Ambrosino Vincenzo

La scuola è un punto d’inizio


di Vincenzo Ambrosino

 

Dal prossimo anno scolastico il nostro  ITC, sembra,  che sia predestinato a cambiare indirizzo: da Marketing e Finanza passerà a Turistico.

 Ho già lamentato la mancanza totale di democrazia in questa scelta, ma penso che di questo ci dobbiamo abituare, noi non possiamo che far sentire forte e chiaro il nostro pensiero.
Aumenteranno le iscrizioni? Io dico di no, anzi diminuiranno!
Fermeremo l’esodo? Io dico di no, anzi aumenterà!
Daremo ai giovani quello che il mercato del lavoro locale richiede? Il lavoro si inventa con azioni mirate pubbliche e private non lo si crea a scuola!
Questo del cambio dell’indirizzo  economico  è una idea miracolistica di tanti amministratori vecchi e nuovi, infatti li sentiamo dire: “in una isola a vocazione turistica a cosa servono i ragionieri!”
E quindi l’interpretazione politica è facile: vocazione turistica=istituto turistico!
Ma solo per restare alle definizioni cerchiamo di spiegare cos’è il MARKETING e FINANZA.
Il marketing  è un ramo dell’economia che si occupa dello studio descrittivo del mercato e analizza le possibilità di interazione nel mercato degli utilizzatori con l’impresa.
Marketing significa letteralmente “piazzare sul mercato” e comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti, considerando come finalità il maggiore profitto e come causalità la possibilità di avere prodotti capaci di realizzare tale operazione finanziaria.
Ci sono tre tipi di marketing:
  • marketing analitico: studio del mercato, della clientela e dei concorrenti;
  • marketing strategico: è un’attività di pianificazione, tradotta in pratica da un’impresa, per ottenere, pur privilegiando il cliente, la fedeltà e la collaborazione da parte di tutti gli attori del mercato.
  • marketing operativo: attiene invece a tutte quelle scelte che l’azienda pone in essere per raggiungere i suoi obiettivi strategici.
La finanza è la disciplina economica che studia i processi con cui individui, imprese, enti, organizzazioni e stati gestiscono i flussi monetari (raccolta, allocazione e usi) nel tempo.
Si distingue tra:
  • finanza personale, che concerne i debiti e crediti che fanno capo agli individui;
  • finanza aziendale, detta anche ‘Finanza d’impresa’ che si occupa della ricerca e dell’impiego delle risorse finanziarie da parte delle imprese;
  • finanza pubblica, riguardante le tematiche della ricerca e dell’impiego di risorse finanziarie da parte della pubblica amministrazione;
  • finanza internazionale che tocca il tema dei flussi di denaro scambiati tra paesi (da origine di operazioni finanziarie che operative tra individui, imprese e pubbliche amministrazioni internazionali).
A scuola si diventa ciò che si studia, se ci si applica con impegno.
Per esempio chi frequenta l’alberghiero diventa cuoco o segretario d’albergo; chi studia giurisprudenza diventa avvocato; chi si iscrive ad una scuola di riparazioni auto diventa meccanico.
La cosa simpatica è che chi studia da cuoco avrà una mentalità di cuoco; peggio:  intraprendendo il mestiere per cui si è studiato ci si dimentica dei propri desideri, dei propri bisogni, dei propri affari, ci si ferma, si rinuncia al sapere, non ci si aggiorna, così si passa la vita a servire gli interessi di altri   rendendo ricchi i datori di lavoro.
La scuola è solo un Punto d’inizio; la scuola può specializzare in un campo ma quello che serve lo impariamo apprendendo sempre.
Qualcuno ha detto che la scuola è una soluzione a breve tempo per un problema a lungo periodo: il miglioramento della qualità della vita che dipende molto dall’autonomia economica.
Ci sono molti attuali amministratori che questi concetti li hanno chiari: pur essendosi diplomati in ragioneria si sono ampliati nelle attività turistiche ed economico-commerciali; questi amministratori dovrebbero sapere l’importanza fondamentale  di acuire l’intelligenza finanziaria, la capacità di agire nei mercati e queste competenze, che si apprendono sempre, vengono facilitate da buoni basi di ragioneria.
La ragioneria è la materia più noiosa ma se si cerca una vera autonomia economica a lungo termine si rivela la materia più importante.
Sempre quel qualcuno ha detto che i numeri parlano un linguaggio che la maggioranza dei cittadini non sa leggere, tanto-meno interpretare: il ragioniere sa leggere e dovrebbe saper interpretare questo linguaggio che solo, può aprire porte e mondi sconosciuti ai più.
Cosa studiare per ampliare l’intelligenza finanziaria:
1)      La contabilità:  la capacità di leggere e capire i conti (numeri), che ci permettono di individuare i punti di forza e di debolezza di ogni impresa;
2)      Gli investimenti: come, quando e dove investire denaro;
3)      Capire i mercati: la scienza della domanda e dell’offerta;
4)      Conoscere le leggi, i regolamenti della contabilità e  dell’organizzazione aziendale.

