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La scuola è un punto d’inizio

[1]

di Vincenzo Ambrosino

 

Dal prossimo anno scolastico il nostro  ITC, sembra,  che sia predestinato a cambiare indirizzo: da Marketing e Finanza passerà a Turistico.

 Ho già lamentato la mancanza totale di democrazia in questa scelta, ma penso che di questo ci dobbiamo abituare, noi non possiamo che far sentire forte e chiaro il nostro pensiero.
Aumenteranno le iscrizioni? Io dico di no, anzi diminuiranno!
Fermeremo l’esodo? Io dico di no, anzi aumenterà!
Daremo ai giovani quello che il mercato del lavoro locale richiede? Il lavoro si inventa con azioni mirate pubbliche e private non lo si crea a scuola!
Questo del cambio dell’indirizzo  economico  è una idea miracolistica di tanti amministratori vecchi e nuovi, infatti li sentiamo dire: “in una isola a vocazione turistica a cosa servono i ragionieri!”
E quindi l’interpretazione politica è facile: vocazione turistica=istituto turistico!
Ma solo per restare alle definizioni cerchiamo di spiegare cos’è il MARKETING e FINANZA.
Il marketing  è un ramo dell’economia [2] che si occupa dello studio descrittivo del mercato [3] e analizza le possibilità di interazione nel mercato degli utilizzatori con l’impresa [4].
Marketing significa letteralmente “piazzare sul mercato” e comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti [5], considerando come finalità il maggiore profitto [6] e come causalità la possibilità di avere prodotti capaci di realizzare tale operazione finanziaria [7].
Ci sono tre tipi di marketing:
  • marketing analitico: studio del mercato, della clientela e dei concorrenti;
  • marketing strategico: è un’attività di pianificazione [8], tradotta in pratica da un’impresa [4], per ottenere, pur privilegiando il cliente, la fedeltà e la collaborazione da parte di tutti gli attori del mercato.
  • marketing operativo: attiene invece a tutte quelle scelte che l’azienda pone in essere per raggiungere i suoi obiettivi strategici.
La finanza è la disciplina economica [2] che studia i processi con cui individui, imprese [4], enti [9], organizzazioni [10] e stati gestiscono i flussi monetari [11] (raccolta, allocazione e usi) nel tempo.
Si distingue tra:
  • finanza personale, che concerne i debiti [12] e crediti [13] che fanno capo agli individui;
  • finanza aziendale [14], detta anche ‘Finanza d’impresa’ che si occupa della ricerca e dell’impiego delle risorse finanziarie da parte delle imprese [4];
  • finanza pubblica [15], riguardante le tematiche della ricerca e dell’impiego di risorse finanziarie da parte della pubblica amministrazione [16];
  • finanza internazionale che tocca il tema dei flussi di denaro scambiati tra paesi (da origine di operazioni finanziarie che operative tra individui, imprese e pubbliche amministrazioni internazionali).
A scuola si diventa ciò che si studia, se ci si applica con impegno.
Per esempio chi frequenta l’alberghiero diventa cuoco o segretario d’albergo; chi studia giurisprudenza diventa avvocato; chi si iscrive ad una scuola di riparazioni auto diventa meccanico.
La cosa simpatica è che chi studia da cuoco avrà una mentalità di cuoco; peggio:  intraprendendo il mestiere per cui si è studiato ci si dimentica dei propri desideri, dei propri bisogni, dei propri affari, ci si ferma, si rinuncia al sapere, non ci si aggiorna, così si passa la vita a servire gli interessi di altri   rendendo ricchi i datori di lavoro.
La scuola è solo un Punto d’inizio; la scuola può specializzare in un campo ma quello che serve lo impariamo apprendendo sempre.
Qualcuno ha detto che la scuola è una soluzione a breve tempo per un problema a lungo periodo: il miglioramento della qualità della vita che dipende molto dall’autonomia economica.
Ci sono molti attuali amministratori che questi concetti li hanno chiari: pur essendosi diplomati in ragioneria si sono ampliati nelle attività turistiche ed economico-commerciali; questi amministratori dovrebbero sapere l’importanza fondamentale  di acuire l’intelligenza finanziaria, la capacità di agire nei mercati e queste competenze, che si apprendono sempre, vengono facilitate da buoni basi di ragioneria.
La ragioneria è la materia più noiosa ma se si cerca una vera autonomia economica a lungo termine si rivela la materia più importante.
Sempre quel qualcuno ha detto che i numeri parlano un linguaggio che la maggioranza dei cittadini non sa leggere, tanto-meno interpretare: il ragioniere sa leggere e dovrebbe saper interpretare questo linguaggio che solo, può aprire porte e mondi sconosciuti ai più.
Cosa studiare per ampliare l’intelligenza finanziaria:
1)      La contabilità:  la capacità di leggere e capire i conti (numeri), che ci permettono di individuare i punti di forza e di debolezza di ogni impresa;
2)      Gli investimenti: come, quando e dove investire denaro;
3)      Capire i mercati: la scienza della domanda e dell’offerta;
4)      Conoscere le leggi, i regolamenti della contabilità e  dell’organizzazione aziendale.

Per dare possibilità ai giovani di risolvere i loro problemi per tutta la vita, bisogna aumentare il loro quoziente di intelligenza finanziaria: questo è importante non cambiare l’indirizzo dell’istituto.