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Conchiglie. (8). Questa volta parliamo di natiche

di Italo Nofroni

 

Ebbene sì, l’ho fatto apposta…

Mi piace immaginare la faccia sorpresa dell’internauta guardone che invece di ammirare l’oggetto del suo interesse, si è trovato di fronte a conchiglie lucide e colorate.

Sì perché ad un genere di Gasteropodi, abbastanza comune in Mediterraneo, caratterizzato da conchiglie di forma nettamente globosa, è stato attribuito il nome di Natica… ed è proprio con questo nome che colloquialmente queste conchiglie vengono spesso chiamate, anche fra gli addetti ai lavori.
Questa nomenclatura ha creato nel tempo qualche equivoco e spesso involontari giochi di parole.

Ad esempio quando collezionisti e malacologi si siedono ad un tavolo al fine di determinare queste bestiole, immancabilmente, prima o poi, viene fuori la frase “Le Natiche vanno guardate dal di sotto” che, fuor di malizia, vuol dire che gli elementi morfologici idonei per una determinazione affidabile (soprattutto morfologia del callo e dei cordoni columellari) si collocano nella parte inferiore della conchiglia, ovvero in corrispondenza dell’apertura.

Ancor più pittoresco per chi collezionista non sia, è l’episodio seguente.

Due collezionisti, moglie e marito, sono in viaggio in treno, e, per passare il tempo, parlano amabilmente del loro hobby
Lei: “Sai caro, ieri, quando eri in ufficio, è venuto a trovarmi il Prof. XXX [noto malacologo N.d.R.]”
Lui: “Bene, e cosa avete fatto?”
Lei: “Gli ho offerto un the, abbiamo parlato un po’ e poi gli ho fatto vedere le mie Natiche”.
Lui: “E cosa ha detto?”
Lei: “Non gli sono piaciute.”

Può sembrare un racconto di fantasia ma l’episodio è avvenuto realmente (potrei fare nomi e cognomi). Devo però aggiungere per completezza che i due collezionisti, resesi improvvisamente conto del gelo che era sceso nello scompartimento, hanno poi precisato agli imbarazzati compagni di viaggio il vero oggetto del loro discorso.

A questo punto credo di avere sufficientemente stimolato la curiosità dei lettori ed allora vediamo le un po’ di cosa stiamo parlando.

Le Natiche appartengono alla famiglia Naticidae che comprende in Mediterraneo 8/9 generi (opinabile) con una ventina di specie, tipiche di fondali sabbiosi. Sono tutte specie carnivore che si nutrono di altri Molluschi, particolarmente Bivalvi; le Natiche bloccano le altre conchiglie con il loro piede ampio e muscoloso e le perforano muovendo la radula in senso rotatorio e secernendo acidi che corrodono il carbonato di calcio. Questa operazione richiede molto tempo, anche giorni. Quelle valve che si osservano spesso rigettate sulla spiaggia dalle onde, tutte con un perfetto forellino, sono appunto bivalvi predati. Il foro prodotto dai Naticidae è a sezione obliqua, ovvero ad imbuto, mentre quelli fatti da altri Gasteropodi (ad es. Muricidae) sono  a sezione pressocché cilindrica.

Caratteristica peculiare di questa famiglia è la diversità dell’opercolo: in alcuni generi l’opercolo è calcareo, in altri è corneo e nel genere Sinum è assente.

Facciamo ora una breve rassegna delle specie più interessanti del nostro mare.

Fig 1 Stercusmuscarum Fiumicino [1]

Fig. 1 – Naticarius stercusmuscarum (Gmelin, 1791)

Meglio nota come N. millepunctatum, è specie molto comune, tanto da trovarsi in vendita nei mercati ittici. Notare in questo genere l’opercolo calcareo (Fig. 1 – Fiumicino, Roma). Dimensioni: fino a 5 cm.

Fig 2 Ebraea Mazara [2]

Fig. 2 – Naticarius hebraeus (Martyn, 1784)

E’ la specie più grande del nostro mare potendo raggiungere i 6 cm. Molto simile alla precedente, si distingue per la colorazione a macchie che confluendo vanno a formare due fasce, la superficie striata, le dimensioni maggiori e il diverso colore delle parti molli (Fig. 2 – Mazara del Vallo). Specie edule.

Fig 3 Josephina Anzio [3]

Fig. 3 – Neverita josephinia Risso, 1826

Specie comunissima in tutto il nostro mare, particolarmente frequente nei bassi fondali spesso in coabitazione con le Telline (Donax trunculus) ed altri Bivalvi litorali di cui si nutre. Specie edule. Come di vede, in questo genere l’opercolo è corneo (Fig. 3 – Anzio). Dimensioni: può raggiungere i 4 cm.

Fig 4 Fusca Marocco [4]

Fig. 4 – Euspira fusca (Blainville, 1825)

Specie non comune, caratteristica dei fondali meridionali a profondità medio alta (Fig. 4 – Marocco mediterraneo). Dimensioni: può raggiungere i 4 cm.

Fig 5 glossularia Malaga [5]

Fig. 5 – Euspira grossularia (Marche-Marchad, 1957)

Specie abbastanza rara con distribuzione circoscritta al Mare di Alboran (estremo Mediterraneo occidentale) dove si rinviene ad elevata profondità (Fig. 5 – Malaga). Dimensioni: circa 2,5 cm.

Fig 6 Vittata Malaga [6]
Fig. 6 – Natica vittata (Gmelin, 1791)

Specie relativamente comune, rinvenibile a modesta profondità lungo le coste della Spagna meridionale (Fig. 6 – Malaga). In questo genere l’opercolo è calcareo. Dimensioni: circa 2 cm.

Fig 7 Sinum Malaga [7]

Fig. 7  – Sinum bifasciatum (Récluz, 1851)

Specie rarissima tanto che a lungo si è discusso della sua reale presenza in mar Mediterraneo. Si può rinvenire lungo le coste della Spagna meridionale a media profondità. Ha un aspetto che ricorda nettamente quello di una Haliotis, ma se ne distingue facilmente per l’assenza dei fori laterali e l’interno non madreperlaceo. Questo genere è privo di opercolo (Fig. 7 – Malaga). Dimensioni: 3/4 cm.

Fig 8 Sagraiana Malaga [8]

Fig. 8 – Tectonatica sagraiana (d’Orbigny, 1842)

Più nota con i nomi di filosa o flammulata, si tratta di specie non comune, che si rinviene in tutto il Mediterraneo a profondità abbastanza elevata (Fig. 8 – Malaga). Dimensioni: circa 1,5 cm.

 

[Conchiglie. (8). Continua]