Messaggio di Fine Anno di Vincenzo Ambrosino
Un padre cammelliere è prossimo alla morte e decide di fare testamento
Si reca dal notaio al quale detta le sue volontà: “Al primo figlio lascerò metà del mio patrimonio. Al secondo lascerò un quarto, al terzo un sesto del mio patrimonio”
Dopo pochi giorni muore.
I figli scoprono dal testamento che tutto il patrimonio del padre consisteva in 11 cammelli, per cui cominciarono subito i litigi per far coincidere il volere del padre con le esigenze di giustizia dei figli.
Infatti al primo figlio toccavano la metà dei cammelli ma siccome 11 non è divisibile per 2 e non si poteva tagliare un cammello a metà il primo figlio chiedeva 6 cammelli (approssimazione per eccesso).
Gli altri due figli dicevano al primo: “Ma tu già sei stato beneficiato con più cammelli accontentati di 5 cammelli e basta”.
Questi ragionamenti inconciliabili presero subito una brutta “piega” per cui si stava arrivando a veri e propri scontri fisici.
Mentre litigavano sopraggiunge un vecchio cammelliere che si fa spiegare il motivo della contesa, poi dopo aver riflettuto un po’, dice ai tre giovani: – Io vi dono il mio cammello – e si mette in disparte.
A questo punto i tre giovani hanno 12 cammelli, quindi è facile determinare la metà di 12 che è 6 cammelli che vanno al primo figlio, un quarto di 12 fa 3 cammelli che vanno al secondo figlio e un sesto di 12 fa 2 cammelli che vanno al terzo figlio. I tre giovani si stringono la mano tutti contenti e soddisfatti perché avevano rispettato la volontà del genitori e soprattutto avevano appagato la propria sete di giustizia ma la cosa bellissima è che scoprono, contando i cammelli divisi, che 6+3+2=11; proprio il numero di cammelli lasciati in eredità dal padre.
Il vecchio cammelliere che aveva assistito alla scena e alla divisione dell’eredità paterna, si avvicina ai tre, li guarda sorridente, poi prende il suo cammello, saluta e se ne va.
Il cammelliere aveva garantito la pace sociale!
…Scoprite da voi la morale.
Auguri a tutti i Lettori e ai redattori di Ponza racconta