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Il tempo ci cambia

di Francesco (Franco) De Luca

cambiamento [1]

Il tempo ci ha cambiato. Dico a noi Ponzesi.

Se mi soffermo sul “tipo psicologico” dell’isolano degli anni  ’50 – ’60, individuo questi tratti caratteristici: anzitutto aveva  il lavoro come dimensione costitutiva del suo essere. Nel lavoro trovava la sua identità umana primaria. Finalizzata alla promozione della famiglia. L’individuo come elemento a sé stante non era cercato e nemmeno incoraggiato. Si faceva parte della famiglia.

Seguiva la connotazione economica, quella religiosa, quella ideologica, quella rionale.

L’intreccio di queste componenti dava figura alla “civicità” dell’uomo, alla sua identificazione sociale.

Il gruppo sociale si amalgamava intorno a queste componenti e la vita civile trovava addentellati su queste forme.

Si potrebbe obiettare che questo ritratto fotografi una società ponzese “ideale” perché in concreto la competitività dilaniava gli isolani. Con una evidente “dualità” fra  borghesi e operai. E poi, il dissidio, la lotta sono sempre stati più palesi e grossi fra i borghesi che, per accaparrarsi i favori statali, si dividevano in fazioni e tendevano ad impossessarsi del Comune.

Nel libro “All’isola di Ponza” Silverio Corvisieri dà conto di queste lotte in maniera dettagliata e puntigliosa. Utilizzando, di solito, le categorie dei: conservatori contro riformisti (ma spesso anche i riformisti tenevano a conservare di più il loro status).

Nella classe operaia (marinai e pescatori) il contenzioso era minimo e riconducibile a dissidi per  confini e proprietà.

Questa configurazione finale può  ben dirsi plausibile, se considerata espressa all’interno di un territorio cittadino limitato, la cui popolazione per progredire doveva emigrare.

Il tempo a seguire con il benessere turistico ha pompato in maniera abnorme i dissidi a carattere penale, dando ai ponzesi la nomea di persone dalla “querela facile”.

Nel passato recente tutti sappiamo di persone le cui cause (penali e civili) sono state numerosissime. A ben guardare le persone implicate appartenevano alla classe medio-alta (non uso volutamente la parola borghesia).

Oggi ci sono persone a Ponza la cui conoscenza del “diritto penale” supera quella dei loro avvocati. Sono la maggioranza? No (per grazia di Dio). Sono stimati?  Non mi pare.

avvocato [2]

Per quel che mi riguarda vorrei che non rappresentassero il “tipo psicologico” dell’isolano. Questo proprio no.