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Salviamo il calcio ponzese

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di Paolo Iannuccelli

 

La lunga lettera inviata dal giovane calciatore Giosuè Coppa al quotidiano Latina Oggi, pubblicata con grande risalto dal maggiore organo di stampa della provincia pontina, deve indurre ad alcune considerazioni.

Noi sportivi siamo forse troppo settari, pensiamo che esista solo quel mondo, ma non è così, almeno per quanto mi riguarda. Io dedico l’intera mia giornata a far praticare sport ai giovanissimi ed organizzare manifestazioni, per questo mi arrabbio quando certe realtà sembrano sul punto di scomparire. Prima il basket, poi dragon boat, tennistavolo, calcio a 5, pallamano da spiaggia, ginnastica, con alla guida lo scomparso Roberto Morando, un ragazzo torinese ricordato da tutti ponzesi. Adesso il calcio.

No, non è possibile. Ho letto, con sommo dispiacere, di spogliatoi abbandonati, con il grande Biagio costretto a fare le pulizie. La mancanza di un custode si sente, un problema mai risolto. Coppa, nella sua missiva, pone tanti problemi, in primis il poco attaccamento di certi compagni alla squadra ed alla società.
Tutto vero, ma non dimentichiamo che i ragazzi in gialloverde si svegliano alle 4.30 del mattino, rischiano di non partire e anche di non tornare sull’isola.
Di soldi ne girano pochi, quanto basta per le trasferte e le tasse federali. Di sponsor nemmeno a parlarne, solo passione di pochi e volontariato.

Ponza e il suo calcio non devono morire, facciamo il possibile per evitare brutte figure, cerchiamo di costituire un comitato di soci sostenitori. Diciotto anni spesi tra terza e seconda categoria non vanno buttati al vento, dopo tanti striscioni, tamburi, mortaretti (vietati) e bandiere al vento. Non facciamo amarcord, quanto di meraviglioso realizzato negli anni si può ripetere oggi, domani e dopodomani.

Le 400 persone assiepate a Calacaparra per tifare Ponza, le 100 in trasferta, capeggiate dal mitico U’ Suricillo, vanno evidenziate, eccome. Non piangiamo, ripartiamo dall’intervento di Coppa su Latina Oggi, quotidiano da sempre vicino al mondo dello sport.

L’inizio del calcio “ufficiale” a Ponza, con l’iscrizione alla terza categoria, è stato esaltante. In tantissini hanno contribuito alla crescita di un fenomeno di massa, non possiamo citarli tutti, ma meritano un rigraziamento. Agli albori – appena completato il campo – albergatori, ristoratori, imprenditori edili ed altri, tutti uniti nel nome di Ponza, hanno aiutato concretamente il club.
Chi scrive non ha mai amato il calcio ma ogni domenica ero presente al campo isolano e in trasferta. Mi ero appassionato, strillavo come un pazzo, giravo i più sperduti paesetti della Ciociaria tra freddo e pioggia, ero felice.
Ricordo il trainer Di Giovanni, il presidente Ronca, l’immancabile Bixio, il Prudente Umberto con tanto di panini e bibite, le torte giganti preparate da Maria di Bixio, le parate di Biagio Rispoli, la presenza di Massimo Franceschini, un personaggio che a Ponza ha dato tantissimo con il suo impegno nel sociale, il tanto divertimento, le sane risate a crepapelle.
Mi scuso con i tantissimi amici non ho citato, so che mi capiscono. Servirebbero almeno dieci pagine per elencarli.