Lontano da Ponza

La posta dei lettori. Il disastro minerario

da  Silverio Iodice

 

Salve. Ho appena finito di scoprire il Vostro sito, nel quale c’è la foto di mio fratello Giuseppe alle elementari (un tuffo al cuore!). Grazie!

Comunque vorrei proporre di intestare una via/strada di Ponza a Luigi Feola perito il 6 dicembre 1907 nel disastro della miniera di Monongah, nel West Virginia (leggi su Wikipedia)

 

Silverio Iodice (Ciaciano) figlio di Aniello delle Forna.

2 Comments

2 Comments

  1. Sandro Russo

    2 Gennaio 2013 at 08:33

    Mi ha molto colpito, nella lettera di Silverio Iodice, l’accenno alla tragedia mineraria di Monongah del 1907, che sono andato doverosamente – e poi con interesse sempre maggiore – a leggere su Wikipedia al link segnalato. Consiglio a tutti di farlo.
    È impressionante la coltre di oblio che il tempo stende su fatti di eccezionale rilevanza; così come la rimozione dei cambiamenti intervenuti in circa cento anni riguardo alle condizioni di vita e alla sicurezza sul lavoro. Trasformazioni che non avvengono per caso, ma grazie a persone che ci hanno perso la vita; ad altri che si sono impegnati nelle lotte successive affinché certi fatti non accadessero più.
    Penso anche alle tragedie minerarie di Dawson nel New Mexico del 1913 e 1923 e a quelle, a noi più vicine, dell’Amiata, nel maggio del 1954 e di Marcinelle (Belgio) del 1956.

    Su tutto è fondamentale il recupero e il rinnovarsi della memoria: meglio se scritta.
    Ricordo, sulla vicenda del Monte Amiata, il gran libro di Luciano Bianciardi, “La Vita agra” del 1962 (poi anche film di Carlo Lizzani, del 1964, con Ugo Tognazzi)

    Ma visto che siamo sul tema dei ponzesi all’estero, vorrei qui ricordare anche le vittime della ferrovia del West Virginia, di cui Isidoro Feola ed Emilio Iodice avevano cominciato a parlare: a tirar fuori foto e memorie…
    Invito tutti i nostri lettori a far riemergere il ricordo e le memorie dei loro nonni e congiunti che da Ponza e da tutto il sud d’Italia, in diverse ondate migratorie, sono andati in America (ma anche in Argentina e altrove) a contendere il lavoro ai neri e ai ‘latinos’.
    Mio nonno – Ciccillo Zecca – è andato e tornato almeno quattro volte, perché a Ponza non si poteva mangiare, ma senza l’isola e la famiglia non poteva vivere…
    A ritrovarci su queste pagine…

  2. Sandro Vitiello

    2 Gennaio 2013 at 14:27

    Questa storia della miniera mi era capitato tra le mani tre anni fa circa; ne avevo scritto sul mio blog – leggi qui – ma credo che la fonte sia la stessa

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