- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Le parole del papa Francesco

di Vincenzo Ambrosino

Papa Francesco [1]

 .

Silverio Lamonica, tempo fa, rifacendosi al poeta Belli nel ricamare le dimissioni di Benedetto XVI scriveva:

 

Gravato ormai dagli anni e dagli acciacchi,

da preti col vizietto e lo spione,

il Papa disse: “Ben venga la pensione,

la spina che mi duole è or che stacchi!”

 

A quella nuova lo stupore a pacchi

si propagò nella popolazione

e i credenti, d’ogni confessione,

pensarono a malanni ed attacchi.

 

Ma di lassù il Creatore un po’ stizzito,

disse tra sé: “ Che devo dire io!

da quando Adamo mi si staccò dal dito

 

sol odio, guerre, imbrogli … il mondo mio

è in confusione, male mi è riuscito;

perciò… dovrei dimettermi da Dio?

 

Ma dimessosi un papa se ne fatto un altro a cui io vorrei dare il benvenuto anche tra i laici riprendendo parole e frasi da suoi recenti discorsi

 

 “La Chiesa non può «insistere» solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio gay e uso dei metodi contraccettivi, o ancora quelle in cui afferma che i dicasteri curiali «corrono il rischio di diventare organismi di censura»”.

“Bisogna immaginare la Chiesa come un  «ospedale da campo» dopo una battaglia. Un ospedale dove si curano le ferite. E ai feriti gravi – tanti uomini e donne di  oggi che hanno smarrito il senso della vita, o che vivono nelle situazioni più disparate e «irregolari» – è inutile chiedere se hanno il colesterolo e gli zuccheri alti. Si devono tamponare,  curare le ferite, perché non muoiano”.

“Accompagnare con misericordia, non significa essere rigoristi né lassisti. Il confessionale non è una sala di tortura ma nemmeno una tintoria dove si va a smacchiare un abito come nulla fosse. Il male non si potrà mai chiamare bene. È l’approccio, lo sguardo, le priorità che sono diverse”. «Io ho una certezza dogmatica: Dio è nella vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno. Anche se la vita di una persona è stata un disastro – ha detto Bergoglio – se è distrutta dai vizi, dalla droga o da qualunque altra cosa, Dio è nella sua vita. Lo si può e lo si deve cercare in ogni vita umana»”.

“La Chiesa, che «a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti», deve tornare ad annunciare innanzitutto che «Gesù Cristo ti ha salvato!». E i ministri della Chiesa «devono innanzitutto essere ministri di misericordia», perché «l’annuncio dell’amore salvifico di Dio è previo all’obbligazione morale e religiosa. Oggi a volte sembra che prevalga l’ordine inverso»”.

“Il Papa: «dall’idolatria del denaro nascono tutti i mali della società»”.

“Se scegli “la via del denaro” alla fine sarai un corrotto perché il denaro “ha questa seduzione” capace di “farti scivolare lentamente nella tua perdizione”. Ci sono cultori del denaro anche nella Chiesa: L’amore per il denaro, avidità, fa commettere peccati anche a sacerdoti e vescovi.

Dal Papa: “No alla guerra in Siria: Il 7 settembre un digiuno per la pace”

Il  grido che chiede: “che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace: mai più la guerra!”.

E ancora: “c’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire”. “Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace – ha affermato -. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!”

 

Sono parole che ribaltano le convinzioni di chi ritiene che il compito dei cristiani oggi non sia innanzitutto l’annuncio di un messaggio di salvezza, di vicinanza, di misericordia. Ma sia invece la ripetizione, a raffica, di precetti e condanne. Precetti e divieti hanno un senso nel contesto dell’esperienza di fede, ma finiscono per allontanare le persone invece di raggiungerle con il messaggio evangelico quando diventano il contenuto principale della predicazione e della pastorale. Le parole del Papa e il suo sguardo sulla fede chiedono dunque una «conversione pastorale» a tutta la Chiesa.

Il papa è un uomo eletto da uomini, ma questi quando intraprende la strada giusta e la indica senza incertezza agli altri uomini a cominciare dal mondo clericale, ma poi anche al mondo del denaro, del potere, agli uomini delle armi diventa una guida insostituibile in questo mondo, oggi, e non ha bisogno di chiedere il permesso per entrare nei cuori delle moltitudini umane.

Non c’è bisogno di andare con le bandierine in piazza S.Pietro per capire questo. Il mondo ha bisogno di uomini che portano la croce con coerenza e dimostrano in ogni momento agli altri uomini, la via per una nuova umanità.