesi in pillole. (47). Cialì

di Michele Rispoli

Cialì. Processione alla punta del molo [1]

 .

Cialì, alias Gennaro Di Meglio di Le Forna, fin da ragazzo aveva fatto parte della famiglia di Totonno Primo, Antonio Feola.
Uomo tutto fare, pulizie, spesa, cuoco, ecc… Di intelligenza poco inferiore al normale, bonaccione anche se un poco gay, almeno negli atteggiamenti e per il portamento leggermente effeminato, benché grande e grosso.

Girava sempre con una borsetta al braccio dove portava due porta-monete: uno della signora Silvia Vitiello e l’altro della signora Francesca, delle sorelle Albano

Cialì era molto legato alla famiglia Feola, tanto da definirsi un loro ‘protetto’.
Alla morte di ‘Totonno primo’, capofamiglia, e unica fonte di reddito, Cialì capiva perfettamente l’enormità della perdita e si commoveva e piangeva più degli altri familiari.

Il suo pianto isterico commoveva tutti. Le signore che erano andate a far visita la famiglia e rendere onore al defunto, vedendo Cialì in quelle condizioni, gli sussurravano: – Gennarì’ …nun chiangnere , calmate ’nu ppoco..!

Gennarino rispondeva: – Dicite ’i nun chiagnere..!? E chest’ è niente! …aite ’a vede’ mo ca vvene sòrema d’i Fforne..!

 

Gennarino copia [2]