Attualità

Rosaria Capacchione a Ponza

di Paolo Iannuccelli

Rosaria Capacchione

Adesso è una Senatrice della Repubblica, una nota giornalista e stimata scrittrice.
Rosaria Capacchione sarà presente a Ponza, il 2 agosto, nel corso della fortunata e pregevole manifestazione Ponza d’Autore, ideata cinque anni fa da Gennaro Greca e Gianluigi Nuzzi, rassegna letteraria per chi ama i libri e l’isola che si tiene presso l’Hotel Santa Domitilla.

La criminalità nel Lazio e gli errori giudiziari“, il tema.
Modera: Gianluigi Nuzzi. Ospiti: Rosaria Capacchione, Giancarlo Capaldo, Filippo Facci, Giuseppe Gennari, Giuseppe Gulotta.
Rosaria Capacchione è famosa in tutta Italia per il suo costante impegno civile nei confronti della camorra. Scrivendo su Il Mattino di Napoli, Rosaria ha condotto inchieste di rilievo, reportage, salendo all’attenzione per l’acutezza delle sue analisi e le scoperte in un mondo difficile da interpretare.

Il suo libro “L’oro della camorra” ha venduto migliaia di copie, vincendo premi letterari.
La Capacchione, dopo la sfortunata esperienza politica alle elezioni europee del 2009 –   con 73.000 preferenze non ha raggiunto il seggio a Strasburgo – è stata inserita saggiamente da Pierluigi Bersani al primo posto nella lista del Pd al Senato in Campania;  adesso siede a Palazzo Chigi.

La sua vita è contrassegnata da scorte di agenti di polizia per evitare eventuali attentati alla sua persona.
Rosaria Capacchione ha cominciato scrivendo sul quotidiano Il Diario di Caserta, edito dall’imprenditore Maggiò, presidente della Juve Caserta Basket che ha raggiunto lo scudetto; poi si è trasferita a Latina per alcuni anni. Nel capoluogo pontino, la giornalista partenopea ha lavorato per il Giornale Pontino, un bisettimanale vicino al sindaco democristiano Nino Corona, uomo molto scaltro ed intelligente che capiva, nel 1980, la grande importanza dell’informazione locale.

Rosaria si  è subito distinta – giovanissima – per la voglia di un giornalismo differente dal solito. Il primo servizio lo ha dedicato agli impiegati degli enti pubblici latinensi che non rispondevano mai al telefono.
Un trillo, due trilli, fino a dieci trilli, poi traeva le sue conclusioni, quasi nessuno era al lavoro. Il giorno seguente la pubblicazione dell’inchiesta, i centralinisti erano tutti regolarmente al loro posto, per la paura di essere di nuovo “pizzicati”.

Ponza-dAutore

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