di Sandro Russo
In un articolo del 19 giugno u.s.: Questa pesca non è “sportiva”! [1] veniva affrontato il tema della pesca ‘cosiddetta’ sportiva e per estensione si parlava anche della caccia.
Tra i commenti ce n’è stato uno di Michele Rispoli (il primo, tra gli altri) – leggi qui [1] – che ‘da cacciatore’ elencava una serie di ‘inadempienze’ degli animali nei confronti degli uomini: perciò… di che si lamentano gli animali?
In quell’occasione mi venne in mente un raccontino di fantascienza che volevo proprio far leggere a Michele, e per l’occasione presentare anche ai lettori del sito.
Ho fatto un po’ di fatica a ritrovarlo e poi a farne la scansione, perché non si trovava in rete (ora c’é). Penso che ne sia valsa la pena.
La fantascienza – fs o sf (science fiction) – è un genere letterario che attrae numerosi entusiasti e almeno altrettanti denigratori.
Composta di diversi filoni o sotto-generi – fs d’avventura, sociologica, ‘umanistica’, ‘gotica’, catastrofica, d’anticipazione, e poi… utopie, discronie, ucronie… – ha l’indubbio vantaggio di presentare un problema sotto una luce nuova, svincolata dalle contingenze del presente, così che numerose storie di fs sono quasi apologhi senza tempo che mettono a fuoco un problema nella sua essenzialità.
Così questo breve raccontino – solo sei pagine, ma ne vale la pena! – “contro la caccia” ovvero “a favore della caccia”, ma che sia davvero sportiva”.
A me ha aperto gli occhi una volta e per sempre su cosa significhi “sportivo”…
Leggi qui in formato .pdf il racconto breve “Caccia proibita” – Killjoy di F. A. Javor (1963): Caccia proibita [3]
Leggi anche qui, del sett. 2015: “Il triste ritorno della stagione della caccia [4]“