Ambiente e Natura

Gemellaggio. Il senso di un viaggio

di Sandro Vitiello

Sardegna.1

.

 Che senso ha andare in Sardegna, sulla spiaggia di Vignola, a ricordare il tempo in cui i nostri genitori, arrivati in quelle terre lontane per necessità, incontrarono le genti dell’Aglientu e della Gallura?

I protagonisti di quel periodo non breve sono quasi tutti morti.
Rimangono in giro un po’ di “ragazzi” nati negli anni ‘40 che vissero per qualche anno quell’avventura.

Con l’avvento dei motori sulle barche da pesca, Vignola e le spiagge del nord Sardegna vennero abbandonate.
D’altronde i ricordi raccontavano un’avventura umana durissima.
Quando i ponzesi andavano a pescare da quelle parti, lì c’era ancora la malaria ed era molto diffusa.
Poi arrivò il chinino e poi arrivò anche il ddt.

Ma quelli erano posti in cui si arrivava in primavera e fino all’arrivo dei primi temporali autunnali non si andava via.
Si dormiva sotto le stelle e quando pioveva forse c’era una mezza vela a coprirsi.
La costruzione della chiesetta di san Silverio permise anche un tetto sicuro nelle notti di tempesta.
Non c’era comunque igiene e per tutto il periodo che i ponzesi passavano in Sardegna soffrivano costantemente di “mal di pancia”.

Eppure…
Eppure quando tornavano a casa, prima ancora di togliersi di dosso vestiti che portavano il segno e l’odore di una vita barbara, tiravano fuori dalle loro bisacce i formaggi e tanto altro ben di Dio che i loro amici di Sardegna avevano regalato loro o che avevano comperato, quasi a portarsi a casa il sapore di quelle terre.

Le sere d’inverno, a casa mia, si parlava tanto degli amici di Sardegna.
La considerazione e il rispetto che si portava per quella gente lasciata dall’altra parte del Tirreno non era solo affettiva.
“Se non avessimo avuto l’ospitalità dei sardi, noi da quelle parti non ce l’avremmo fatta”.
La loro acqua, il loro vino, il cibo e l’ospitalità di quella gente, dei sardi di Aglientu, dava loro la possibilità di ritornare in primavera in Sardegna.

Le aragoste venivano pescate in abbondanaza in quei mari e con i soldi guadagnati, a Ponza, si sarebbe vissuto dignitosamente.
Non si poteva sopravvivere in Sardegna, però.
Da quelle parti un bicchiere d’acqua fresca non lo si comperava; lo si riceveva perchè si godeva del rispetto di quelle genti.

Per queste ragioni oggi ha un senso ritornare a Vignola.
Quella gente ha salvato la vita a tanti di noi e forse un grazie di cuore, oggi, si rende necessario, anche se chi ha vissuto quella stagione non c’è più.

 

Costantino lungo la spiaggia copia

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top