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Lettera aperta di Francesco Ferraiuolo

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Stimata  Redazione di Ponza Racconta,

all’atto dell’insediamento del nuovo Consiglio Comunale di Ponza, tenutosi in data 15 maggio 2012, come Consigliere dell’opposizione, espresso dalla lista “Ponza nel Cuore”, dichiarai che la mia attività si sarebbe fondata sul piano della critica, dello stimolo, del controllo e della proposta, naturalmente tenendo presente, responsabilmente, i superiori interessi del paese.

Parlavo, quindi, di una opposizione non preconcetta ma, certamente, attenta e puntuale, condotta con onestà intellettuale, con lo scopo di contribuire a che l’amministrazione si svolgesse in maniera trasparente, solidale, conforme alla legalità e che assicurasse a tutti, con imparzialità ed equità, i diritti derivanti dall’essere cittadino mediante la corretta applicazione delle leggi e dei regolamenti, stante il fatto che non erano mancati, nel passato, esempi non coerenti, specie, con quest’ultimo punto.

Aggiunsi, pertanto, che ai provvedimenti varati dall’Amministrazione, ritenuti utili e giusti per i nostri compaesani, non avrei lesinato il mio convinto sostegno, all’inderogabile condizione, però, che il Consiglio Comunale si riappropriasse del suo specifico ruolo per svolgere, degnamente, in un quadro di libero e ampio confronto, la sua fondamentale funzione di massimo consesso decisionale cittadino.

Ripresi, tra l’altro, il concetto della centralità del Consiglio Comunale, specie per la trattazione dei problemi fondamentali e vitali per l’Isola, nel corso del mio intervento tenuto, in quel consesso, in data 19 settembre 2012, leggi qui [2], perché già da allora ebbi la percezione che al predetto organo non si desse la dovuta importanza e considerazione.

Tanto è vero che io e il collega Balzano, entrambi consiglieri di opposizione, costituenti un quinto dei componenti dell’attuale Consiglio in carica, con i poteri derivanti dal 2^ comma dell’art. 39 del D.Lgs. n.267/2000, ritenemmo di chiedere la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio Comunale per discutere sulla costituzione di una commissione speciale per il P.A.I. (Piano Assetto Idrogeologico), proprio nella considerazione che tante decisioni inerenti i lavori di sistemazione e messa in sicurezza di taluni tratti di costa, apprese dalla stampa, erano state adottate altrove, sulla testa del nuovo organo consiliare del Comune di Ponza, succeduto ad una gestione commissariale.

Ciò, mentre, invece, una materia così gravida di implicazioni come il P.A.I. avrebbe dovuto indurre  a far sì che fosse il Consiglio Comunale, attraverso la sua espressione quale poteva essere la commissione speciale, a seguire in linea diretta tutte le fasi di programmazione, di studio e progettuali, per l’assunzione di scelte ben ponderate rispetto allerilevanti conseguenze che le stesse potevano produrre sulla vita civile ed economica della comunità ponzese.

Per la cronaca, la suddetta riunione del 19 settembre 2012, convocata su mia richiesta e del collega Balzano, si concluse con la dichiarazione del Sindaco favorevole all’istituzione di una Commissione Consiliare, di natura politica, avente come finalità quella di esaminare e valutare la problematica P.A.I., con l’intesa di incontrarsi con la minoranza nell’arco di una quindicina di giorni per definire, in maniera congiunta, più adeguatamente, la conformazione ed i compiti della suddetta Commissione; ad oggi, la minoranza è ancora in attesa di essere convocata per concordare quanto proposto dal Sindaco su quest’ultimo punto.

Tutto ciò ho premesso per dire a tal Antonio Mazzella, che pregherei di farsi meglio riconoscere “per chiarezza e correttezza intellettuale” nonché “per evitare confusione di omonimia”, come dice il vostro regolamento, autore dello scritto dal titolo “centottanta giorni fa” pubblicato su Ponza Racconta il 4 novembre 2012, che ho ben presenti quelle che sono le prerogative e le competenze del Consiglio Comunale e che ho fatto e farò tutto ciò che è nelle mie facoltà per affermarnela centralità nella sua essenza di organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo (anche dal mio angolino di opposizione che, purtroppo, per legge, non è assolutamente proporzionale al cospicuo numero di voti conseguiti dalla mia lista, pari, quasi, a quello della maggioranza).

