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Il passaggio

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di Pasquale Scarpati

 

E’ un continuo inveire contro questa Amministrazione, contro quelle precedenti. Chi più ne ha più ne metta. Errori del passato, errori del presente.

Mi immedesimo nella realtà di coloro che vivono costantemente sull’Isola e capisco bene il loro stato d’animo e le loro sofferenze alla luce del vivere quotidiano di oggi.
Ci sono tantissimi problemi che vanno affrontati, a cui, però, stuort’ o’ muort’, si deve dare una soluzione che deve essere, non dico condivisa dalla totalità (pura utopia), ma dalla maggior parte dei residenti.

Premesso che, data la condizione economica, non è più tempo né di lamenti né di pensare che si possa ottenere tutto e subito (qualcuno può citarmi dove sia accaduto una simile cosa?), che  anche altrove si “stringono le cinghie” in tutti i settori: si taglia qua, si taglia là (qualcuno mi sa dire, facendo, però, le dovute “eccezioni”, ehm! non so se mi spiego…, dove questo non avvenga?), sarebbe bello sentire cose propositive sui singoli argomenti e di conseguenza agire sull’Amministrazione un po’ come fanno quei pulcini che spingono tante volte sotto il becco dei genitori affinché questi rigurgitino il cibo necessario al loro nutrimento e quindi alla loro sopravvivenza.
L’input, pertanto, deve venire dal basso.  Per prima cosa bisogna guardarsi intorno e prendere esempi validi dalle realtà che hanno subito dei traumi e vedere come hanno risolto i loro problemi in toto o parzialmente.
Qualcuno dirà: “Ma noi siamo sull’Isola e la nostra situazione è diversa”. Chi dice questo fa già un passo indietro e ritorna a ciò che ho detto in precedenza: si piange addosso e pensa che la sua, essendo una  realtà diversa dalla altre, debba essere guardata (non so da chi) con occhio, diciamo, più “benevolo” per cui non esiste soluzione se non quella dell’infinita attesa…

Altra considerazione: siamo in guerra. Guerra economica, ma guerra. Siamo sotto un bombardamento. Bombardamento economico: tasse e balzelli vari, mascherati da vari pretesti, arrivano a raffica e a grappoli.
Poche, ahimè, le difese. Come in guerra ognuno teme e di conseguenza si trincera e/o cerca rifugio nei bunker.
Si andava a dormire, tra l’altro, con tutti i vestiti, pronti per cercare rifugio non appena si sentiva il sinistro ululato delle sirene.
Ognuno pensa al domani incerto. Nei bunker e, per quanto riguarda l’Isola, sott’u ruttone ‘i S. Antonio o nelle grotte dei Guarini (quelli erano alcuni dei rifugi, così raccontava mia madre), giocoforza si stava tutt’insieme e nello stesso tempo ognuno pensava, pure nella diversità, a come “ sbarcare il lunario” sapendo e addossandosi enormi sacrifici (si faccia un’indagine e qualcuno si faccia dire come quelli che vissero quei tragici momenti aguzzassero l’ingegno per….).
Forse che i nostri nonni avevano “la stoffa” e noi siamo diventati piagnoni smidollati?
Non credo: esistono forze vive che sanno affrontare con decisione e senza troppe chiacchiere l’odierna triste congiuntura.
Lo so, i residenti sono oberati di sacrifici, ma sono sacrifici imposti, come dire, dall’esterno.
Tanto per fare un esempio: non credo che la Laziomar sia gestita dai residenti. Penso, pertanto, che il sacrificio lo si debba fare, per prima cosa, dall’interno.
Questo viaggia su vari binari: il primo aguzzare l’ingegno, poi, come dicevano gli antichi bisogna darsi ‘nu pizziche ‘ncoppa ‘a panza, ed infine pressare costantemente chi di dovere (anche a costo di essere asfissianti).
Bisogna, pertanto, sacrificare un po’ di sé, un po’ del proprio guadagno, un po’ del proprio egoismo nel progettare qualcosa che faccia del bene e soprattutto faccia bene all’Isola.
Se non si entra in quest’ottica si finisce di perire sotto le macerie della propria dimora bombardata da tutte le parti. Questa alla fine si sgretolerà e si frantumerà  dissolvendo tutto nella polvere: uomini ed idee. E’ questo che si vuole? Allora qualcuno si prenda la briga e dica a mo’ di esempio):

a)      Problema prioritario: i trasporti. Esiste questa situazione… La soluzione potrebbe essere 1)… 2)…
Poiché mancano i mezzi ( economici e di trasporto) in alternativa si potrebbe fare…

b)      Problema PAI…  idem come prima e così per tutte le altre problematiche (tra cui anche e non da ultimo l’accoglienza per coloro che pensano di passare qualche giorno spensierato sull’Isola).

Non penso però che il tutto si possa risolvere via internet, pur essendo questo un veicolo importante ed efficiente. Non è possibile, sia perché gli interessi spesso sono contrastanti sia perché non può esistere una dialettica che necessita di un dibattito e di un confronto, come dire, vis-à-vis, che porti a soluzioni concrete, e soprattutto non si può stendere alcun verbale.
Pertanto qualcuno armato, è proprio il caso di dire, di buona volontà indìca una riunione, dandone massima visibilità, nella quale, alla fine, si prendano delle  decisioni sui singoli problemi anche per gli anni futuri, perché non sono cose che si risolvono seduta stante e in breve tempo.
Alla fine verrà stilato un verbale sottoscritto da chi vuole aderire e lo si propone a chi di dovere.

E’ così difficile attuare una cosa simile? Gli stessi Amministratori potrebbero prendere l’iniziativa e convocare conferenze dei servizi ad hoc  ed allora si vedrà, tra l’altro, chi veramente è interessato al bene dell’Isola.
Serve pertanto un passaggio. Il passaggio da una vecchia mentalità ad una nuova, il passaggio dall’antico (che pure potrebbe servire come base) al nuovo; il passaggio a nuove prospettive cercando di preservare ciò che il Signore nella Sua infinità bontà ci ha gratuitamente donato (ne siamo degni?).

Questo è il mio affettuoso e sincero augurio di  Buona Pasqua (passaggio) e soprattutto buon “Pascone” a tutti (la meta di molti di noi adolescenti era, udite, udite, “u’ chian ‘e riole”: Carneade chi era costui?) (sic!).

Ciao a tutti
Pasquale Scarpati