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Cosa c’entra Ponza con i masi dell’Alto Adige?

di Mimma Califano 

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Cosa c’entra Ponza con i masi dell’Alto Adige?
C’entra… c’entra!  Leggete questo intervento di Mimma Califano che parte dal mercato di Ponza, e arriva lontano… Ma lontano!
La Redazione

 

Caro Franco,

A prescindere dalla questione mercato (per l’articolo e i numerosi commenti: leggi qui [2]), da ciò che dici sembra che io – e qualcun altro – siamo dei nostalgici legati ad un mondo che non esiste più, se non nei nostri ricordi.
Guarda che per quel mi riguarda non è affatto cosi.

Il mio punto di vista – ma potrei dire il nostro, visto che tante altre persone hanno espresso opinioni simili – su quel che dovrebbe essere Ponza, è un passo oltre; meglio ancora, parte da un’ottica diversa.

Ritengo perdente e nocivo per il futuro dell’isola correre dietro a modelli turistici che puoi trovare ovunque: le imitazioni non pagano!
Bisogna essere originali, particolari, unici.
E cosa c’è di più prezioso, in un mondo globalizzato e massificato, di un’identità culturale che si è creata attraverso secoli di vita quotidiana e di storia?

Quindi diventa indispensabile salvaguardare la comunità con la sua identità e mantenere l’ambiente al meglio.

Per rendere un più chiaro il concetto, riporto brevemente l’esempio del ‘masi chiusi’, ripreso da un servizio della trasmissione Report di qualche mese fa.

Masi. Merano [3]

I masi chiusi dell’Alto Adige, file .pdf:  I masi chiusi. Da Report del 1 ott. 2012 [4]

Dice Milena Gabanelli: “C’è un posto dove le sovvenzioni non sono una rendita ma un investimento, la disoccupazione è al 3%, la più bassa del mondo, e c’è un ottimo l’equilibrio fra uomo e ambiente. Pare incredibile ma siamo in Italia, in Alto Adige, fra i masi dell’Alto Adige; quelli che il commissario europeo Mansholt voleva chiudere per portare le mucche a valle per produrre il latte a minor costo.

I montanari hanno resistito 20 anni e oggi i fatti hanno dato ragione a loro”.

Ancora il presidente della Giunta Provinciale di Bolzano, Luis Durnwalder:
“Abbiamo 29 milioni di pernottamenti, vuol dire che abbiamo 6 milioni di turisti che passano le ferie qui da noi. E anche il PIL pro-capite, con 34.700 € pro-capite è il più alto di tutta Italia. Il turista vuol vedere, diciamo… la vita, la tradizione, la storia, i monumenti e anche il modo di vivere, perciò dico che i contadini per noi sono essenziali, non solo per la produzione di prodotti agricoli, ma anche per tutta l’economia”.

Masi dell'Alto Adige [5]

Non sto a spiegare come funziona un ‘maso chiuso’ – è un’organizzazione di vita contadina che risale al 1600, – sottolineo solo l’analogia tra una difficile realtà di montagna e  quella di una piccola isola, con tutte le ovvie differenze.

Lì hanno fatto delle tradizioni e della salvaguardia del loro territorio – qualcuno ha mai sentito parlare di alluvioni o dissesto idrogeologico in quella zona? – la loro ricchezza!

Franco quella è la strada..! E questa è economia, non l’età o nostalgia.