Per dare possibilità ai giovani di risolvere i loro problemi per tutta la vita, bisogna aumentare il loro quoziente di intelligenza finanziaria: questo è importante non cambiare l’indirizzo dell’istituto.

3 Comments

3 Comments

  1. assunta conte

    4 Dicembre 2012 at 00:28

    vorrei far notare che la cosiddetta “intelligenza finanziaria” ci ha portato al baratro economico che stiamo vivendo.
    comunque non è ben chiaro cosa c’è di sbagliato nell’indirizzo turistico. per correttezza “argomentativa” riporto il profilo del diplomato nel settore turistico, così tutti noi possiamo capire di cosa si sta parlando.

    Profilo
    Il Diplomato nel Turismo ha competenze specifiche nel comparto delle imprese del settore turistico e competenze generali nel campo dei macrofenomeni economici nazionali ed internazionali, della normativa civilistica e fiscale, dei sistemi aziendali. Interviene nella valorizzazione integrata e sostenibile del patrimonio culturale, artistico, artigianale, enogastronomico, paesaggistico ed ambientale. Integra le competenze dell’ambito professionale specifico con quelle linguistiche e informatiche per operare nel sistema informativo dell’azienda e contribuire sia all’innovazione sia al miglioramento organizzativo e tecnologico dell’impresa turistica inserita nel contesto internazionale.
    E’ in grado di:
    A conclusione del percorso quinquennale, il Diplomato nell’indirizzo “Turismo” consegue i risultati di apprendimento descritti nel punto 2.2 dell’Allegato A), di seguito specificati in termini di competenze.
    – gestire servizi e/o prodotti turistici con particolare attenzione alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico, artistico,
    culturale, artigianale, enogastronomico del territorio;
    – collaborare a definire con i soggetti pubblici e privati l’immagine turistica del territorio e i piani di qualificazione per lo
    sviluppo dell’offerta integrata;
    – utilizzare i sistemi informativi, disponibili a livello nazionale e internazionale, per proporre servizi turistici anche innovativi;
    – promuovere il turismo integrato avvalendosi delle tecniche di comunicazione multimediale;
    – intervenire nella gestione aziendale per gli aspetti organizzativi, amministrativi, contabili e commerciali.

  2. vincenzo

    4 Dicembre 2012 at 18:48

    E’ vero che l’intelligenza finanziaria, aggiungo speculativa ha creato la crisi mondiale, ma l’umanità è costretta tutt’ora a subirla: Monti per esempio è un professore della Bocconi, espressione del sistema bancario mondiale e il buon nostro presidente Napoletano lo ha chiamato al capezzale del malato, non ha chiamato di certo per esempio Umberto Eco. Le mamme fanno i mutui e non arrivano a fine mese e qualcuno gli parla e gli parlerà di sacrifici, di debito pubblico, di Spread e di derivati: e queste più avvilite corrono a cercare un altro lavoro, sottopagato per comprare i libri ai loro figli. E poi c’è il padre che perde il lavoro perché il padrone ha delocalizzato la sua fabbrica in Serbia dove l’operaio costa 300 euro al mese.
    Cara Assunta c’è un proverbio che recita: “non cambiare la via vecchia per la nuova…” Questo proverbio è molto funzionale alla salvaguardia dei residenti in via di estinzione di una piccola isola ne abbiamo la riprova nel cambio di organizzazione dei trasporti con il passaggio forzato da Caremar a Laziomar. Vedi l’ ITC mantiene da più di trent’anni una offerta formativa che ha garantito una continuità didattica e di frequenza e ha permesso a tanti giovani di proseguire gli studi universitari raggiungendo anche dei buoni risultati. Tu sai che la scuola è sotto attacco, come d’altronde tutto il mondo del lavoro dipendente, per cui tagli economici sottoforma di riforme Gelmini, hanno spezzettato classi di concorso, aumentato il numero di alunni per classi, hanno tentato di aumentare il numero di ore ai docenti, inventando nuovi insegnamenti e tutto questo ha complicato l’organizzazione didattica in tutte le scuole ma soprattutto nelle isole minori, (dove c’è una sola sezione) rendendo ancor più difficile completare l’organico degli insegnanti. La continuità didattica a Ponza la mantengono alcuni docenti residenti , con contratto a tempo indeterminato; Il sottoscritto per esempio, pur essendo in ruolo da diversi anni presta servizio con un contratto part time, perché la sua classe di concorso ha visto ridotto il numero delle ore. Poi vi sono alcuni insegnanti che hanno scelto l’isola e prestano il loro servizio da tantissimi anni, ricordiamo fra tutti il professore Filippo Giuliano. Un cambio di indirizzo potrebbe portare ad una contrazione delle iscrizioni, ma soprattutto far perdere alcuni di questi docenti che sono il nocciolo duro della continuità didattica locale. Ma poi mi chiedo: in tutti questi anni di vita della scuola superiore a Ponza quanti studenti hanno scelto l’indirizzo turistico? Chi è andato in continente ha scelto tutto tranne che il Turistico! Qualcuno dice che nel Turistico si impara anche lo Spagnolo, io dico che se i nostri studenti imparassero a scuola bene il Francese e l’inglese già sarebbe un buon passo avanti. Al contrario perdiamo delle ore di economia aziendale, per insegnare un improbabile arte e territorio. Ma il messaggio del mio articolo era un altro: la scuola non crea lavoro può creare competenze e questo dipende molto dall’individuale motivazione degli studenti e dei docenti. Fino adesso però c’è stata una scuola a Ponza con dei docenti e degli studenti auguriamoci che rimanga a lungo anche con un altro indirizzo: ma questa è una scommessa come quella fatta sulla privatizzazione della Laziomar!

