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Politica e politiche

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di Francesco De Luca (Franco)

 

La “politica” significa “governo della città”, è risaputo. E dunque tutto ciò che inerisce alla vita amministrativa comunitaria ricade nella sfera della politica. Ed è proprio per  la complessità eccessiva della sua sfera d’azione che essa viene smembrata, per poter meglio essere avvicinata, in tante politiche. Politica giovanile, quella economica, quella scolastica, politica sociale e via dicendo.

Ci sono tanti sottoinsiemi all’interno di un sistema.

Perché dico questo? Per stimolare un po’ il confronto e smuovere questa atmosfera cadaverica che aleggia su Ponza. E dunque mi allontano dalla “politica locale” per guardare alla “politica nazionale”.

Al sodo: fra pochi giorni la “politica” affronta uno snodo decisivo perché si decide il Parlamento nazionale, e perciò il Governo, e in più quello regionale, che non è di poco conto. Insomma, sebbene “isolati” in una dimensione di minuscolo Comune, i Ponzesi non possono restringere la loro visuale politica alle doglianze per il PUA, per il PAI, per le carenze finanziarie, per la quasi ferma macchina amministrativa.

Non lo possiamo perché così perdiamo il nesso tra questi problemi locali con quelli nazionali. Finiamo col focalizzare la vista sul chiarore nello stagno, dimenticando che è la luna la fonte di luce. In altre parole i problemi di Ponza nascono qui ma vanno ad inserirsi nel contesto nazionale.

Chi esalta ed infatizza il piccolo orticello nostro ci restringe in una dimensione da ghetto. Ad esempio il problema che la SNAP evidenzia con un virile comunicato non è nelle mani delle Amministrazioni ponziane, perché la Regione Lazio ha un vasto campo decisionale, ma anch’esso è subordinato alla politica economica del Governo, controllata a vista dagli organi dell’Unione Europea.

Tutto questo per dire cosa? Non per perderci nella complessa struttura  inter-dipendente ed attendere con fede che le cose migliorino: no! Non miro ad  una inattività sorniona. Al contrario, l’intreccio intersecato, il cui disegno dobbiamo tener presente, deve sollecitarci ad una scelta attenta, non pecorona.

Per questo la SNAP deve sentire la nostra vicinanza e dobbiamo indignarci se a questo punto sono arrivate le cose.

Chi rimanda ad altri le soluzioni che non ha sollecitato ci prende in giro.

Io stimo chi mi è accanto in questo letargo invernale, chi con me opera per spezzare l’isolamento dell’isola, chi si smanica per fermare la desertificazione della popolazione.

Non attendo nessuna soluzione miracolistica e nemmeno utilizzo la speranza come toccasana.

Il criterio di scelta è la fattività consapevole.

Chiacchiere, direte. Sì, sono le chiacchiere che devono sostenere la scelta del voto.