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L’uccello merope, di Sara Kirsch

segnalato da Sandro Russo

 

Sarah Kirsch  – nata Ingrid Bernstein a Nordhausen (Turingia) ex Germania orientale, nel 1935 – è una poetessa tedesca molto nota nel mondo ma non troppo da noi.
Nasce al tempo del nazismo da un accanito sostenitore della politica hitleriana, che sin da giovane non condivide: per contrastare l’anti-semitismo del padre cambia il suo nome in Sarah.
Studia Biologia presso la Martin-Luther-Universität Halle-Wittenberg e poi Letteratura a Lipsia.
Nel 1965 sposa lo scrittore Rainer Kirsch di cui assume definitivamente il cognome. Protesta attivamente contro l’espulsione del poeta dissidente Wolf Biermann dalla Germania orientale nel 1976; successivamente lei stessa deve lasciare il Paese.

Riporto questa sua poesia che sembrerebbe parlare di un uccello mitologico; si tratta invece di un volatile che noi conosciamo bene (leggi qui [1]).

 

[2]

 

L’uccello merope

Il grande bellissimo uccello merope

Vola già in primavera appena si mostra una foglia

Via verso il sud dove le ombre

Cadono perpendicolari la pietra

Calda come i miei sguardi su di lui

Così ho imparato che è grande forte bello come

Un uomo e chi sa di lui

Ne avrà per sempre nostalgia. Vola ma volando

Guarda indietro, si allontana, eppure si avvicina.

Attraverso gli occhi. Il sangue. Verso il cuore.

O bella leggenda!

Un saltellare di sasso in sasso; speranza dove spazio e tempo

Si frappongono tra noi. E lui tornerà? Tornerà.

Anelato desiderato atteso atteso

Così volando guarda indietro, ma non me.

Si avvicina  si allontana.

 

[3]