  3. polina ambrosino

    4 Dicembre 2012 at 20:21

    Una scuola superiore, come si chiamava in altri tempi quando ci si andava “se tenevi la capa per studiare”, era un punto di inizio fondamentale per il futuro poichè, solitamente, chi usciva da una determinata scuola, poi si indirizzava in uno specifico ambito di lavoro. Come avviene, invece, da circa 30 anni, qualunque scuola si faccia dopo le medie, alla sua conclusione, se si è abbastanza benestanti da andare all’università, allora si sceglie un ramo che, di per sè, non garantisce assolutamente nulla, visto che ci sono plurilaureati, pluri master-izzati (tipo i compact disc), che fanno qualunque mestiere a dispetto dei pregiudizi choosy della Fornero. Tutti gli altri, i diplomati, specie a Ponza, d’estate lavorano nelle attività turistiche (!) e d’inverno nella muratura o, al massimo, se sono iscritti in una graduatoria, facendo i tappabuchi a tre mesi o sulle navi, o a scuola come bidelli, gli altri si siedono fuori al bar. Quindi, a proposito del cambio di indirizzo di scuola a Ponza, è assolutamente inutile cantare le lodi dell’una o dell’altra, dato che trovare un lavoro, fine ultimo per cui si studia, è un terno al lotto, quali che siano le competenze acquisite. Se il problema è salvare la continuità, bè, credo che anche nell’indirizzo turistico ci siano materie come l’italiano, la storia, le scienze, l’inglese, che vengono insegnate dai prof presenti sull’isola, ma è pur vero che nessun alunno d’Italia conosce, meglio di un alunno ponzese, la mancanza di continuità, poichè a partire dalle elementari, il via vai di insegnanti che si avvicendano è a dire poco impressionante, e ciò nonostante, molti sono ragazzi che hanno ottimi risultati. Sinceramente questa estate ho avuto modo di sapere, da persona informata sui fatti, che ciò che sicuramente manca nella scuola di Ponza, è il rispetto delle regole, il rispetto degli orari, il rispetto in generale della scuola, a partire da chi la fa a finire da chi ne usufruisce, salvo eccezioni, naturalmente. Quindi sarebbe il caso di concentrarsi sull’ottimizzare ciò che si ha, qualunque sia l’indirizzo scolastico.
    Ci si augura che prima di tutto i ragazzi ricevano buoni esempi dagli adulti e capiscano che la scuola è un loro diritto, più che un dovere,che combattano per avere una scuola di qualità, qualunque indirizzo abbia.
    PS. Forse se Napolitano avesse chiamato Umberto Eco e altri eminenti rappresentanti della cultura a formare il Governo, loro forse avrebbero eliminato i privilegi della classe politica prima di mettere le mani nelle tasche del popolo, e forse sarebbero cadute molte più teste, oltre a quelle dei Fiorito e dei Maruccio, ma, certo, questa, è sempre e solo un’opinione.

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