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Rimettere in sesto il turismo

di Paolo Iannuccelli

Cosa fare per rimettere in sesto il turismo ponzese e ritornare ai fasti di un tempo? Sono molte le cose che hanno portato a una forte diminuzione dei vacanzieri durante il periodo estivo, in primis la forte crisi economica. Ciò non basta però a giustificare un calo così netto di presenze su una delle isole più belle del mondo. I prezzi di alberghi, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, bar, residence, sono indubbiamente troppo alti, salvo qualche rara eccezione. I collegamenti con il porto di Anzio, con la compagnia di aliscafi Vetor, sono davvero costosi. Nel fine settimana si arriva a pagare 49 euro per sola andata, più prenotazione e bagaglio. Molto più accessibili le tariffe della motonave Carloforte in partenza ogni mattina da Terracina, di proprietà della compagnia ponzese Snap. Il costo del tragitto è di 10 euro, alla portata di tutti. <Abbiamo registrato un certoincremento di presenze – afferma l’amministratore Guido De Martino – segno che praticando una politica volta a far risparmiare la clientela si possono ottenere buoni risultati>.

Brutte notizie dalla Laziomar. Da Formia occorrono tre ore di nave per raggiungere Ponza, come trent’anni fa. Un tempo eccessivo e fastidioso per chi viaggia. Ponza manca, poi, di una stagione di eventi estivi che permettano di trascorrere una piacevole serata. Solo in occasione della festività di San Silverio e dell’Assunta, i rispettivi comitati riescono a organizzare momenti di svago ed intrattenimento. Lodevole l’iniziativa culturale dell’Hotel Santa Domitilla che organizza dei seguitissimi incontri con l’autore, invitando scrittori italiani di successo. Ponza non è solo mare. I percorsi archeologi per ammirare le vestigia dell’antichità che riguardano varie epoche, non sono segnalati, nemmeno i percorsi a piedi per raggiungere Monte Guardia, il Bagno Vecchio, Punta Incenso, il Faro della Guardia. Il museo cittadino, inaugurato nel 1999, non contiene e quel materiale artistico e culturale di cui Ponza dispone in abbondanza,tutto è lasciato al caso ed all’improvvisazione. L’unico museo presente sul territorio è quello etnografico, allestito da Gerardo Mazzella. La chiusura della spiaggia di Chiaia di Luna, mai aperta quest’anno, è un segnale di crisi, così come è facile rilevare che al Frontone non esistono bagni pubblici e un punto di primo soccorso per i bagnanti. I pullman che dal porto raggiungono la frazione di Le Forna sono privi di aria condizionata e spesso in ritardo rispetto la tabella di marcia. La centrale elettrica della Sep è rimasta a Giancos senza essere trasferita, come atteso da anni, in una località più sicura. Ponza è priva di impianti sportivi ad hoc. Il bel palazzetto dello sport, alla Cavatella, è completamente abbandonato. Non esistono campi da tennis. Pensare che a Ponza sono nati la pallamano da spiaggia, su iniziativa di Franco Schiano, e il dragon boat, voluto da Salvatore Perrotta.

Paolo Iannuccelli