Ambiente e Natura

La mia fiaba

di Lino Catello Pagano

 

Il nostro amico Lino Pagano non riesce a non sviluppare legami intensi e significativi con i luoghi nei quali ha trascorso un segmento della propria esistenza, e ne dà conto nei suoi scritti e nelle sue fotografie.
Ponza racconta ha ospitato le vivide descrizioni dell’infanzia e dell’adolescenza vissute sull’isola natia, e delle successive esperienze di lavoro, in giro per il mondo. 

“Zingaro sei nato, e zingaro morirai!” – gli disse la madre, quando lasciò Ponza; da qualche anno lo zingaro si è fermato in Liguria, di cui ci invia qualche foto.
Un suo scritto parteciperà all’Andersen Festival, bandito a Sestri Levante: Ponza racconta fa il tifo per Lino, e aspetta la conclusione del concorso per poter pubblicare “La Sirenetta Abbandonata e la compagnia degli Abissi”.
La Redazione

Sestri Levante. La Baia del Silenzio

 

Vorrei farvi conoscere un pezzettino della Riviera di Levante, ovverossia La Baia delle Favole. Per farvi capire, di seguito ho inserito uno scritto del grande Hans Christian Andersen. Il famoso scrittore di fiabe racconta del borgo di Sestri Levante, in special modo della Baia delle Favole, così chiamata perché affacciandosi sulla spiaggetta sembra di entrare in una fiaba.
Il Maestro scrive nel 1883: “Sestri Levante: un borgo da favola. Che fiabesca serata trascorsi a Sestri Levante! La locanda era vicinissima al mare e una forte risacca la lambiva; nel cielo le nuvole erano di fuoco e sui monti si alternavano i colori più vivi. 
Gli alberi stessi erano come gigantesche canestre di frutta, colme di grappoli ricchissimi portati dalle viti”.

Foto 2

L’isola, la Baia delle Favole, la Baia del Silenzio, battezzate così proprio da Hans Christian Andersen: nomi che raccontano l’incanto di un luogo magico dove si incontrano due mari, quello vivo, animato della Baia delle Favole e quello raccolto, romantico, legato ai ritmi d’altri tempi della Baia del Silenzio.
 E’ tra questi due mondi che Sestri Levante diventa il regno della fiaba e della fantasia, con il Premio Andersen ed il Festival di spettacolo per luoghi pubblici che dal 1995 lo accompagna, animando per quattro giorni, alla fine di maggio, le spiagge, le strade e le piazze del borgo.

L’Andersen Festival riunisce da sempre diverse forme di arte e spettacolo, in un incrocio tra cultura popolare, ricerca, produzioni, racconti, coinvolgendo artisti provenienti dai più disparati paesi del mondo.
Due i filoni principali del Festival: la narrazione, che prende vita nei luoghi più suggestivi della città, come la Baia del Silenzio, e il teatro urbano e di strada, che ha come palcoscenico lo spazio pubblico, quotidianamente vissuto dai cittadini. Dall’incrocio di queste due forme di spettacolo, una molto intima e raccolta, l’altra di grande impatto visivo, nasce una proposta culturale in grado di appassionare un pubblico di grandi e piccini.

Foto 3

Ogni anno, in occasione dell’Andersen Festival, in tutte le scuole elementari e dell’infanzia di Sestri Levante si svolgono laboratori creativi, studiati per stimolare l’espressività dei bambini, che inaugurano il festival con una grande e coloratissima parata.

Anch’io quest’anno ho voluto partecipare con la mia fiaba: “La sirenetta abbandonata e la compagnia degli abissi”; mi hanno comunicato che è stata scelta e partecipa al concorso. Sono rimasto incredulo: erano anni che avrei voluto partecipare ma non c’era lo stimolo, questa volta è stata mia moglie ad insistere, e le ho dato retta.
Ora si aspetta la fine di maggio per saperne di più. Vi terrò informati dell’esito, qualunque esso sia.

Lino Catello Pagano

2 Comments

2 Comments

  1. polina ambrosino

    23 Aprile 2013 at 15:07

    Quando si arriva a Sestri Levante, che sia in auto che in treno, si raggiunge la parte alta del paese, da cui il mare nemmeno si vede. Seguendo la strada principale, in discesa, delimitata a destra dai giardini, si giunge nel centro storico: a destra si apre la spiaggia grande, dove durante l’inverno le barche riposano e molti pescatori chiacchierano, fanno le reti, passano il tempo. Di fronte c’è la chiesa, con la sua facciata bianca. Proseguendo sempre dritto si raggiunge una banchina lunga che poi chiude la passeggiata. Ma la Baia del Silenzio dov’è?? Bisogna tornare indietro, arrivare nei pressi della chiesa e sulla sinistra, entrare in un piccolo vicolo, un carrugio. Dopo pochi metri sembra davvero di essere altrove: si apre una baia, un semicerchio di sabbia ornata di case rosa, gialle e ocra, piena di piccole barche e immersa in un’atmosfera sospesa, bellissima. E’ cosi davvero che l’ho vissuta questa Baia, chiamata in modi diversi, per sottolinearne fascino e particolarità. Uno dei nomi è anche “porto bello”: credo che davvero lo sia. Così raccolto, colorato, con il suo mare-lago chiuso dalla scogliera, sembra quasi fratello del nostro piccolo porto. Poesia e sostanza di terre di mare.
    IN BOCCA AL LUPO, LINO!!

  2. Lino Pagano

    23 Aprile 2013 at 17:04

    Carissima
    Non potevi tracciare una descrizione più autentica, chiudi gli occhi, qualcuno legge quello che hai scritto e ti ritrovi a Sestri Levante, i nomi sono tutti azzeccati; è bello sai entrare nel piccolo baretto – così lo chiamano, è un budello peccato che d’inverno è chiuso – perché dico questo, entri e poi vai avanti e ti ritrovi sulla veranda a due passi dal mare; quella baia è un vero capolavoro. Affacciandoti sul lato destro c’è il convento delle Carmelitane e a sinistra c’è la piccola chiesetta con il convento dei frati Cappuccini. Deve regnare per forza di cose il silenzio, e da lì il nome.
    Grazie e lunga vita al lupo, sarà una sorpresa anche per me: vi terrò informati. Salutoni

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