De Luca Francesco (Franco)

Dimensione ponzese

di Franco De Luca

 

Al vento discreto di ponente il melograno concede ai grani di rivelare il loro rossore da uno spacco nella scorza, mentre fra i caseggiati del vicolo un effluvio di pasta e lenticchie scorre e più in là il distinto afrore  d’  i rutunne arrustute si fa largo, e dai vetri fa capolino una testa canuta. Chi canta è la televisione ma la contrasta lo scambio di parole vicino al furgoncino della frutta.

Mi porto un pò oltre e la voce di un  bambino si evidenzia. Per fortuna anche i piccoli trovano la loro soddisfazione in questa atmosfera di lento e solitario autunno.

Una parola per saluto, un sorriso come cenno, passi frettolosi fra volti rari e chiusi.

Viene il Maria Maddalena, sbarca l’autobotte della nafta ed si prova un sollievo incoscio, poi il camion con le bombole di gas e ci si rasserena, poi i bustoni col pane dal continente e un sorriso sboccia nel viso.

Piccoli  segnali di socialità, scabri scambi di cordialità per una umanità franta fra desiderio e appagamento, fra anelito e realtà. Umanità ponzese.

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