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Che il nostro gabbiano Jonathan Livingston ci porti una bella notizia!

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di  Enzo Di Fazio


Sul sito del FAI appare, da qualche giorno, in grande evidenza il “conto alla rovescia” con l’indicazione del tempo che manca alla mezzanotte del 30 novembre, termine ultimo per votare via internet.

Noi, sostenitori del faro, abbiamo poco utilizzato  e poco pubblicizzato questa strada  scoraggiati come siamo stati dalle difficoltà oggettive incontrate fin dai primi tentativi e dall’episodio della perdita iniziale di oltre 300 voti tra quelli  pervenuti tramite la “rete”.

In compenso abbiamo cercato di dare il massimo attraverso la raccolta materiale  delle firme.

Penso che abbiamo fatto il possibile.

Potevamo fare di più? Non so. Abbiamo fatto degli errori? Può darsi.

Ma sicuramente, chi più chi meno, ognuno ci ha messo l’anima.

Come è ancora accaduto, domenica scorsa  a Formia,  dove,  approfittando delle votazioni per le primarie, delle iniziative spontanee di alcuni  ragazzi di Ponza che studiano qui e del giro di telefonate tra chi aveva ancora firme acquisite   da consegnare, abbiamo messo insieme un altro migliaio di voti.

Tornando a casa, la sera,  ho trovato sotto il portone un’altra scheda,  un po’ sgualcita ma completa.

Nomi diversi di Itri e  firme un po’ incerte perché apposte evidentemente  da mani di anziani…

Ho ricordato la provenienza…

…una vecchietta  cui avevo consegnato una scheda tanto tempo fa, una contadina  che ha paura del mare,  non ha mai visto Ponza e  si era impegnata a raccogliere almeno nove voti.

Che bel gesto!,  mi son detto, in questa  promessa mantenuta.

Ecco,  dietro la raccolta di firme per il faro ci sono anche questi episodi.

A Milano, nelle grandi stanze del FAI,  in questi giorni  stanno contando, contando, contando le migliaia di schede pervenute in favore dei tanti luoghi segnalati.

 Incrociamo le dita e speriamo di consolidare il primato.

 

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Del “nostro luogo del cuore”,  a questo punto, mi ritorna alla mente   una immagine fermata con la macchina fotografica  alla fine dell’estate appena trascorsa  in occasione di una visita che ha confermato lo stato di degrado e di abbandono in cui versa il faro.

 

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La foto ritrae l’ombra del faro proiettata sull’azzurro del mare sottostante. Sembra quasi, per ironia della sorte, un relitto – come un po’ è – che giace sui fondali.

La piattezza e l’oscurità di quella forma provocano inquietudine che tanto contrasta con la pacificazione che viene dalle infinite sfumature del blu del mare.

La vita che domina su tutto è in un gabbiano, piccolissima presenza in questo grandioso scenario.

Il suo placido volo e il candore del bianco di cui si ammanta ci danno una mano a diluire l’ansia e a rafforzare la speranza…

…la speranza che quel gabbiano, il nostro Jonathan Livingston,  come una colomba ci porti, tra qualche giorno,  la notizia che ce l’abbiamo fatta.

 

 

Enzo Di Fazio  –  novembre 2012