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Romagna (non più) mia

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di Paolo Iannuccelli

Dopo aver trascorso anni sulla riviera romagnola, possedendo una casa a Milano Marittima, nel 1988 ho scoperto la bellezza di Ponza, innamorandomi di un posto di una bellezza rara. Sono tornato in Romagna altre volte, ma Ponza è sicuramente un’altra cosa, mi piace mille volte di più. A Cervia, Milano Marittima e Cesenatico ho però imparato molte cose riguardo la buona organizzazioni turistica, una delle migliori al mondo.

Mimma Califano, nel suo intervento, afferma di voler passare dalle parole ai fatti e di fare delle utili proposte per migliorare Ponza.
Cari amici, nella terra del Passatore la stagione turistica, ad inizio febbraio, è in gran parte già programmata, sono tutti impegnati nell’organizzarla con cura, competenza e professionalità. Prendiamo esempio da posti dove il mare è qualcosa di orribile rispetto a Ponza ma sono visitati da milioni di persone ogni anno, con un reddito pro-capite invidiabile per i residenti. Studiamo attentamente questo sistema che funziona e non conosce grandi momenti di crisi.
Noi – dalle nostre parti – discutiamo, in Romagna sono tutti già al lavoro, basta andarci per verificare. Sono sicuramente uniti, compatti, laboriosi, pronti sempre ad apprendere e migliorare, a confrontarsi con gli altri.

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Cosa fare per rimettere in sesto il turismo ponzese è un bel rebus. I prezzi di alberghi, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, bar, residence, sono indubbiamente troppo alti, salvo qualche rara eccezione. Diminuire le tariffe – soprattutto a causa della crisi economica che stiamo attraversando – credo sia doveroso, vista anche la concorrenza di località a prezzi molto accessibili e per tutti, specialmente all’estero.
I collegamenti stagionali con il porto di Anzio, con la compagnia di aliscafi Vetor, sono davvero costosi. Nel fine settimana si arriva a pagare 49 euro per sola andata, più prenotazione e bagaglio.
Molto più accessibili le tariffe della motonave Carloforte in partenza ogni estate da Terracina, di proprietà della compagnia ponzese Snap. Il costo del tragitto è di 10 euro, alla portata di tutti.
Brutte notizie dalla Laziomar, in crisi perenne e senza soldi, un carrozzone clientelare, voluto dal centrodestra, che ha portato a scelte infauste. Da Formia occorrono tre ore di nave per raggiungere Ponza, come trent’anni fa. Un tempo eccessivo e fastidioso per chi viaggia.

Ponza manca, poi, di una stagione di eventi estivi che permettano di trascorrere una piacevole serata. Solo in occasione della festività di San Silverio e dell’Assunta, i comitati organizzano momenti svago ed intrattenimento.
Ponza, ricordiamolo bene, non è solo mare. I percorsi per ammirare le vestigia dell’antichità che riguardano varie epoche, non sono segnalati, nemmeno i percorsi a piedi per raggiungere Monte Guardia, il Bagno Vecchio, Punta Incenso, il Faro della Guardia. Tutto è lasciato al caso all’improvvisazione, non si fa nulla per crescere e migliorare le cose.
Il museo cittadino, in via Roma, che verrà intitolato a Ernesto Prudente, inagurato nel 1999, non contiene quel materiale artistico e culturale di cui Ponza dispone in abbondanza. L’unico museo presente sul territorio è quello etnografico, allestito da Gerardo Mazzella.
I pullman che dal porto raggiungono la frazione di Le Forna sono privi di aria condizionata e spesso in ritardo rispetto la tabella di marcia, in Romagna arrivano sempre in orario. La centrale elettrica della Sep è rimasta a Giancos senza essere trasferita, come atteso da anni, in una località più sicura.
Ponza è poi priva di impianti sportivi ad hoc, non esiste nemmeno un campo da tennis. Diamoci da fare, mettendo da parte ogni tipo di conflittualità. Mimma ha ragione.

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Un’altra immagine de ‘Il tappeto sospeso’: la fontana ideata da Tonino Guerra e realizzata da Marco Bravura, collocata nella zona attigua agli antichi magazzini del sale, in Cervia (RA); posta in opera, nel 1997  [Da un articolo su ‘Omero [4]‘]