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Le vie di un popolo tenacedi Giuseppe Mazzella di Rurillo . Si tiene nell’isola d’Ischia per iniziativa della Pro Loco Panza da domenica 15 settembre fino a mercoledì 18 settembre 2013, la manifestazione “Andar per cantine”, giunta alla sesta edizione.
Panza d’Ischia, settembre 2013 Era un popolo tenace e forte quello dell’isola d’Ischia costituito da contadini e pescatori. Ci pensavano i marinai a portare in tutto il Mediterraneo, perfino in Dalmazia, migliaia e migliaia di botti di vino tratto dai vitigni portati dai greci nell’antichità come il “Biancolella” ed il “Forastera”. C’è una produzione letteraria enorme sul popolo dell’isola d’Ischia dei secoli passati, di scrittori locali e stranieri che danno conferma ed illustrano con sempre più particolari la considerazione fondamentale di Giuseppe D’Ascia, il più grande storico ischitano del XIX secolo: “c’è il remo e la zappa in ogni famiglia dell’isola d’ Ischia”. Questa economia agricola, che ha permesso alla popolazione locale di vivere e che già nel XVIII secolo arrivava a circa 24mila abitanti, non è scomparsa.
“Abbiamo pensato sei anni fa, con un gruppo di amici che vorrei ricordare – Bruno Seberic, Domenico Miragliuolo, Dante Castaldi, Luciano Trifogli, Mario Guarracino, Alessandro Impagliazzo, Francisco Polito ed il compianto Tommaso Ristoro che fu l’anima di quel gruppo di fondatori – di costituire una associazione di volontariato civile, culturale, turistico, che in assenza delle azioni promozionali del Comune di Forio e dell’Azienda Pubblica per il Turismo, promuovesse il nostro territorio con la sua economia di ieri e di oggi. Così abbiamo dato inizio alle attività della Pro Loco Panza” mi dice Leonardo Piolito, 51 anni, agente di commercio, Presidente della Pro Loco Panza che riceve il cronista nella bella sede posta proprio al centro della cittadina in Piazza San Leonardo. “Abbiamo circa 200 soci che costituiscono il nostro autofinanziamento ed abbiamo recuperato, con la passione soprattutto del nostro amico “capopopolo” Luigi D’Abbundo, tre sentieri di straordinaria suggestione: quelli del Monte di Panza, di Baia Pelara e delle fumarole di Montecorvo, abbandonati da anni e che invece, recuperati, sono diventati una scoperta per i turisti che avvertono, attraversandoli, il ricordo degli antichi contadini che li percorrevano per attraversare da un capo all’altro la nostra isola” racconta Leonardo che mi illustra anche la più importante iniziativa per settembre: “Andar per Cantine”, giunta alla sesta edizione. “È un itinerario storico e culturale alla scoperta delle antiche e delle nuove cantine dell’isola d’Ischia non solo quelle di Panza ma dell’isola intera, fino a Campagnano sull’altro versante, con una degustazione dei prodotti tipici e con una visita guidata” mi spiega aggiungendo che “tutto è organizzato per l’assistenza al turista con il pulmino e la guida ed abbiamo pensato anche alle serate di incontro con la musica ed il canto. L’iniziativa è sostenuta finanziariamente soprattutto dagli sponsor privati senza i quali non si potrebbe realizzare ma finalmente quest’anno abbiamo avuto un’attenzione da parte dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo con un contributo. Quest’anno in collaborazione con la sezione isolana del CAI (Club Alpino Italiano) abbiamo organizzato anche due percorsi guidati per sentieri, uno che parte da Panza ed un altro che parte da Fiaiano, in modo che il turista possa conoscere anche le campagne coltivate”. “La nostra associazione di volontari civili vuole dimostrare che occorre una unità di intenti di tutti gli interessati al movimento turistico ed alla difesa della comunità isolana per migliorare la nostra economia, fare sintesi tra la terra ed il mare, il vecchio ed il nuovo, e presentarlo al turista che resta sempre più affascinato dalle bellezze e dall’umanità della nostra isola. Proprio dalla Pro loco della frazione Panza arriva quindi l’esempio concreto per praticare una “politica turistica” unitaria per tutta l’isola massimizzando tutti i segmenti – dalla cultura alle terme – poiché l’ isola è ancora straordinariamente bella soprattutto al sole di settembre. Oggi come ieri. Si può leggere ancora il “canto d’ amore” di Lamartine scritto sulla collina della Sentinella nel 1820: “… sotto il cielo dove la vita o la felicità abbonda sopra queste rive che l’occhio si compiace di percorrere, noi abbiamo respirato quest’aria di un altro mondo!”.
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E’ per lo meno strano che due isole come Ischia e Ponza, legate da una grande storia comune e dopo un conclamato gemellaggio, non siano collegate direttamente tra loro.
Su tale problema occorre richiamare anche le giunte regionali competenti: Lazio e Campania, oltre che gli armatori (per lo più partenopei, come sembra) che intendono rilevare la Società Laziomar
Grazie, carissimi Amici, sapeste quanto sono triste di non esser potuto venire quest’anno a Ponza! Quanto sono amareggiato che non ci sia stata nessuna protesta, nessuna iniziativa.
Bastava da parte del sindaco una lettera via e-mail o una dichiarazione – avrebbe dovuto essere facile e familiare per un giornalista! – per la soppressione dell’aliscafo della SNAV di luglio ed agosto solo nei fine settimana da Napoli-Ischia-Ventotene e Ponza!
Un disegno storico e culturale che poteva essere anche economico – un “Distretto Turistico Interregionale da Capri a Ponza detto delle Isole Napoletane” – lanciato solennemente 4 anni fa è rimasto lettera morta: un sogno.
Senza collegamenti marittimi non può nascere un “sistema delle isole”.
Amarezza e rabbia: i Distretti Turistici sono stati “decretati” dal Governo Letta ed Ischia l’ha fatto e sarà il secondo in Italia dopo quello di Roma come ha scritto “Il sole-24 ore” nell’edizione di giovedì 22 agosto 2013 con un ampio servizio di Mariano Maugeri che mi ha telefonato ed al quale ho dato notizie, dichiarazioni e suggerimenti.
Non vedo iniziative concrete a Ponza per “affermare un’economia turistica”.
Ponza resta un meraviglioso “villaggio turistico” in mezzo al mare, superaffollato nel mese di agosto, ma abbandonato, dagli stessi residenti – commercianti, albergatori, affittacamere, battellieri, durante l’inverno. E l’inverno di Ponza – contro la mitezza del clima – comincia già a settembre ed è vergognosamente lungo, mentre l’estate, contro la meteorologia, è brevissima e dura solo 40 giorni.