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Ponza, bella anche via terra

A piedi per Ponza [1]

di Luisa Guarino

 

Dopo aver riconsiderato, quasi due mesi fa, una ‘vecchia’ pubblicazione quale “Isole da scoprire” di Salvatore Perrotta, mi è venuta voglia di sbirciare con maggiore attenzione tra i titoli della mia libreria riguardanti Ponza.
Eccomi dunque stavolta a concentrare la mia attenzione su “A piedi per Ponza”, guida archeologica e naturalistica di Giuseppe Mazzella e Silverio Mazzella, Edizioni del Brigantino, pubblicata da Graficart nel 1996.

Certo, rispetto a un testo che indica e descrive un percorso per mare, un’opera come questa che propone itinerari a piedi corre meno rischi di deludere il turista-visitatore; soprattutto se si considera che molti angoli e itinerari marini descritti con suggestiva minuzie in “Isole da scoprire” o non esistono più o sono pericolosi e quindi inaccessibili.

Invece gli itinerari delineati in “A piedi per Ponza” si possono ancora ritrovare intatti o quasi. Senza contare che alcuni di essi, stando alle più recenti dichiarazioni e promesse dell’Amministrazione comunale, saranno quanto prima curati, valorizzati, e quindi fruibili al meglio.

Il libro dei fratelli Mazzella, che si dividono equamente e con la stessa perizia il materiale scritto e quello disegnato, parte dalla constatazione che chi viene d’estate a Ponza “quasi non s’avvede di altri e più segreti paesaggi”.
“Civiltà e storia – si legge nell’introduzione del libro – ci hanno lasciato preziose testimonianze che l’oblio ha solo in parte sommerso, come l’imponente acquedotto scavato nella roccia o le architetture spontanee che hanno saputo adattarsi alla tormentata orografia isolana. Ripercorrere le antiche vie, riascoltare il ritmo cadenzato dei propri passi – un privilegio che il mondo moderno ostinatamente si nega – ci restituisce la magica atmosfera degli inizi e ci fa scoprire il volto più vero dell’isola”.

“A piedi per Ponza” propone otto itinerari: Il Porto – La Parata; Il Porto – Chiaia di Luna; Il Fieno; Il Porto – Monte Guardia; Il Porto – Il faro della Guardia; Giancos – Conti – Santa Maria;  Frontone; Le Forna, corredati da un’informazione-raccomandazione che cito testualmente: “Gli itinerari ripercorrono idealmente il lungo e faticoso cammino che hanno compiuto i ponzesi per poter vivere in un’isola aspra e talvolta ostile. Gli antichi sentieri vanno percorsi con cautela, a causa dello stato di degrado nei quali alcuni di essi si trovano”.
A questi otto itinerari si alternano scritti di carattere storico e non solo (Lo storico Giuseppe Tricoli, Un po’ di storia, L’artista Pasquale Mattej, I faraglioni di Lucia Rosa – L’Ossidiana).

“Gli otto itinerari che vi proponiamo – concludono nella loro presentazione Giuseppe e Silverio Mazzella -, disegnati e scritti in punta di lapis, sono stati realizzati con appassionata meticolosità, come per fugare un’ansia segreta, la paura che tutta questa meraviglia possa scomparire. Se, ancora una volta, ci siamo decisi a parlarne è perché siamo convinti che quanti conoscono e amano Ponza non potranno mai sottrarsi al dovere di contribuire a custodirla per le future generazioni”.