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Buon San Silverio

di Sandro Vitiello

 

Oggi – 20 Giugno – dalle mie parti, a Ponza, si festeggia San Silverio.

È una bella festa: c’è la devozione, c’è la fede, c’è il folklore e c’è tanta festa.

Fino all’anno scorso non ho quasi mai mancato a quest’appuntamento ma quest’anno è un anno un po’ così [il papà Costantino è venuto a mancare nel marzo di quest’anno (leggi qui [1]) – NdR]  – e allora forse è meglio stare dove sto.

Non voglio far mancare a me stesso un piccolo pensiero su questa data che mi è particolarmente cara.

Il mio maggiore ricordo di questa festa è legato ad una fotografia:

San Silverio.1 [2]

Era la fine degli anni ‘60.
Noi, la mia famiglia, il giorno di San Silverio la festa la si viveva in barca.
La mattina della festa mia madre iniziava a cucinare di buon’ora mettendo insieme un pranzo fatto di tante portate in cui non era previsto mai il pesce.
Quello lo si mangiava tutti i giorni.

Più o meno mentre Nannina iniziava a spadellare, mio padre – Costantino – scendeva  al porto, ripuliva la barca liberandola di tutti gli attrezzi da pesca che si potevano scaricare a terra o mettere sottocoperta e partiva per venirci a prendere a Le Forna.
A Cala Fonte, tempo permettendo, ci si faceva trovare tutti assieme e da lì si partiva verso il porto.
La nostra festa iniziava in quel momento.

Arrivati al porto e trovato l’approdo migliore, possibilmente vicino al palo della “gallina” mia madre scendeva e, accompagnata da un paio di figli, si recava al negozio di frutta di Mariantonia, nell’angolo a sinistra della banchina, vicino alle scale che salgono verso il municipio.

Quel negozio lo ricordo come fosse ora: in quella giornata esibiva quanto di meglio ci potesse essere a Ponza.

La frutta più bella e saporita, nei miei ricordi, si comperava in quella giornata di festa.

Certo, mi si dirà che la nostalgia gioca brutti scherzi ma io ho buoni ricordi e me li conservo.

Non ho memoria di dolci, nella giornata di san Silverio.

Il momento più importante del nostro pranzo era una enorme bagnarola piena di frutta, nell’acqua con un pezzo di ghiaccio a raffreddare il tutto, preso da Don Ciro.

Il pranzo si consumava sotto ad una vela messa di traverso a ripararci dal sole; veniva tirata via solo nelle ore meno calde.

Dopo una certa ora la barca diventava come il salotto di casa: c’era un viavai di amici e conoscenti che salivano a bere un bicchiere di vino o a mangiare un po’ di ciliegie in compagnia.

Si andava avanti così fino alle ore scure ma non si faceva mai troppo tardi perchè l’indomani la barca sarebbe tornata a fare il suo lavoro e i segni della festa dovevano essere scaricati a terra.

Questa foto, oggi, mi fa stare comunque a Ponza.

Buona Festa a tutti.

 

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