Ambiente e Natura

Tante isole…

di Mimma Califano

Alba sulle Ponziane. Foto da Flickr

.

Ponza…

Isola di confino e di confinati…
Isola indagata…
Isola sporca, male organizzata, ingovernabile…
Isola buona solo per qualche ora di mare e poi via con il proprio motoscafo, senza neppure prendere un caffè…
Isola dalla storia trimillenaria…
Isola per i giovanissimi… Si divertono, loro!
Isola isolata… con i mezzi di collegamento che abbiamo…
Isola con la spiaggia più bella del mondo (Chiaia di Luna)… dove da anni neanche si può più fare il bagno… E il resto?
Isola con sempre meno gente d’inverno e dalle estati più brevi…
Isola dei Vip…
Isola dove arraffare un po’ di soldi e poi via… la vita è da un’altra parte….
Isola degli affezionati che arrivano anche d’inverno, affrontando ore di mare……
Isola di pescatori e contadini… una volta!
Isola raccontata, decantata, amata…
Isola…

Ma quante isole sono?

Tante, quante le persone che si rapportano ad essa.

Però una distinzione più razionale si può fare, ed è tra chi considera Ponza la propria casa e come tale ne conosce i mille aspetti e chi con uno sguardo frettoloso ne pesa solo qualche temporanea opportunità economica.

Alcuni anni fa al povero Roberto ’i Scarrafone, in una delle tante fughe da Sorriso sul Mare, per tornare a Ponza, qualcuno chiese:
Ma perché scappi sempre a Ponza?
Lui diede la risposta più diretta e chiara del mondo:
– Pecché Ponza m’è mamma a ’mme’!

Tentare di banalizzare le mille sfaccettature di Ponza in qualche immagine per riviste patinate  simile a tanti altri luoghi, vendere al migliore offerente secoli di storia e di vita quotidiana, usare il nome di Ponza per farsi pubblicità… In altre parole, correre dietro al già visto, replicato in tante varianti ma di fatto sempre uguale… è questo il rischio che Ponza dovrà evitare di correre.

In un mondo globalizzato come il nostro, l’unica ricchezza è l’autenticità dei luoghi, l’unicità della cultura, anche e soprattutto a fini turistici; il resto è un falò di breve durata che lascia solo cenere.

3 Comments

3 Comments

  1. Franco De Luca

    26 Giugno 2013 at 21:17

    E poi c’è la tua
    di isola,
    cara Mimma.
    Quella che ti porti dentro
    e che metti in mostra
    con la fierezza
    di chi sa quanto vale
    il poco
    e al molto predilige il vero.
    Crespa e ruvida nel carattere,
    bella nelle forme,
    è Ponza.

  2. vincenzo

    27 Giugno 2013 at 16:49

    Dice Mimma:

    “Però una distinzione più razionale si può fare, ed è tra chi considera Ponza la propria casa e come tale ne conosce i mille aspetti e chi con uno sguardo frettoloso ne pesa solo qualche temporanea opportunità economica.”

    Io su questi argomenti ho scritto su Ponzaracconta ben sette articoli che ripetevano l’acronimo R.P.S. (Residenti Protezione Speciale) e infatti l’isola è tutto quello che hai descritto cara Mimma ma se perdiamo gli ultimi eroici residenti che si ostinano, malgrado tutto a viverle d’inverno, perdiamo moltissimo. Io appunto dicevo che è intorno a questo nocciolo duro di residenti che bisognava rifondare la cultura, l’economia, l’isola turistica. Ma nessuno sembra abbia colto i miei suggerimenti.

  3. polina ambrosino

    27 Giugno 2013 at 21:01

    l’essenziale non si vede con gli occhi… perciò Ponza ha bisogno di quell’essenziale che finora è stato gettato alle ortiche preferendogli il MATERIALE, cioè tutto ciò che si può vedere, comprare e vendere. Finchè la CULTURA, l’essenziale, NON PREVARRA’SUL MERO INTERESSE, NON C’E’ SPERANZA di dare a Ponza ciò che merita.

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top