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L’aliscafo, una necessità per tutti

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di Martina Carannante e Gianmarco De Chiara (*)

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Continuiamo a parlare di mezzi di trasporto.
Con il ritorno del Quirino sulla linea, i ponzesi hanno tirato un sospiro di sollievo. Una corsa sicura alle nove di mattina, da Formia, e alle due e mezza del pomeriggio da Ponza, che ha garantito di nuovo il servizio ambulatoriale delle analisi il mercoledì; l’arrivo dei giornali e di generi alimentari freschi; facilitazione per insegnanti e impiegati che lavorano sull’isola.
Sembra aver ritrovato una normalità, ma questo non basta!
Ad essere scontenti e non tutelati sono gli studenti. Certo un minimo di miglioramento c’è stato, da che per tutto l’inverno hanno avuto difficoltà a tornare;
almeno ad oggi, con questo orario, a Ponza possono andare a dormire e mangiare un degno pranzo domenicale…
Ci chiediamo, ma vi pare normale? Il futuro di Ponza, i giovani, l’innovazione… ancora una volta sacrificati per un sistema sbagliato, per ripicche trasversali tra l’Amministrazione e la Laziomar.
Non è giusto avere un catamarano Snav che parte da Ventotene la mattina, arriva a Formia intorno alle nove e muore in banchina fino alle sei di sera affinché possa ripartire per Ventotene, questo fino al venerdì dove per gentile concessione, fino alla domenica, il catamarano parte alle 11:40 con vincolo del giro di Ventotene?! È una cosa ridicola! Quale pazzo, al di là di una seria necessità, il venerdì o il sabato prende un mezzo che per andare a Ponza deve passare per Ventotene, con ben due ore di viaggio!
Il catamarano è pagato a giornate? Allora perché deve stare nove ore ormeggiato alla banchina e non offrire un ulteriore servizio a Ponza, in particolare alle 14:00?? Sarebbe un orario decente, oltre che consono alle molteplici necessità dei cittadini isolani.
A cosa serve un catamarano che il sabato parte alle 11:40 da Formia quando gli studenti escono da scuola intorno alle 13:00 e sono costretti a prendere la nave alle 17:30?
Abbiamo la sensazione che si sta buttando solo fumo negli occhi, senza voler capire i veri problemi o risolverli. Ancora una volta la collettività e soprattutto i giovani sono sacrificati e non considerati.
A tutti voi le considerazioni, noi la soluzione l’abbiamo suggerita, ma tanto abbiamo capito che il peggior sordo è quello che non vuol sentire!

 

(*) – L’articolo è stato proposto, scritto e coordinato dagli Autori insieme ai “Ragazzi del week-end”