Inoltre, l’episodio della richiesta di convocazione del Consiglio Comunale, sopra riportato, già dimostra che io ed il collega Balzano, pur facenti capo a due diverse linee di pensiero, non siamo divisi “in modo irresolubile”: sicuramente troveremo una sintesi per essere uniti nella nostra “battaglia” di opposizione, laddove imprescindibile e doveroso, sui grandi temi nodali per lo sviluppo socio economico dell’isola, sempre nell’ottica di salvaguardarne i superiori interessi e con lo spirito di ponzesi intelligenti che si battono per il bene comune dei propri compaesani.

Quanto al “burocrate…senz’anima” che l’ineffabile e superficiale (absit iniuria verbis) Antonio Mazzella, bontà sua, mi havoluto affibbiare in maniera così dispregiativa e sommaria, tengo a dire che chi mi conosce veramente bene sa che al senso delle istituzioni ho sempre coniugato l’ascolto e la comprensione dei problemi delle persone nonché la continua, corretta e cordiale interlocuzione con i cittadini e con tutti i livelli istituzionali, sempre in linea con i valori laici e religiosi in cui credo.

Ebbene sì, sono un uomo delle istituzioni, che, a vario titolo, ho servito lungamente (e ancora servo) con impegno e lealtà e nelle quali ho sviluppato la mia capacità nel saper affrontare i problemi anche sotto l’aspetto burocratico, da cui non si può prescindere specie quando si tratta di pubblica amministrazione.

L’acquisita predetta capacità non mi ha impedito e non mi impedisce, però, di essere uno del popolo, di conoscerne i bisogni, le pulsioni, di viverne i disagi, di condividerne i problemi quotidiani, di studiarne le possibili soluzioni; anzi, essa costituisce per me un’ulteriore risorsa per esercitare in manierapiù efficace la mia attività di consigliere comunale di opposizione, tenendo conto che l’amministrazione comunale è un’organizzazione burocratica, regolata dalle leggi e dai regolamenti, con i quali bisogna necessariamente e continuamente confrontarsiper costruire o saper trovare gli spazi per assecondare le esigenze delle famiglie, dei lavoratori, delle donne, dei giovani e degli anziani.

Inoltre, quello che ritengo importante sottolineare è che la mia preparazione sul piano burocratico, che è entrata a far parte, come prima detto, del mio bagaglio formativo, non mi ha ancorato a degli stereotipi; ho sempre avuto una curiosità intellettuale che mi ha portato a diversi cambiamenti nel concepire la politica, la cultura, la vita, a mutamenti di passate visioni; anzi, l’esperienza passata è una ricchezza, uno sfondo, direi, su cui ho costruito il cambiamento, attraverso una formazione ed un aggiornamento che ho continuato e continuo man mano lungo l’avanzare della vita.

Non credo affatto che bisogna essere necessariamente un “primattore” per fare una buona opposizione, nell’accezione che sembra prediligere sbrigativamente Antonio Mazzella (cioè, una sorta di agitatore tout court); credo che sia importante, invece, avere la buona reputazione che ti viene dall’affidabilità, dalla serietà, dall’impegno, dall’onestà, dalla competenza, dal buon senso, che la gente riconosce in te.

Non dico che non ci debbano essere eventi “spettacolari”, con in testa, però, gente credibile, per sottolineare a chi di dovere, con forza, una problematica rilevante che si trascina da tempo ed a cui non si da una soluzione soddisfacente, come, ad esempio, l’attuale caso della LAZIOMAR, ma ciò costituisce l’eccezione e ci si arriva per gradi, extrema ratio, dopo aver tentato tutti i passaggi previsti dall’ordinamento.

Quindi, l’opposizione non può essere una forma di “teatrino” perenne indirizzata alla platea degli elettori con lo scopo precipuo di ottenere consenso, perché in questo modo perderebbe la sua  intrinseca finalità che è quella di contribuire al conseguimento del bene comune.

Io preferisco fare l’opposizione non con lo spirito da “primo” ma con quello da “ultimo”, come d’altronde ho sempre fatto nei prestigiosi incarichi che ho ricoperto, coerentemente con la missione che mi è stata affidata dal corpo elettorale e cioè quella di servire la comunità: in questo caso, dall’altro dei due poli (cioè dall’opposizione) su cui si articola il sistema democratico.

Mi onoro, quindi, di essere servitore dei miei concittadini anche nell’attuale condizione di minoranza, modulando la mia azione con lo stile che mi è proprio: sobrio, pratico e senza demagogia, ma sicuramente teso a fornire alla maggioranza, con le critiche e con le proposte (il mio programma amministrativo sembrava senz’anima?), attraverso i diversi canali divulgativi, continui stimoli costruttivi, che essa potrà accettare se non rimarrà prigioniera dell’autoreferenzialità.

Che piaccia o non piaccia.

Un cordiale ringraziamento per l’ospitalità.

Francesco Ferraiuolo