Ambiente e Natura

Una rete di conchiglie

Rete di conchiglie

di Sandro Russo

“Si dice che se una conchiglia luccica, in riva al mare, nasce un amore”
[Teresa Di Gaetano in: “Conchiglie e altre storie”; Montedit Ed. 2006]

Per altri articoli sul tema digita – conchiglie – in CERCA NEL SITO

 

I primi articoli sulle conchiglie pubblicati su questo sito, hanno suscitato molto interesse tra i nostri lettori e collaboratori

Dopo qualche giorno ci ha contattato Biagio Vitiello (il dott. Biagio) per informarci di una sua idea per un Museo malacologico e mineralogico, nel tunnel sottostante al Belvedere. Che a suo tempo, ci ha detto, fu bloccato per motivi troppo complessi da spiegare; ma se qualcuno fosse interessato… lui sarebbe pronto a rispolverare quel vecchio progetto…

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Prima ancora la nostra Rita (Rita Bosso – NdR) ci ha intrattenuto a lungo su un personaggio molto conosciuto qui a Ponza come orafo, velista, amico di molti, che per circostanze quasi romanzesche adesso si trova a vivere alle Seychelles; dove continua a fare bellissimi gioielli con preziosi e conchiglie…

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Ma non é tutto. Parlando di ‘lavori’ in cui potrebbero essere coinvolti i bambini delle scuole elementari, sono venute fuori altre idee di attività creative e al contempo istruttive, per avvicinarli al mondo delle conchiglie in modo diverso dai banchetti che i ragazzini tengono d’estate sui marciapiedi.

Si potrebbero usare per comporre collage e figure, materiali che vengono dal mare, raccolti lungo le spiaggie; sassolini e conchiglie, come è stato fatto in una scuola di Viareggio, da cui abbiamo preso questa figura di ‘arcimboldo’ (da Giuseppe Arcimboldo o Arcimboldi, Milano, 1526 – 1593).

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E da un ‘arcimboldo’ all’altro, sfogliando le realizzazioni di un geniale regista e sceneggiatore ceco, Jan Švankmajer (Praga, 1934), di ispirazione surrealista, ecco cosa ci è capitato sotto gli occhi:

Jan Svankmajer. Arcimboldo

E libri ispirati dalle conchiglie? Tanti ce ne sarebbero! Dobbiamo aprire anche questo fronte, con il nostro collaboratore malacologo Italo Nofroni…

Per restare tra le nostre conoscenze, ne abbiamo espunto uno che l’Autore, il ‘nostro’ Lino Catello Pagano, ci fece leggere qualche anno fa.

La collana di conchiglie di Ponza. Di LCP

Come racconta anche Enzo Di Fazio, “La Casa del Corallo” di Aniello Calise a S. Antonio, è stata per anni la fonte di approvvigionamento per numerosi ponzesi, e anche di conoscenza del fantastico mondo delle conchiglie esotiche, da cui, come isolani, erano inconsapevolmente – ma in modo irresistibile – attratti.

Di questa attività rimane un lascito di una quindicina di anni fa, alla Chiesa delle Forna, di due grandi tridacne (Tridacna gigas), all’ingresso, in funzione di acquasantiere.

Chiesa de Le Forna.1

Chiesa de Le Forna.2

Insomma, sembra che con queste conchiglie, a Ponza, abbiamo scoperchiato un vaso… anzi: una conchiglia di Pandora!

Cos’altro ne verrà fuori?

4 Comments

4 Comments

  1. Mimma Califano

    8 Maggio 2013 at 16:39

    Vorrei innanzitutto ringraziare il prof. Nofroni per quanto con il suo aiuto avremo modo di apprendere sul “fantastico mondo delle conchiglie”. Per un isolano, le conchiglie fanno parte del paesaggio, sono un’ovvietà, eppure credo che la maggior parte di noi, della loro vita sappia poco o nulla.
    Possiamo apprezzarne le forme, i colori, spesso il sapore… ma ci fermiamo là, almeno per me fino ad oggi è stato così.
    Leggendo invece ciò che ha scritto mi sorgono molte curiosità. Due in particolare.
    Una di tipo generale: come mai le conchiglie più grandi e belle si trovano nei mari tropicali? L’altra invece ci riguarda più da vicino anche se non so se rientra nelle sue competenze specifiche.
    A Ponza si fa un enorme consumo di patelle; ogni anno se ne trovano sempre meno… Sarebbe perciò utile sapere come si riproducono, quanto tempo impiegano per diventare adulte, quali sono le condizioni ambientali ottimali, ecc…
    Grazie

  2. La Redazione

    12 Maggio 2013 at 10:44

    Riguardo a libri e racconti ispirati alle conchiglie, Italo Nofroni ci fa sapere di non essere particolarmente esperto, e continua: “…L’unico che ricordo trattare questo argomento, che peraltro non ho neanche letto, è “Il sorriso dell’ignoto marinaio” di Vincenzo Consolo, ambientato nella Sicilia al periodo dei moti carbonari, ove alcuni rivoluzionari si fingono collezionisti di conchiglie per potersi incontrare e tramare contro i Borboni. Mi dicono che sia un buon libro…

  3. Italo Nofroni

    16 Maggio 2013 at 15:05

    Le Patelle vivono in quella che si definisce zona interditale, ovvero la zona del litorale che dipende dall’escursione delle maree, in quanto è emersa in condizioni di bassa marea e sommersa con l’alta marea. Sono quindi quei molluschi che più e prima di altri subiscono gli effetti dell’inquinamento a cui spesso si unisce il calpestio dei bagnanti, urti con natanti ormeggiati e, infine, l’uso alimentare.
    Occorre inoltre sapere che le Patelle sono ermafrodite, quindi con entrambi i sessi che però non coesistono nello stesso esemplare, infatti si manifestano in tempi successivi: sono maschi da giovani, fino ad una misura che è circa la metà di quella dell’esemplare adulto, e femmine successivamente. La pesca per scopo alimentare, ma anche collezionistico, privilegia ovviamente esemplari grandi e maturi, determinando quindi uno squilibrio fra i due sessi in grado di pregiudicare notevolmente le possibilità di accoppiamento e minacciando la stessa sopravvivenza della popolazione locale.
    Un piccolo consiglio: mangiamoci le cozze, sono anche più buone!

  4. Italo Nofroni

    19 Maggio 2013 at 06:29

    Quanto all’altro quesito: “Come mai le conchiglie più grandi e belle si trovano nei mari tropicali?”
    Premesso che ci sono specie veramente belle anche in Mediterraneo, che farò poi conoscere se continuerete a seguirmi, un fattore importante è la grande biodiversità presente dei mari esotici che consente ai molluschi di assumere le forme e i colori più vari ed imprevedibili.
    Per quanto riguarda le dimensioni, un mare caldo consente una migliore sintesi del carbonato di calcio e quindi è più agevole costruire conchiglie di dimensioni elevate. Non so se qualcuno ha mai avuto occasione di vedere conchiglie dei mari freddi come Artico ed Antartico: sono conchiglie leggere, delicate a volte parzialmente corrose per le difficoltà dovute al clima di sintetizzare il carbonato di calcio.

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