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Gli artigiani degli eventi

di Rita Bosso

Locandina Evento Confino [1]

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Molto ha fatto Paolo Iannuccelli per promuovere l’evento “Lettere dal confino” sulle testate giornalistiche diffuse sul territorio, senza che la redazione di Ponza racconta e gli organizzatori lo sollecitassero; lo ringrazio a nome di tutta la squadra, consapevole di quanto sia difficile ottenere una sola riga di menzione se non si è nella condizione di “ben rendere”.
Ancor più lo ringrazio come lettrice perché, rara avis, ha espresso un giudizio sull’evento dopo averne seguito l’intero svolgimento di ben tre ore, quindi scrivendone con cognizione di causa.
Non è nello stile di Ponza racconta emettere comunicati autocelebrativi ma, a conclusione di ciascuno dei nostri eventi, cerchiamo di riflettere, di individuare punti di forza e criticità: ne abbiamo bisogno per crescere, ciascuno di noi non è capace di allestire neanche una festicciola di compleanno ma, messi insieme, siamo sempre riusciti a richiamare un pubblico numeroso, interessato ed attento.

Punto di forza è lo strano processo alchemico che si innesca solo a Ponza, grazie al quale riusciamo a tirar fuori qualcosa di buono combinando elementi notoriamente difficili: pigrizia, vis polemica, distanze, protagonismo, rivalità, mancanza di fondi… Sabato sera, a leggere le lettere, c’erano Polina, Beniamino, Francesco: repertori, percorsi formativi, esperienze diverse ma, probabilmente, sinergici per un salto di qualità, per la nascita di un teatro autenticamente ponzese.

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Certo, potremmo fare di più, potremmo fare meglio.
Dovremmo cercare di essere più convincenti con il mondo della scuola, in modo da avvicinare maggiormente i giovani.
Dovremmo mettere a punto un apparato didascalico: ciascuno dei nostri eventi è il momento finale di una ricerca sul territorio, le cui fasi vengono puntualmente pubblicizzate sul  sito; però non tutti i lettori partecipano all’evento e non tutti i partecipanti leggono Ponza racconta dunque, per rendere l’intera ricerca fruibile, dovremmo allestire cartelloni, stampare opuscoli, insomma spendere un po’ di soldi. Che non abbiamo.
Dovremmo stimolare nei nostri lettori le critiche e i suggerimenti, indispensabili per crescere e per non chiudersi in una sterile autoreferenzialità.

Dove non abbiamo sbagliato è stato nel concludere la serata con una cena deliziosa come quella di sabato, splendidamente preparata da Assunta, a cui vanno i migliori auguri per l’importante riconoscimento che Slow Food le assegna.

Gli artigiani di una volta [3]

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